Ritratti: registi del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra Marco Pupella

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Ho conosciuto Marco Pupella al Teatro Sant’Eugenio ad un convegno su Joe Petrosino dal titolo: La tenacia di un uomo, al quale hanno partecipato lo storico Lino Buscemi, il giornalista Salvo Toscano, il magistrato Federico Cimò e l’artista Fancesca Picciurro. Marco Pupella regista, drammaturgo, direttore del teatro Sant’Eugenio di Palermo, figlio d’arte del grande maestro di teatro, regista attore e uomo d’arte e di cinema Mario Pupella, attore e regista coltissimo laureato in giurisprudenza, in questa speciale intervista ci racconta di suo padre, del teatro, dei suoi sogni e del suo attaccamento alla città di Palermo. Seguiamo la testimonianza dello storico Lino Buscemi memoria storica della città di Palermo su Mario Pupella.

 

“Mario Pupella attore, regista teatrale, appassionato attore cinematografico, l’arte l’aveva nel sangue. Siciliano puro nel carattere, nella fisionomia, nel portamento, nell’inventiva, si sentiva attratto dalla letteratura nostrana ed europea e, soprattutto, dagli autori più significativi del teatro mondiale. Egli apparteneva alla schiera, non molto folta, di coloro che credevano nella funzione fondamentale dell’arte teatrale e del cinema al servizio del rinnovamento umano e civile, del progresso, della cultura, con un occhio al presente e l’altro al futuro. Lo ricordo inimitabile interprete di opere dei più celebrati autori italiani e internazionali del Novecento. Con un coraggio assai raro non disdegnava, ad esempio, di rappresentare i lavori teatrali più difficili di Luigi Pirandello che, come è a tutti noto, per registi e attori hanno sempre costituito un “osso duro” preferibilmente “da evitare”. Memorabile la sua interpretazione di Padron ‘Ntoni dei Malavoglia di Giovanni Verga, di cui scrisse la riduzione teatrale e lo rappresentò per ben venti anni in tutta la Sicilia. Il suo entourage (che ancora oggi opera brillantemente) era costituito soprattutto dai suoi cari figli: Marco, Daniela, Lavinia, Massimo e Alessandro. Tutti e cinque costituiscono il suo “lascito” più bello. Mario Pupella ha diretto per oltre trenta lunghi anni la sua Scuola di teatro formando generazioni di giovani che oggi calcano i palcoscenici di importanti teatri italiani e set cinematografici. La sua opera continua con i suoi discendenti. Marco, autore e regista, è il direttore del palermitano Teatro Sant’Eugenio. Daniela e Lavinia sono, da tempo, affermate attrici. Massimo segue, con tenacia, le orme cinematografiche del padre. Il più piccolo, Alessandro, invece, è diventato un prezioso collaboratore del teatro. Famiglia unita che opera, con gentilezza e determinazione, nel solco degli insegnamenti di Mario Pupella non solo per continuarne la lungimirante opera ma, prevalentemente, per testimoniare che il teatro Sant’Eugenio continua la sua “corsa” raccogliendo le sfide e le novità del teatro moderno e contemporaneo. Una continuità, mai interrotta, che Mario intuiva orgogliosamente fino all’ultimo dei suoi giorni con una gioia immensa, espressa attraverso i suoi aperti sorrisi mitigati soltanto dal fumo delle sue inseparabili sigarette.

Adesso andiamo a conoscere Marco Pupella a cui pongo la prima domanda di questa intervista.

-Che cos’è il teatro per te?

Il teatro è la mia ragione di vita, il mio lavoro, la mia passione, ciò che mi ha insegnato mio padre.

-In teatro tutto è possibile ?

E’ tutto possibile nella misura in cui, rendiamo ciò possibile.

-Puoi descrivere tuo padre in un breve ritratto con gli insegnamenti, i ricordi che ti porti dentro ogni giorno…

I ricordi di mio padre sono tanti, oltre ad essere mio padre era un mio collega, abbiamo lavorato braccio a braccio ogni giorno per 30 anni, i ricordi sono troppi.

-Cosa ti ha insegnato?

L’amore per il teatro, il rispetto per gli altri e la gentilezza.

-Chi erano i suoi scrittori preferiti?

Gli scrittori americani, Edward Albee, gli scrittori russi da Anton Cecov a Fedor Dostoevskij.

-E gli scrittori italiani?

Pirandello in primis .

-Chi sono i tuoi autori preferiti?

Borges, Shakespare, Pirandello e molti autori contemporanei.

-Quanti film ha interpretato Mario Pupella?

Credo una cinquantina.

-C’è un suo film al quale ti senti legato maggiormente?

Sono legato al film che lui amava di più Angela con la regia di Roberta Torre, che gli diede grandi soddisfazioni.

-Come era tuo padre fuori dal palcoscenico?

In famiglia era una persona normalissima, tranquilla, serena, serafica, nessuno è perfetto anche lui aveva i suoi difetti in primis quello della dannata sigaretta.

Ha preso parte a molti sceneggiati televisivi, ha recitato la parte del cattivo, come si preparava per la preparazione del personaggio per la tv o per il cinema?

Spesso lo trovavi in ufficio con il testo e la sceneggiatura in mano e ripeteva , faceva memoria, si immedesimava nel personaggio, era un lavoro paziente e meticoloso che faceva di cui non mi dava notizie di quel che faceva io lo vedevo punto e basta.

-Mario Pupella e Palermo che rapporto c’era?

Era un rapporto radicato e viscerale, con Palermo e con il mare di Mondello.

-Per molti anni ha diretto la sua scuola di teatro Sant’Eugenio attiguo all’omonima chiesa. In che modo stai seguendo il lavoro portato avanti da tuo padre?

Noi stiamo continuando l’opera di mio padre iniziata 30 anni fa, parlando in termini di scuola di teatro, perché la sua attività teatrale è iniziata nei primi anni ’70, forse anche prima quindi staiamo andando avanti ancora oggi c’è la scuola di teatro Mario Pupella al teatro Sant’Eugenio e partecipano i ragazzi ai corsi che abbiamo istituito per fasce di età.

-Di che ti occupi esattamente?

Di regia e di storia del teatro come docente.

-Cosa c’è in cantiere, cosa stai mettendo in scena in questo periodo?

Intanto durante il corso ai ragazzi facciamo studiare diversi autori. Stiamo focalizzando la nostra attenzione su due messe in scena, un testo scritto da me Delirio d’amore liberamente tratto dal romanzo di Giovanni Taibi e la Giara di Luigi Pirandello che è un classico di grande fascino e che ha in nuce tutta la poetica pirandelliana. Noi abbiamo un pubblico che ci segue.

-Perché abbonarsi al Teatro Sant’Eugenio?

La nostra programmazione ha 2 canali, il cartellone tra virgolette più commerciale, più godereccio improntato alla commedia e poi c’è una manifestazione che è pubblicazione ed ogni anno ha un sottotitolo diverso di cui curo da solo la direzione artistica e presentiamo teatro contemporaneo con gli autori importanti che calcano le scene di tutta Italia, per cui un teatro per tutti i palati. Questo è un invito per i palermitani e i siciliani che vogliono rivivere la magia del teatro di sant’Eugenio cha 400 posti.

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Fare teatro, fare regia che è quello che mi piace di più . Ogni giorno nascono nuovi progetti e Palermo è una grande città di teatro. La quinta città d’Italia.Siamo privilegiati a fare teatro in una città importante come Palermo che ha un fermento culturale notevole. Qui c’è una grande attività culturale ha espresso grandissimi nomi in ambito teatrale e cinematografico. In una parola Palermo è il teatro!Viva il teatro!