Per molti anni ho sentito parlare del dottore Nicolò La Perna. Chi si occupa di musica popolare è obbligato a conoscerlo e ad incontralo prima o poi nella sua vita. Questa gioia l’ho provata il primo giorno di primavera di quest’anno, durante l’inaugurazione della casa di Rosa Balistreri il 21 marzo, insieme a Pino Apprendi, sua moglie, Antonio Zarcone, Fulvio Cama, Raffaele Messina, Felice Liotti, Tanino Gaglio, Piero Carbone e tanti altri amici. Tutte le volte che ho parlato con Nicolò ho
pensato alla sua bella figura di medico all’antica e a quella di Renato Fucini, un medico d’altri tempi, che con qualsiasi tempo si avventurava anche di notte, con un cavallo nelle campagne della maremma toscana, per aiutare chi aveva bisogno. Era la Toscana rurale del’800, che non c’è più, raccontata nel libro Le veglie di Neri. Renato Fucini ha dedicato la sua attenzione a Giacomo Puccini, Nicolò La Perna ha consacrato la sua vita a Rosa Balistreri. Ha scritto un libro, Rusidda a licatisa di 400 pagine, la segue ogni giorno nella sua casa che è diventata meta di studenti, studiosi e amanti della tradizione siciliana. Non solo la città di Licata deve molto al dottore Nicolò La Perna, ma tutti siciliani del mondo che amano perdutamente la loro terra e vorrebbero rientrare nei loro luoghi natii. Ma andiamo a conoscere da vicino il dottore Nicolo La Perna con questa intervista.
-Quando nasce la passione per la musica popolare?
La passione per la musica è nata circa 6 anni, allorquando ho cominciato a strimpellare delle note sulla pianola. La passione per la musica popolare invece è nata 22 anni fa, allorquando ho avuto l’idea del Memorial Rosa Balistreri, un concorso di poesie e canzoni inedite siciliane iniziato con poche canzoni e poesie e proseguito con la partecipazione di
centinaia di compositori e cantanti e migliaia di poeti provenienti da ogni parte della Sicilia.
-Hai fatto degli studi musicali?
A circa 9 anni ho iniziato i primi studi musicali con un maestro, seguiti da studi personali di armonia, accordi. Suono vari strumenti dal piano, alla chitarra, alla fisarmonica, Ho insegnato musica a molti allievi sia sul pianoforte che sulla chitarra.
– Il dialetto siciliano perde una corda al giorno, un populu è persu pi sempri quannu i paroli n’un figlianu chhiù paroli. Puoi commentare questi versi di Ignazio Buttitta?
Il dialetto siciliano, potremmo definirlo la lingua sconosciuta ai giovani, viene parlato dalle classi più umili, una volta si veniva puniti se si parlava siciliano, dimenticando che il dialetto siciliano è la lingua dei nostri padri, delle nostre tradizioni, oggi per fortuna c’è un rinnovato ritorno allo studio del dialetto, dei suoi poeti, cantautori, cantastorie, cantanti folk come Rosa Balistreri
-Puoi descrivere la Licata di Rosa Balistreri?
Una Licata pre-guerra e post guerra molto povera, circa l’80% della popolazione aveva problemi di cosa mettere a tavola a mezzogiorno e alla sera. Analfabetismo, povertà, sfruttamento del lavoro era una condizione comune a molti licatesi. La gran parte delle famiglie abitava in case monolocali con più figli e con tutti i problemi connessi alla promiscuità, senza privacy, Solo dagli anni 60 con l’emigrazione, arrivano dei soldi nelle famiglie dei licatesi che permettono di costruire o comprare case con diverse stanze, ben arredate, ma già in quel periodo Rosa Balistreri era sbarcata prima a Palermo e poi a Firenze.
-Hai dedicato due libri a Rosa. Cosa provi quando senti la sua voce?
In verità ho dedicato un solo libro a Rosa Balistreri Rusidda…a licatisa di 400 pagine con saggi sulla musica popolare, sulla sua vita e con le partiture ed i testi di tutte le canzoni del repertorio di Rosa, con allegati studi storico-musicali per ogni canzone. Ho scritto altri libri di musica siciliana, di musica religiosa siciliana e alla Madonna, di canzoni natalizie e ninne nanne, uno studio sulle canzoni di Alberto Favara.
-Come vedono le nuove generazioni di licatesi la grande storia di Rosa Balistreri?
Sono molto interessati, sia i ragazzi delle scuole inferiori che quelli delle scuole superiori e ne fanno fede i molti lavori effettuati dagli insegnanti e dagli alunni sulla cantante licatese.
-Quando è stata inaugurata la Casa di Rosa Balistreri?
La casa di Rosa è stata inaugurata il 21 di Marzo ed è stata una grande festa per Licata. Da quel giorno è meta delle scuole e di tanti artisti.
Rosa, ha abitato questa casa per 20 anni. Questa esperienza ha aperto in città una nuova stagione di conoscenza di questa figlia licatese, a lungo dimenticata a Licata, ma non in Sicilia e nel mondo. Solo da qualche anno vi è un rifiorire di attività, concerti, Memorial, spettacoli dedicati a Rosa Balistreri. Un plauso ai soci del Centro Studi di Cultura Siciliana e del Mediterraneo che hanno avuto l’idea di affittare, arredare, raccogliere Vinili, CD, quadri, libri su Rosa Balistreri e catalogarli e renderli fruibili al pubblico.
-Come si vive a Licata ?
Come in tutti centri piccoli siciliani, molta emigrazione di licatesi, molta immigrazione di persone provenienti dall’Africa e dai paesi dall’ex Unione Sovietica. Un paese statico, senza futuro, dove i giovani per studio o per lavoro vanno via e rimangono come in altri paesi siciliani, vecchi e bambini. La nuova amministrazione sta dando una mano alla riscoperta delle tradizioni, e a rendere migliore la vita dei licatesi a cominciare dai rifiuti e dal decoro urbano, purtroppo i pochi soldi concessi ai Comuni rendono difficili questi importanti traguardi.
-Tu e i bambini. Sei stato un pediatra. Oggi in Sicilia questa figura manca. Continui ad esercitare la professione? Diceva il giudice Borsellino che sono tre le professioni più belle del mondo, il medico, il magistrato e il maestro.
Pur pensionato continuo ad esercitare la professione allorchè vengo chiamato dai piccoli pazienti. Pediatri o medici si rimane fino alla morte e la disponibilità ad aiutare le persone bisognose è nel DNA dei sanitari.
-Quali sono le canzoni di Rosa che preferisci?
La siminzina ed Avò, sono due ninne nanne, che rievocano i tempi di una volta, nelle quali la voce di Rosa è dolce, fluente come i fiori di zagara; Rosa Canta e Cunta.
-Cosa contiene la canzone Canta e Cunta?
In questa canzone è racchiusa la vita di Rosa, gli stenti patiti, le sofferenze, l’amore per la propria terra, il rispetto dei lavoratori, contadini, minatori, marinai. In questa canzone la voce di Rosa è dura, forte come lo sono le pietre dell’Etna, a volte rauca, ma sempre unica, magistrale, appassionata.
-Cosa pensi di tante cantanti in Sicilia che si sentono le eredi di Rosa?
La riscoperta del repertorio di Rosa ha fatto venir fuori una folta schiera di cantanti uomini e donne non solo in Sicilia, ma in tutta Italia e nel mondo, alcune che brillano e portano un loro fascino alle canzoni di Rosa con le loro interpretazioni, la timbrica vocale, la passione, segno di un rinnovato amore per la cultura siciliana
-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Portare avanti il Centro di Studi di Cultura Siciliana e del Mediterraneo che non si fermerà solo con la figura di Rosa Balistreri, ma studierà, indagherà ed attenzionerà altri interpreti della poesia, della canzone siciliana e della cultura siciliana in toto.
Biografia
Nicolò La Perna, medico pediatra, è nato e vive a Licata. Laureato presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Catania, è specializzato in pediatria ed ha svolto la sua attività professionale presso il reparto di pediatria dell’ospedale di Licata e come pediatra di base nell’ambito della A.S.L. N° 1 (Agrigento). Ha organizzato per ben 22 anni il concorso “Memorial Rosa Balistreri” per conto del Lions Club di Licata e del «Centro Studi di Cultura Siciliana e del Meridione APS». Il concorso, a valenza regionale, ha riscontrato notevoli successi mettendo in rilievo l’attività artistica di Rosa Balistreri, il dialetto siciliano ed ha portato alla luce nuovi talenti nella poesia e nella musica folkloristica siciliana. Appassionato di musica fin da bambino ha composto musiche e canzoncine per bambini musicando fiabe quali “Pinocchio” e personaggi del mondo di Walt Disney, quali “Paperino” . Si diletta a comporre canzoni con testo siciliano e a studiare la musica popolare siciliana. Da molti anni l’accompagna l’amore per la musica folk siciliana, quale attaccamento alla sua terra e alla sua gente. Ha scritto vari libri con testi e partiture su «Le più belle canzoni siciliane», sui «Canti di Natale e ninne nanne siciliane», su «Canti religiosi siciliani», sui «Canti siciliani alla Madonna», su «Le canzoni del Corpus di musiche popolari siciliane del Favara».
Per le foto si ringraziano Francesco Turano e Pino Apprendi.