Ritratti: Direttori d’orchestra del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra Antonio Giovanni Bono

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Ho sentito parlare molto di Antonio Giovanni Bono e della sua orchestra. Mi piacerebbe conoscerlo di persona per parlare di musica e concerti. Di Antonio mi ha raccontato moltoe in maniera entusiastica Fabrizio Porrovecchio della Sede Rai di Palermo. Nel tempo libero Antonio fa lunghe passeggiate, ama molto i viaggi, le letture e la ricerca di manoscritti di compositori dimenticati. Tra le sue passioni ci sono il mare, la cucina e i dolci. Ecco le sensazioni che suscita in Antonio Giovanni Bono il risveglio nella sua casa di Sciacca dove ha vissuto gli anni della fanciullezza e dove è tornato a vivere dopo il matrimonio con la sua adorata Francesca.

‘Avendo la fortuna di vivere in un attico, guardo il mondo dall’alto respirando il profumo del cielo che all’orizzonte incontra il mare amico. Si tuffa in esso fino a confondersi e sparire. E ricordo quando bambino giocavo nella terrazza della casa dove oggi abitano i ricordi più belli della mia vita. Quel bambino di ieri, oggi ha il volto di mio figlio Lorenzo che porta il nome della mia amata mamma. Al mattino mi sveglio molto presto quando ancora la città è tutta per me ed ho il privilegio di guardarla trasfigurarsi con la complicità delle prime luci dell’alba. Leggo il Vangelo del giorno mentre tutto intorno a me testimonia della potenza di Dio. Così inizia la mia giornata, quando il buio timido dell’incertezza cede il posto alla tenera luce della speranza.’ E dopo queste immagini poetiche poniamo la prima domanda ad Antonio Giovanni Bono poeta e musicista.

-Come e quando nasce la tua passione per la musica?

A nove anni intrapresi lo studio della musica grazie a mio padre che comprese l’importanza di un percorso formativo capace di educarmi alla bellezza attraverso l’arte dei suoni.

-Qual è stata la prima esecuzione musicale?

La prima esecuzione pubblica avvenne a Sciacca all’età di 11 anni in occasione di uno spettacolo per bambini. Suonai un brano al clarinetto, mio primo strumento grazie al quale ho imparato l’importanza del respiro in musica e del senso melodico nel fraseggio.

-Qual è il tuo strumento preferito?

L’orchestra, strumento di strumenti e caleidoscopica “città” di suoni.

-Come si diventa direttore d’orchestra?

Attraverso un percorso di studi severo e appassionato. Dopo il diploma in clarinetto iniziai i corsi di diploma vecchio ordinamento in musica corale e direzione di coro, composizione e direzione d’orchestra al fine di acquisire tutte le competenze e abilità necessarie per un direttore d’orchestra che deve sapere concertare con sapienza e conoscenza per servire il dettato compositivo con autenticità e rispetto.

-Hai mai compostomusiche per il cinema?

Ho composto le musiche per il cortometraggio “Maradona baby”, del regista Nino Sabella, per le quali ho vinto due premi internazionali (Luccio d’oro e CortoLovere) e ho scritto le musiche per il documentario “Viaggio a Lampedusa”, del regista Giuseppe di Bernardo, che ha ottenuto diversi riconoscimenti.

https://www.youtube.com/@antoniogiovannibono3733

-Che bambino sei stato e qual è il tuo rapporto con i bambini?

Un bambino molto sensibile profondamente segnato dalla prematura scomparsa della madre. La musica è stata un potentissimo balsamo per la mia anima, straordinario strumento di conoscenza interiore e di forza spirituale. Nei bambini ritrovo la mia essenza più sincera, quella sostanza verginea che si incarna nella purezza e nel candore. Ho imparato a guardare il mondo con gli occhi di un bambino per vivere la mia esistenza con sincerità. Negli anni mi sono dedicato a progetti didattici e artistici che hanno coinvolto i bambini. Ho tenuto corsi di formazione nelle scuole primarie e fondato il Coro di voci bianche dell’Accademia musicale “Santa Maria del Giglio”.

-Come vive oggi un compositore in una città piena di rumori, che ha dimenticato i suoni della natura?

Vive creandosi una dimensione intima che lo mette al riparo dal frastuono. Ma al contempo si immerge nella quotidiana vivacità e frenesia dell’uomo moderno. Personalmente guardo all’antico per essere stimolato alla creatività senza rifuggire la contemporaneità che mi consente di vivere il mio tempo. Dal mio studio, ove trascorro molte ore in silenzio dedito alla ricerca e all’approfondimento della conoscenza, guardo il mare che bagna la mia città. Osservo incantato la danza dei gabbiani che volteggiano nel cielo limpido e rivivo quel rapporto primigenio tra uomo e natura che ha tanto ispirato i grandi compositori del passato. La terra è una partitura ricca di simboli e segni sonori, una tavolozza di colori e suoni che attendono di essere armonizzati dall’ingegno dell’uomo!

-Antonio Giovanni Bono descrive se stesso con pregi e difetti, come se fosse una terza persona….

Antonio Giovanni Bono è un uomo che crede nei valori inalienabili dell’onestà, del rispetto e della lealtà. Ha posto Dio al centro della propria vita come riferimento assoluto e guida per un’esistenza intonata ai valori cristiani. Saldo nella dirittura morale guarda all’arte comeantidoto contro ogni sofferenza.Estremamente preciso nell’organizzazione delle attività professionali, non riesce a tollerarela superficialità e il mancato rispetto delle regole. È ligio al dovere e sensibile ai problemi altrui, incline all’ascolto e alla relazione empatica. Orgoglioso e testardo, con difficoltà perdona cattive e irrispettose condotte nonostante cerchi di esercitare pazienza e comprensione.

-Hai suonato in moltissimi teatri. Qual è il teatro che ami di più e nel quale vorresti ritornare?

Il primo teatro importante nel quale ho tenuto un concerto sinfonico è stato il Teatro Pirandello di Agrigento, vero gioiello architettonico e tempio d’arte, ma desidererei ritornare a dirigere un’orchestra nel Teatro Popolare Samonà di Sciacca, purtroppo oggi chiuso, da me inaugurato con un concerto, organizzato dal Rotary club, tenuto a maggio del 2015.

-Quando nasce l’Orchestra Filarmonica del Sud?

L’Orchestra Filarmonica del Sud è nata nel 2024 a seguito di un’appositaprocedura selettiva per il reclutamento del personale artistico indetta alla fine del 2023 da Donatella Felluga Artists Management. L’orchestra ha debuttato il 14 aprile 2024 presso la sala Concordia del Palacongressi di Agrigento con un concerto di beneficenza, organizzato dalla X Circoscrizione del Distretto Lions Sicilia, proponendo un programma diviso in due parti: la prima dedicata all’opera italiana, la seconda ai compositori francesi ispirati dalla tradizione spagnola.

La Filarmonica del Sud è costituita da 65 professori che vantano esperienza presso prestigiose Fondazioni lirico-sinfoniche, Istituzioni concertistico-orchestrali e Accademie. I professori d’orchestra provengono da 7 province siciliane. Tra di essi anche alcuni musicisti stranieri che danno all’orchestra carattere di internazionalità. Un’orchestra nata dal desiderio di promuovere e diffondere la cultura musicale attraverso uno “strumento” capace di affrontare compiutamente generi e stili diversi. Un’orchestra che sarà luogo di incontro, confronto e concertazione, una comunità democratica capace di educare all’ascolto e alla cultura della diversità come ricchezza.

https://www.youtube.com/@filarmonicadelsud

-Quali emozioni provi nel dirigere un’orchestra?

Dirigere un’orchestra significa dare vita alla creatura sonora concepita da un compositore. In essa risiedono il contenuto poetico e l’anima del musicista che ne concepisce la forma, i colori orchestrali e le linee ritmico-melodiche. In questo corpo sonoro vive l’armonia delle componenti strutturali che attendono di essere dal segno grafico tradotte in musica. Provo, dunque, l’emozione di tale trasformazione, di questa alchimia di sensi che si fa gesto direttoriale. Nella musica s’incarnano tutti i sentimenti dell’uomo, si fanno espressione intensa d’indicibile bellezza. Sul podio si vive una vita parallela che attraversa i secoli per riportare in vita ciò che apparentemente appartiene al passato, prossimo o remoto,e che attraverso l’orchestra risuscita per essere rivitalizzato e reso attuale.Vibrazioni che attraversano il pensiero e lo spirito del direttore che rappresenta il custode dell’opera dell’ingegno. E il gesto direttoriale asseconda l’emozione e il sentimento che esprime di volta in volta la partitura che si articola nelle sue sezioni quasi fossero pannelli di vita, scene di una rappresentazione sonora che colpisce il cuore e la mente dell’ascoltatore.

-Cosa hai provato nei mesi del lockdown, nel vedere i teatri chiusi?

Nel periodo pandemico anche la musica, come tutte le altre forme d’arte, ha subito la violenza del silenzio coatto.L’impossibilità per gli uomini di vivere ciò che prima rientrava in quella presunta normalità, poco apprezzata proprio perché ordinaria, ha fatto ancora di più comprendere quanto la libertà di esprimersi e di comunicare, di relazionarsi e cooperare siano imprescindibili in una società organizzata. I teatri chiusi hanno rappresentato la soppressione di tutte quelle voci che dentro una fucina artistica animano la vita culturale di una comunità. Nel 2020 ho svolto l’incarico di collaboratore del Sovrintendente per le attività di produzione della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. Tra le diverse attività dell’orchestra anche quella relativa ai concerti in streaming che hanno evidenziato quanto un teatro senza pubblico sia privo di vita. Mancava, infatti, quello scambio osmotico tra proponente e ricevente, quella dialettica sinergica tra artisti e uditori che rappresenta il motivo della relazione tra le due parti che sono in “contrappunto” simbiotico. Suoni dell’orchestra che si fondono con il respiro del pubblico che attende di tradursi in scrosciante applauso come testimonianza di letizia e godimento.Alla tristezza di quel momento storico buio e tetro si è sostituito oggi il ritorno allo splendore dell’arte in ogni sua declinazione.

-Quando si spengono le luci del teatro dove finiscono le note che hanno fatto sognare, piangere, ridere e commuovere il pubblico?

Quelle note rimangono vive nella memoria e patrimonio dell’esperienza personale. Sedimentano in chi ne ha goduto per diventare conoscenza e desiderio di ritrovarle in una nuova esperienza di ascolto.

-I musicisti nei lager nazisti hanno continuato a suonare. Nessuno può fermare la musica nemmeno nei campi di concentramento…

Il musicista non può fare a meno della musica anche se sottoposto alla più atroce delle umane esperienze. La musica è ricordo e luogo sicuro ove trovare ristoro per l’anima e il corpo. La musica è più forte di ogni dolore, lo supera sciogliendosi in carezza.

-La musica è pericolosa? Puoi commentare questa frase di Federico Fellini presa in prestito da Nicola Piovani per un suo spettacolo e per un suo libro di successo?

Condivido l’assunto che la bellezza susciti pericolo. È rischioso sprofondare nella bellezza. Ma ancor più pericoloso penso sia non sentirne il bisogno incorrendo così nella morte dell’anima e nell’inaridimento emotivo rinunciando ad alimentarsi della sua linfa vitale. È necessario che la musica, quando guarnita di testo, si faccia sempre veicolo di messaggi positivi che inneggino ai valori di pace e di solidarietà, di rispetto e amore. La musica è infatti un amplificatore sociale specie in una società dove gli individui sono sempre più fittiziamente connessi tra di loro anche a costo di rinunciare alla propria personalità e identità.

-Chi sono i tuoi musicisti di riferimento?

Bach e Beethoven. Mi hanno insegnato il rigore e la libertà, la ricchezza d’inventiva e il coraggio di andare oltre per abbracciare la modernità. Da Bach a Beethoven, da Beethoven a Bono passando da Brahms! Il motto delle B che ha infiammato il mio spirito negli anni di studio. Una simpatica trovata che mi ha costantemente incoraggiato attraverso l’imperituro esempio di alcuni tra i più grandi compositori della storia.

-Perchè nei Paesi come l’Ungheria, la Romania, la Polonia, la Russia la musica ed il balletto sono più valorizzati che in Italia?

Perché questi Paesi, che hanno sofferto e sublimato il dolore con l’arte, hanno capito che la musica e il balletto vanno integrati organicamente in un sistema sociale che guardi alla cultura come fattore trainante e non elemento accessorio.

-Quali consigli ti senti di dare ad un ragazzo che da grande vorrebbe fare il musicista?

Una volta incontrai un direttore in carriera che tentò in tutti i modi di dissuadermi dal proposito di intraprendere gli studi di composizione. Mi ripeteva che solo pochi illuminati e talentuosi giovani potevano terminare un percorso particolarmente difficile e tortuoso. E naturalmente lui era stato uno dei pochi eletti. Quel tentativo mal riuscito fece scoppiare in me un fuoco che ancora arde. A quel presunto maestro devo probabilmente quel coraggio e quella determinazione che mi hanno permesso di conseguire 5 diplomi accademici (Clarinetto, Musica corale e direzione di coro, Didattica della musica, Composizione e Direzione d’orchestra) e due master di alto perfezionamento in direzione d’orchestra presso la prestigiosa Universität für Musikund darstellende Kunst di Vienna.

Consiglio, pertanto, ai giovanidi avvicinarsi alla musica con rispetto e dedizione totale, di servirla con amore perché lauta sarà la ricompensa a prescindere dal percorso formativo e professionale che ne discenderanno. La musica dona sicurezza, potenzia l’intelligenza emotiva, educa al rispetto e alla cooperazione, insegna ad ascoltare gli altri perché ogni essere vivente è un suono unico e speciale!

-È vero che suonare uno strumento musicale allunga la vita?

Ogni volta che dirigo in concerto vivo più vite tante quanti sono i compositori inseriti in programma. Suonare lo strumento orchestra significa dunque per me fermare la mia vita e continuare quella del compositore nella cui musica mi immergo e sprofondo. Alla fine del concerto riprendo la mia vita come se mi destassi da un sogno. La musica ferma il mio tempo e allarga la mia vita!

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vivo con gioia e spirito di servizio l’insegnamento in conservatorio perché i miei amati studenti, con la loro dedizione, danno senso al mio impegno professionale. Cercherò di essere ancora credibile e capace di dare loro tutto ciò di cui hanno bisogno per acquisire le competenze professionali e le abilità musicali richieste alla fine del percorso formativo.

Diversi i progetti e gli impegni artistici futuri con le due compagini musicali di recente costituzione e delle quali sono direttore artistico e musicale: l’Orchestra Filarmonica del Sud e il Coro femminile “Adelina Patti”.Quest’ultimo, costituito da 13 cantanti liriche provenienti da diverse province siciliane, ha debuttato a maggio in un concerto dedicato alla Vergine Maria con un programma che ha spaziato dalla musica romantica a quella del ‘900 contemplando le più importanti pagine del repertorio storico d’ispirazione sacra concepite per questa formazione corale da grandi compositori quali Verdi, Brahms, Saint-Säens, Fauré, Kodály, Poulenc e Duruflé.

https://www.youtube.com/@corofemminileadelinapatti

 

Biografia

Diplomato in Clarinetto, Musica corale e direzione di coro, Didattica della musica, Composizione e Direzione d’orchestra, è autore di composizioni sinfoniche, musiche di scena e per film. Ha tenuto concerti per diverse Istituzioni (Wiener Musik seminar, Fondazione Banco di Sicilia, Associazione Nazionale Magistrati, Amici della Musica, Sicily Choral Institute, Società Dante Alighieri, Roccoforte Hotels, Rotary club, Lions club) presso importanti siti culturali e luoghi di culto (Minoritenkirche di Vienna, Kamani Auditorium di Nuova Delhi, Concattedrale di San Giovanni a La Valletta, Teatro Manzoni di Monza, Teatro Esperia di Firenze, Aula Magna dell’Università di Bologna, Auditorium Rai di Palermo, Chiesa dello Spasimo e Cattedrale di Palermo, Cattedrale di Trapani, Seminario vescovile e Cattedrale di Mazara del Vallo, Parco Archeologico di Selinunte, Teatro antico di Segesta, Museo Archeologico Regionale Eoliano, Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani, Teatro “Pirandello” di Agrigento, Teatro Samonà di Sciacca, Teatro Impero di Marsala, Teatro Cielo d’Alcamo, Teatro “L’Idea”di Sambuca) dirigendo varie formazioni corali e orchestrali (Coro “Mozart”, Coro “Cantores mundi”, Coro e Orchestra del Conservatorio “A. Toscanini” di Ribera, Coro del Conservatorio “A. Scontrino”di Trapani, Orchestra Filarmonica Lugansk, Orchestra “Solisti Sicani”, Orchestra Filarmonica “CittàdiAgrigento”,Orchestra Filarmonica “Ruggero II”,Orchestra “Cataldo Amodei”, Symphony Orchestra of Solidarity). Nel 2007 ha vinto il1o premio nella masterclass internazionale in direzione d’orchestra tenuta dal Prof. Mark Stringer a Vienna. Ha ricevuto due premi internazionali (Luccio d’oro e CortoLovere 2008) per le migliori musiche composte per il cortometraggio Maradona baby, del regista Nino Sabella, premiato a New York con lo Spike Lee Award.Ha frequentato due corsi post-laurea in direzione d’orchestra sotto la guida dei Maestri Mark Stringer, Uroš Lajovic e Simeon Pironkoff presso l’Universität für Musikund darstellende Kunst di Vienna. È stato scelto per dirigere la prima Sinfonia di Schumann nell’ambito di una masterclass che il Mo Fabio Luisi, già direttore del Metropolitan di New York e direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, ha tenuto nel 2009 presso la stessa Università. Nel 2012 ha diretto il soprano Katia Ricciarelli in occasione di un concerto tenuto presso il Teatro Pirandello e, a Nuova Delhi,l’opera “Don Pasquale”di Donizetti. È stato direttoreartistico dell’Associazione musicale Il Contrappunto e dell’Accademia culturale Il Cerchio delle Artiper le quali ha organizzato stagioni concertistiche e masterclass. Nel 2014 hadiretto il Coro di voci bianche dell’Accademia musicale “Santa Maria del Giglio” in occasione del Google Camp, evento mondiale organizzato presso il Parco Archeologico di Selinunte. Nel 2015 ha diretto il concerto inaugurale del Teatro Popolare Samonà di Sciacca. Nel 2016 ha collaborato con il Coro femminile dello Smith College di Northampton (MA) diretto dal MoJonathan Hirsh. Nel 2018 è stato assistente del Mo Jerry Blackstone, già vincitore di due Grammy Award e Professore emerito dell’Università del Michigan, nell’ambito di una masterclass per coristi e direttori di coro presso il Conservatorio di Trapani. Nel 2019 ha collaborato con il coro di voci bianche “Philadelphia Boys Choir&Chorale” in occasione di una tournée che il coro americano ha tenuto in Italia. Nel 2020 è stato collaboratore del Sovrintendente per le attività di produzione artistica della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. È promoter e consulente artistico della società americana Classical Movements leader nell’organizzazione di tournée per cori e orchestre di tutto il mondo. È direttore artistico e musicale dell’OrchestraFilarmonica del Sud e del Coro femminile “Adelina Patti”. Fa parte del roster degli artisti rappresentati da Donatella Felluga. È docente ordinario di Esercitazioni coralipresso il Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani.

https://www.antoniogiovannibono.com

Un ringraziamento ai fotografi Antonio Giordano, Giuseppe Di Salvo, Sonia Luisi ed Enzo Sanzone.