Ritratti: scrittrici del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra Bia Cusumano

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«Scivola e incespica

ad ogni passo.

Colmo e franto

il respiro.

Rotondo il silenzio.

Perfetto tra rovine

baciate dagli Dei«. […]

Con questi versi tratti dalla composizione “Diaframma di vetro”, scritta nel 2023” propongo ai lettori di Ripost e ai miei 25 lettori manzoniani, l’intervista alla poetessa e scrittrice Bia Cusumano di cui sentiremo molto parlare in questi anni, proprio nel giorno internazionale della poesia. Ho conosciuto Bia il 23 gennaio di quest’anno durante l’ottavo Reading poesie, organizzato dalla Fuis Federazione Scrittori italiani al Museo Etnografico Siciliano alla presenza del presidente del Fuis Natale Antonio Rossi e di Sara Favarò. In quell’occasione Bia ha ricevuto il terzo premio per il libro Trame Tradite pubblicato dall’editore Navarra. Mi ha fatto molto piacere rincontrarla al Palazzo del poeta per la presentazione di questo libro che sta andando in ristampa, in una speciale presentazione molto coinvolgente condotta magistralmente da Rosa Di Stefano, alla presenza dell’editore Ottavio Navarra e di un attentissimo pubblico. Anche in questa occasione ho avuto modo di cogliere la semplicità e la simpatia che la scrittrice sa esprimere. Bia accoglie le persone con un sorriso e le mette a loro agio. Ho capito che avevo di fronte una scrittrice molto interessante ed originale. Bia sa osservare il mondo in profondità e comunica con gli occhi. Il suo colore preferito è il rosso, il film che ama di più è “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, la canzone Show must go on dei Queen, il regista Ferzan Ozpetek. La passione segreta è volare in mongolfiera. Ma andiamo a conoscerla da vicino.

-Chi è Bia Cusumano?

Sono come diceva Alda Merini, “una terra sismica”, una donna molto vulcanica, esuberante e piena di idee che ronzano, come uno sciame d’api, attorno alla mia testa. Fin da piccolina, ero una bambina sensibile, creativa ma estremamente vivace. Credo, che da donna abbia imparato a canalizzare le energie e la mia esuberanza attraverso la scrittura e l’amore per la letteratura e le parole. Sarei potuta diventare un medico o una psicoterapeuta, ho innato il senso materno della cura dell’altro e dell’ascolto. Mi piace scendere dentro le vite altrui, non per mera curiosità ma perché dentro le fibre dell’anima umana mi sento a mio agio e mi oriento ad intuito, connettendomi con i vissuti di dolore e con le gioie altrui come fossero le mie, sentendone la potenza dilagante che producono.

-Perché hai scelto la letteratura?

Perché coniuga tutto. In fondo, chi scrive, attraverso le parole scende negli abissi propri e altrui, tocca la psiche degli altri e ha diritto di cittadinanza nel mondo di chi incontra. Inoltre, la letteratura è la migliore cura che conosca. La migliore medicina naturale per la coscienza. Essere scrittori è un po’ come essere terapeuti, un pò medici e un pò funamboli. E’ come stare su un filo tessuto e intessuto di incontri e relazioni. Ecco chi è Bia. Una donna che ama fare tante cose e che non piega la schiena davanti gli abusi o soprusi. Come dice Anna Segre, non mi sento un fiore ma un coltello di luce.

-Quando nasce la tua passione per la scrittura?

Da sempre. Scrivo fin da quando avevo undici anni e oggi ne ho 45. Ma leggo da quando ne avevo quattro. La mia vita è sempre stato un viaggio colmo di libri, di parole, di letture. Scrissi la mia prima poesia a undici anni e da allora non mi sono fermata. Mi piace sperimentare tante forme di scrittura, travalicando dalla poesia alla prosa, dalle note di lettura alle recensioni, dalle interviste agli articoli. Non amo i confini, gli schemi, gli argini. Chi scrive, scrive. Le convenzioni e le schedature, le categorie non sono per me.

-Gli uomini visti da Bia…

Ho avuto un grande padre, con un grande senso del maternage. Per me gli uomini o sanno amare donandosi senza mezze misure con presenza e cura o sono uomini incompiuti, forse immaturi, ma sicuramente irrisolti. Mio padre era un dirigente, un professionista con molte responsabilità ma questo non gli ha impedito di essere un padre presente, amorevole e pieno di attenzioni. Ricordo, che mi portava a fare shopping, ogni mattina mi preparava la colazione prima di andare al lavoro, mi regalava tulipani e fresie e non vi era sera in cui non mi desse il bacio della buona notte sulla fronte, anche se la sua sera continuava nel suo studio a lavorare fino a tardi. Ha sempre lavorato moltissimo con tenacia e devozione ma questo non è mai stato l’alibi dietro cui mascherare assenze o mancanze. Tutt’oggi è un padre presente e affettuoso, protettivo e sensibile. Mi ha insegnato ad essere una donna forte, libera e capace di autodeterminare il mio destino. L’amore dunque, se è amore vero, non è gabbia dorata ma trampolino. Ti porta ad evolvere, a crescere non ti schiaccia e non ti tiene prigioniera in catene. A lui devo molto, moltissimo. Oggi non sarei qui a parlare con te, se non avessi avuto lui come esempio e bussola per orientarmi nel mondo.

-Quanto aiuta la bellezza di una donna ad affrontare questo mondo difficile?

La bellezza fisica credo possa essere un passepartout soltanto all’inizio. Quando incontri una persona o donna o uomo che sia, è normale che se è ben curata, dai lineamenti gradevoli e piacenti, dal modo di fare elegante e gentile, ti colpisca di più rispetto ad una persona sciatta, trasandata, dai lineamenti poco accattivanti. Ma è soltanto la prima impressione, il primo contatto visivo e meramente fisico. La vera bellezza, quella che ti strega e conquista è il carisma di una persona. La sua energia vitale, la sua luce interiore, il suo slancio propositivo, il suo entusiasmo. Per cui puoi anche essere una icona di bellezza, una dea scesa dall’Olimpo, ma se non possiedi questa aura magnetica e questa energia vitale, tutto si affievolisce presto. Ciò che resta è ciò che conta. E la bellezza meramente fisica è effimera, caduca, passeggera. Se invece incontri una donna o un uomo carismatici, questo incontro ti resterà dentro per tutta la vita.

-Cosa contiene Trame Tradite?

E’ un libro di 24 racconti al femminile, un omaggio alla bellezza, alla forza, alla determinazione delle donne. E’ il racconto di diverse donne che in realtà hanno tanti volti, quelli di Bia Cusimano, quello che Bia sarebbe potuto essere o quello che un giorno sarà.

-Perché leggerlo?

E’ un omaggio alle donne e soprattutto un dialogo silenzioso con gli uomini, che hanno bisogno di apprendere e di imparare che le donne non sono soltanto ciò che appare, ma soprattutto sono ciò che hanno dentro.

-Sempre sul tuo Libro Trame Tradite è scritto dall’alto di una convinta elevazione spirituale a cui tenti di ricondurre l’adolescenza nella “Sicilia dello scirocco e del mare”. A chi si rivolge e quali messaggi intendi dare ai lettori?

Credo di avere scritto questo libro come omaggio alle donne libere, forti, passionali, determinate che hanno dovuto affrontare i soprusi o gli abusi da parte di chi amavano perdutamente. E’ stato il mio modo personale di risarcirle della loro dignità spesso violata o vilipesa. La scrittura è balsamo per le ferite di cui però restano le cicatrici. Ma è un bene che sia così. Se no ripeteremmo sempre gli stessi errori o copioni esistenziali. Per evolvere bisogna essere disposti ad affrontare il dolore, la delusione, le mancanze, le ferite, perfino i tradimenti da parte di chi ti aspettavi cura, protezione, fedeltà. Il libro è anche un omaggio alla mia terra, la Sicilia che amo e a cui non potrei rinunciare per il suo mare, i suoi tramonti, il suo scirocco, la sua salsedine, le sue zagare, per i suoi odori e sapori. Il libro si rivolge tanto alle donne quanto agli uomini. Perché chi ha tolto possa comprendere che nella vita non siamo nati per depredare l’altro ma per arricchirlo con la nostra presenza e chi ha ricevuto molto impari a dire grazie, perché nulla è dovuto o scontato. Tutto è dono e grazia. Non è un libro didascalico. Non ci sono ricette per vivere bene o per essere belle persone se non seguire i propri desideri autentici, essere connessi con le proprie emozioni, essere insomma senza maschere o finzioni. Liberi di essere pienamente e compiutamente se stessi. Nessuno ha il diritto di rubarci il sorriso o di spegnere la nostra gioia di vivere. E questo vale sia che sei una donna sia che sei un uomo. Alle donne è stata negata la possibilità di essere protagoniste della propria vita. Spesso hanno dovuto rinunciare o abiurare a se stesse per gli altri: figli, mariti, padri, aspettative sociali troppo radicate e radicali. Non tutte hanno avuto la forza di dire no. Occorre davvero tanta forza per saper dire no. Ma non è un libro scritto da una femminista, non mi reputo tale. Incredibilmente forse vuole parlare più agli uomini che alle donne. Alle donne vuole giungere come una carezza complice, un abbraccio, un sorriso di sorellanza emotiva. Agli uomini invece forse vuole giungere come uno Stop, Alt. Insomma, signori uomini, imparate che oltre le gambe c’è molto di più, come diceva il ritornello di una nota canzone del Trio Lescano del 1938 intitolata “Ma le gambe”. Ero piccina ai tempi, non avevo capito cosa volesse dire quel ritornello che reputavo quasi banale. Oggi da donna che ha dovuto lottare parecchio per affermare la propria libertà interiore e per difendere la propria dignità, ho compreso che non era soltanto un banale ritornello. La strada da compiere è ancora tanta, ma le donne per fortuna, sono gli esseri più resilienti e robusti che conosca.

-Cosa ha rappresentato nella tua vita tuo padre, che definisci “radice del mio cuore” e cosa ha rappresentato tua madre?

Mio padre è la mia scuola di “Bellezza e di Amore”. Ho imparato l’arte della parola e l’amore per i libri da lui. Lo definisco radice del mio cuore perché è stato ed è il mio punto costante di riferimento, la mia salda quercia, ma anche la mia autentica possibilità di sperimentarmi ogni giorno donna piena e complessa, con le mie esuberanze, intemperanze, difetti, passioni, sogni, vocazioni. Non mi ha mai castrato o tarpato le ali pur essendo molto protettivo. Rappresenta la mia Itaca. Mia madre è stata un’ombra fugace nella mia vita. Troppo diverse per natura e anima. Ho scelto di essere infatti tutto ciò che lei non è.

-Perché hai scelto 24 racconti per comporre il tuo libro?

I racconti in origine erano 31. Il mio editor, Antonio Celano ha ritenuto che questi 24 fossero quelli più maturi ed equilibrati dal punto di vista stilistico e narrativo per far parte di un libro. Mi sono fidata. La fiducia nella vita è tutto. Del resto se non ti fidi dell’ingegno, della cultura e dei consigli del tuo editor è inutile averne uno. Antonio è un bravo editor, mi ha condotto dai versi che fino a questo libro avevo sempre scritto alla prosa. A lui devo molto, perché questo libro ha avuto una lunga gestazione. Adesso penso che lo immaginavo esattamente così. Nulla da aggiungere o togliere.

-Puoi commentare questa frase: “La vera bellezza è amare ed essere amati”

…Siamo stati creati per questo. Lo credo fermamente. Siamo amore, desiderio, spinta propulsiva, curiosità che crea, energia che dilaga. Il senso di questo viaggio su questo pianeta è amare, per cui non esiste bellezza per me che non passi attraverso l’amore declinato in tutte le sue forme. Essere amati poi è uno stato di grazia. Infatti puoi esercitarti e impegnarti nell’amare gli altri, nel rispettarli o nel prenderti cura di loro, ma essere amati è davvero un miracolo che accade, così come può anche non accadere mai. Non è scontato o dovuto che gli altri ci amino e non possiamo piacere o essere amati da tutti. Ma possiamo impegnarci in prima persona a costruire amore nella nostra vita. Perché se non sei responsabile dell’amore che ricevi, sei responsabile dell’amore che dai o sai dare.

-Che cosa sono l’amicizia e l’amore nel mondo in cui viviamo, in cui c’è poco tempo per i sentimenti?

Sentimenti che purtroppo vanno sgretolandosi. Le relazioni umane sono sempre più superficiali, opportuniste e sempre meno autentiche. Bisogna coltivarle come si fa con i fiori. Se ricevi in dono una piantina, non ha senso che la lasci morire senza acqua al buio. Quel dono ha senso solo se te ne prendi cura. Dovremmo considerare i sentimenti e imparare a coltivarli con attenzione e delicatezza, ogni giorno. Nulla è davvero scontato. Una chiamata, un messaggio, un ti voglio bene, un gesto non previsto, una semplice sorpresa, una carezza possono cambiare e sovvertire la giornata, la rotta, il destino degli altri. E se poi nulla dovesse cambiare in loro, praticare la gentilezza, la cura, l’ascolto, l’attenzione ha il potere di cambiare tutto in noi. Anche solo per questo, perché ci dà la possibilità di essere persone migliori, vale la pena coltivare l’amicizia, la fratellanza, la solidarietà, l’amore. Siamo tutti figli di uno stesso cielo o semi di una stessa terra.

-L’amore ha una sua graduatoria che vede al primo posto quello per i figli…

Assolutamente sì, se ne hai. Ma l’amore non è solo quello che lega i genitori ai figli. Ho sempre creduto che i figli non siano un dovere nella vita, ma una possibilità, appunto un dono. Ci sono amori meravigliosi che legano persone che non hanno alcun DNA in comune e persone che pur essendo fratelli o madri o padri arrivano ad uccidersi. L’amore ha poco a vedere con il DNA. L’amore non si spiega e non esiste alcuna scientifica spiegazione per provarlo, rinnegarlo e tradirlo. Ci sono figli ingrati quanto genitori o viceversa figli devoti quanto genitori straordinari, in grado di dare tutto a chi hanno messo al mondo. Se solo capissimo che l’amore non è un dovere imposto dall’albero genealogico, ma davvero un miracolo, un dono e una chiamata di responsabilità forte a cui non sottrarsi con codardia o viltà, forse le cose potrebbero andare diversamente.

-Ci sarà un giorno la vendetta o la rivincita delle donne?

Non si stratta di vendetta o rivincita ma di equità, giustizia, equilibrio, parità. Fino a quando saremo “quote rosa” insomma categorie umane da tutelare o proteggere, stile animali in estinzione e dovremo ricordare ogni anno attraverso la giornata internazionale delle donne che siamo esseri umani al pari degli uomini, la vedo dura.

-Come mai non esiste una giornata internazionale degli uomini?

Forse perché non hanno bisogno di rivendicare i loro diritti, la loro dignità, la libera autodeterminazione del loro destino.

-Perché le donne hanno bisogno ancora di rivendicare i loro diritti?

I diritti riguardano la dignità degli esseri umani, non i sessi. Inviterei le donne a non chiedere il permesso per uscire con le amiche, o fare viaggi da sole, per non preparare la cena, stirare il bucato o le inviterei a non sentirsi in colpa per aver deciso di non avere figli. Inviterei gli uomini a comprendere che le donne non vanno gestite come fossero materiale fragile o ancor peggio, pericoloso. Le persone non si gestiscono, manipolano, usano, dominano.Si rispettano e si amano.

-Certe volte penso che la Bibbia è maschilista…

Il vecchio testamento credo abbia una impronta parecchio maschilista ma Gesù è stato un grande rivoluzionario, un grande sovversivo. Un uomo che dava voce alle donne e le considerava alla pari degli uomini. Tra i suoi discepoli non a caso Maddalena era preziosa e importante quanto Giovanni o Pietro. Eppure Pietro passa alla storia come un martire e il primo pastore della Chiesa, Maddalena come una prostituta. Qualcosa esattamente non va in questo racconto… non trovi? Eppure un episodio dei Vangeli che ho sempre tenuto a mente è proprio il passo in cui Gesù rivolgendosi alle persone presenti attorno a lui, dice che Maddalena con le sue lacrime e i suoi capelli gli ha lavato e asciugato i piedi. Questo gesto vale più di qualsiasi altra cosa. Dunque non l’amore fatto di parole o apparenze, ma l’amore intessuto di gesti, scelte, coraggio, dedizione, donazione, cura. Gesù era troppo avanti per i suoi tempi, purtroppo, dopo venti secoli, anche per i nostri!

-Cosa salverà il mondo; la bellezza, i bambini, il cinema o la letteratura?

La bellezza. Ma esiste bellezza senza arte? Ovvero senza la poesia, la letteratura, la vocazione a creare degli uomini? E come dico sempre io, c’è chi fa figli e chi fa libri. In sintesi se ci salveremo è solo perché in grado di creare bellezza. Che poi sia un volto di un bimbo o un poema, un dipinto o un film poco importa. Ciò che salva è creare. Siamo stati creati a nostra volta e poco importa da chi. Se da Dio, dal Destino, dalla Natura, dal Caos. Dietro di noi vi è un progetto creativo. E siamo chiamati a ripetere questo miracolo della creazione. E’ la spinta dell’universo, inevitabile e imprescindibile.

-Quando finirà il patriarcato maschile?

Non so se finirà mai. Mi attengo ai dati. Soltanto nel 2023 le vittime di femminicidio sono state 120 e più della metà di loro è stata uccisa da un ex compagno, marito, fidanzato, comunque sia, la maggior parte di queste donne è stata uccisa in ambito familiare. Un vero massacro. Quanto questo abbia a che vedere con un sistema maschilista, spesso prevaricatore, violento, oppressivo e lesivo della dignità delle donne, lo narra la storia. Quanto gli uomini spesso siano misogini in maniera subdola e ambigua, esercitando un potere di manipolazione psicologica e di colpevolizzazione nei confronti delle donne che le mortifica e le strema, è altrettanto sotto gli occhi di tutti. E quanto le donne abbiano introiettato questo sistema prevaricante e competitivo, spesso facendosi la guerra fra loro, piuttosto che imparare ad essere dalla stessa parte è altrettanto evidente in ogni contesto relazionale. Eppure gli uomini si atteggiano spesso a galantuomini, a abili ed esperti adulatori della beltà femminile. I peggiori maschilisti paradossalmente sono proprio quelli che dicono: “Ma io amo le donne!” Certamente! le amano se sanno stare zitte, mute, non li contraddicono e sono disposte a farsi in quattro per portare soldi a casa, essere madri, mogli, casalinghe e super fighe! Sinceramente, ho rinunciato a tutto questo consapevolmente da molto tempo. Non sono in gara con nessuna e non mi faccio intimorire da chi ha più muscoli, maggiore forza economica o esercita un ruolo più prestigioso. Mi pongo sulla stessa linea orizzontale degli altri essere umani. Siamo tutti soggetti a malattie, fallimenti, errori, morte. Non rivendico i miei diritti, li esercito e me ne avvalgo così come compio i mei doveri. Non sento il bisogno di urlare che sono donna per aver riconosciuto nulla in più o in meno rispetto agli uomini, né per avere sconti o vie comode.

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Continuare a scrivere. Scrivere libri in prosa o in versi. Continuare a creare bellezza nella mia terra ossimorica che amo visceralmente. In sintesi i miei progetti sono, continuare a fare ciò che faccio ogni giorno con amore, passione e tenacia. E soltanto questa idea di cui ti parlo mi rende felice.

Biografia

Bia Cusumano nasce a Castelvetrano nel 1978. Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo Ginnasio “G. Pantaleo” di Castelvetrano, si laurea in Lettere Moderne all’Università di Palermo. E’ docente di Lettere Italiane e Latine presso il Polo Liceale di Castelvetrano. Ha scritto e pubblicato due sillogi poetiche: De Sideribus nel 2010 e Come La Voce al Canto nel 2021, nel 2022 con il filosofo Fabio Gabrielli ha pubblicato: Sulla soglia del filo spinato storia di una bambina trasparente e di un bambino con un nome, Sferlazzo Editore. Scrive per Loftcultura.it nella rubrica letteraria Rosso Bia concepita a gennaio del 2022 insieme alla giornalista Jana Cardinale, in cui attraverso la prosa poetica dei suoi racconti esplora il mondo dei sentimenti e delle emozioni dell’animo umano. Per Il Corriere di Sciacca scrive sulla rubrica letterari Il Vizio delle Parole e collabora con il quotidiano La Sicilia di Catania e con Malgrado Tutto di Egidio Terrana e Salvatore Picone. È socia di Casa Sciascia, presso Racalmuto, sostiene l’importanza fondamentale di costruire cultura insieme. Presenta eventi e manifestazioni culturali e letterarie, continua ad occuparsi di poesia e letteratura. È presidente dell’Associazione Culturale Palmosa Kore e direttore culturale del Palmosafest, primo Festival d’Arte e di Letteratura della città di Castelvetrano. Ha pubblicato Trame Tradite a firma Navarra Editore, libro di racconti con prefazione di Giusy Sciacca e postfazione di Gaetano Savatteri. Sta lavorando alla prossima silloge poetica Itaca Ebbra e insieme al filosofo Fabio Gabrielli, già proposto per il Nobel nel 2015, ha scritto un libro su Wislawa Szymborska, Lo Stupore del Quotidiano, edito da Ex Libris Edizioni, nel centenario della sua nascita. È accademica di Sicilia e ha ricevuto il premio Donna Siciliana 2023. Ad oggi ha una rubrica letteraria: Faro di posizione su Prima Pagina Castelvetrano.it. Nel suo sentire, gli incontri creano costellazioni di bellezza e le parole sono sigilli da custodire e non tradire.