Ritratti: giornalisti del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra il giornalista Giovanni Villino

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“La notte lava la mente. Poco dopo si è qui come sai bene, file d’anime lungo la cornice, chi pronto al balzo, chi quasi in catene. Qualcuno sulla pagina del mare traccia un segno di vita, figge un punto. Raramente qualche gabbiano appare”. Con questa poesia di Mario Luzi introduco il giornalista e scrittore Giovanni Villino molto legato a questi versi sin dalla prima lettura.

A farlo innamorare del grande poeta Mario Luzi è stato il suo professore del Liceo Garibaldi Elio Giunta. Anch’egli poeta e scrittore. Giunta ci ha fatto incontrare di persona e conoscere autori del nostro tempo- mi dice Villino. Questa poesia descrive al meglio il senso del tempo e la necessità per l’uomo di un contatto con il mondo metafisico. Conosco Giovanni da moltissimi anni da quando accompagnavo mio figlio al Don Bosco. E’ stato sempre un personaggio che mi ha incuriosito per la cultura e per la gentilezza. Giovanni sa raccontare con garbo la vita delle persone ne ha un profondo rispetto, tutte le volte che lo incontro, penso ad una frase che un giorno mi disse il giornalista Enzo Biagi “La vita va presa come dovere e non come divertimento, il giornalista deve essere onesto e sincero sempre, la libertà è come la poesia. Senza gli scrittori siciliani, l’Italia sarebbe più povera culturalmente”. Giovanni Villino in questi anni ha scritto alcuni libri particolarmente interessanti, ”Giornalisti nel Metaverso”, “La rosa bianca dell’Apocalisse”… E’ un giornalista scrupoloso attento ai problemi delle nuove generazioni. Il suo modo di condurre il Tg è elegante, utilizza il registro giusto e sa coinvolgere lo spettatore. Nelle interviste mette le persone a loro agio e pone domande interessanti, le emozioni arrivano al cuore di tutti. Ma andiamo a conoscere da vicino Giovanni.

– Quando nasce la tua passione per il giornalismo?

La passione per il giornalismo è frutto di due miei grandi amori: la lettura e la scrittura. Da bambino divoravo libri a non finire. Quando ho compiuto otto anni mio padre mi ha regalato una macchina per scrivere. Questo dono ha segnato la svolta con la scrittura delle cronache di famiglia: sotto forma di articolo giornalistico davo conto di tutte le avventure e disavventure che coinvolgevano genitori, parenti e amici. La domenica, durante i raduni familiari a casa dei nonni, la lettura di questi miei componimenti. Da lì è stato un crescendo…

– Cosa si intende per società digitale?

Una società che ha sviluppato nuove competenze e che ha compreso i vantaggi della tecnologia informatica applicandola alle diverse dimensioni sociali: dall’ambito personale e familiare a quello professionale.

– Quali sono i vantaggi e i rischi che corriamo con internet?

Sia sul fronte dei rischi che dei vantaggi, possiamo dire che siano gli stessi che può avere un coltello: può servire per uccidere o ferire qualcuno, come anche può essere fondamentale per cibarsi. Con internet, come accade per ogni strumento, se lo si conosce e si ha consapevolezza degli effetti e delle implicazioni del suo utilizzo, si possono trarre molti vantaggi sia sul fronte economico che di crescita e sviluppo.

– Come sta diventando il mondo con il Metaverso?

Il mondo sta diventando un posto migliore, ma non grazie al Metaverso. Nelle nuove generazioni crescono consapevolezze più radicate, un lento ma costante risveglio delle coscienze: dal rispetto dell’ambiente alle logiche legate al risparmio energetico, la voglia di affermare principi di giustizia, eguaglianza, libertà e pari opportunità. Il Metaverso potrà venire incontro a diverse realtà che oggi pagano un prezzo caro a causa delle distanze dai grandi centri o degli strumenti a disposizione. Grazie alla realtà virtuale, alla realtà aumentata e all’intelligenza artificiale faremo notevoli balzi in avanti.

– Nel tuo libro Giornalisti nel Metaverso citi il mito di Platone, pensi che l’uomo di oggi tenda a rifugiarsi nella caverna?

L’uomo tende sempre a rifugiarsi in ciò che lo fa sentire al sicuro. La caverna di platonica memoria, in questo senso, è metafora “assoluta” ed è assimilabile a quella comfort zone che rischia però di diventare una pericolosa trappola.

– Perché un giornalista dovrebbe occuparsi di Metaverso?

Un giornalista deve seguire e occuparsi di ogni novità di rilievo che può avere un impatto nella vita di ogni persona, così come nei contesti sociali. Il giornalista ha il dovere di informare e per farlo deve conoscere, comprendere, studiare e approfondire.

– Quali cambiamenti ha portato la rete al mondo dell’informazione, quelli della mia generazione compravano il giornale ogni giorno e pensavano di essere informati, con la diffusione della rete un minuto dopo la notizia è superata…

I quotidiani cartacei su singoli e importanti fatti di cronaca vanno spostando sempre più l’attenzione sulla ricostruzione dei retroscena e sull’esame delle prospettive e degli scenari. La notizia superata a livello temporale non sarà mai superata se trattata sotto il profilo dell’analisi. I media sono diversi. Cambiano gli strumenti, mutano i linguaggi… ma la notizia resta.

– Cosa si intende per giornalismo associativo, è ancora vivo il giornalismo all’inizio del 2023, qual è il suo stato di salute?

Il giornalismo non è morto, ma non sta benissimo. Si deve riprendere da una batosta: quella dovuta al fatto di non aver compreso il cambiamento dettato dalle tecnologie. Tecnologie, soprattutto informatiche, che hanno modificato anche le modalità di fruizione dell’informazione.

– C’è ancora il quarto potere?

C’è mai veramente stato?

– Esiste ancora l’editore puro?

Un simpatico e nostalgico ossimoro…

– Cosa si intende per quinto dominio?

Parliamo di internet. Lo spazio cibernetico è considerato il più recente ambiente di guerra dopo terra, mare, cielo e spazio. Basta osservare e leggere con attenzione le cronache quotidiane: quante volte negli ultimi tempi abbiamo sentito parlare di attacchi informatici legati ai paesi stranieri?

– I cavi sottomarini sono circa 900.000, quali rischi corriamo?

Nessuno. Non sono invasivi per la vita dell’essere umano.

– Chi controlla la veridicità delle notizie, chiunque può pubblicare una fake news e portare ansia ed angoscia nel mondo?

Questo è il grande tema del nostro tempo. Nessuno controlla veramente. Ma ci può essere chi controlla le notizie? Pensiamo agli effetti di un organo supremo di giudizio… tremo di fronte a questa ipotesi/scenario.

– Possiamo dire che il Metaverso è un universo virtuale creato dal computer?

No. Il Metaverso è creato dall’uomo, da programmatori reali.

– Leggendo il tuo libro con attenzione mi è venuto in mente lo scrittore Luigi Pirandello con il racconto Quaderni di Gubbio Serafino operatore, dove la tecnologia sbrana l’uomo. Non è quello che ci sta succedendo oggi, si sta forse avverando la profezia di Pirandello?

L’uomo ha qualcosa che una macchina, un robot non potrà mai avere: l’empatia.

– L’intelligenza artificiale può essere un pericolo per il futuro dell’umanità?

Sì, ed è forse uno dei rischi più grandi che oggi si possono correre.

“I giornalisti cucinano le notizie”… Cosa vuoi dire esattamente con questa espressione, che i giornalisti sono come i cuochi e possono mescolare gli ingredienti a loro piacimento?

No. Anche perché c’è solo un ingrediente alla base di tutto: la verità. Con il termine “cucina”, è bene precisare, che si intende il lavoro della redazione. È stato Dino Buzzati a parlare di redazione come “cucina del giornale”.

– A chi si rivolge il tuo libro sul Metaverso?

Il mio libro si rivolge a giornalisti, siano essi redattori o cronisti, ma anche a chi vuole conoscere questo “nuovo mondo” con cui ci si confronterà inevitabilmente.

– Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto lavorando ad un laboratorio giornalistico sul Metaverso. Spero che questa avventura possa presto coinvolgere anche l’ Ordine dei Giornalisti e il sindacato per dare corpo a una formazione 3.0 che usi gli strumenti offerti dalla tecnologia senza paure o remore, emancipandosi da qualsiasi resistenza interna alla stessa categoria.

Biografia

Giovanni Villino, giornalista professionista, nasce a Palermo nell’estate del 1978. E’ redattore ordinario di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Inizia il suo percorso professionale con il Giornale di Sicilia. Da oltre vent’anni collabora con diverse testate online. Si occupa di formazione sul mondo digitale per l’ordine dei giornalisti. E’ autore di “Scalo a Grado”, un podcast di approfondimento su fatti di cronaca e scenari.