Ribera: Martedì 28 ottobre all’ Auser la consegna del premio “Giuseppe Ganduscio, una vita per la pace”. I vincitori Vacante e Mangiaracina

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La città di Ribera ricorderà, nel centesimo anniversario della nascita, il pacifista Giuseppe Ganduscio, con la consegna. prevista per martedì pomeriggio 28 ottobre. dei riconoscimenti della decima edizione del concorso nazionale “Giuseppe Ganduscio, una vita per la pace”. I premi nella sezione poesia sono andati a Rosa Vacante di Calamonaci per “Fermati omu!”, nella sezione poesia in dialetto e ad Ignazio Mangiaracina di Santa Margherita Belice per “Il contrario della guerra: pace”, nella sezione poesia in lingua.

La giuria, composta da Giovanna Valenti, Maria Gaetana Vitanza e Maria Vento, ha anche deciso di pubblicare, in occasione della cerimonia di premiazione, poesie di Lorenzo Peritore di Licata, Vincenzo Aprile di Ribera, Rosa Vacante di Calamonaci, Ignazio Mangiaracina di Santa Margherita Belice, Giuseppe Cannata di Ribera, Angela Mazzanti di Porto San Giorgio (Fermo) e Giovanni Canzoneri di Reggio Emilia.

Oltre ai premi, unici per ciascuna sezione e riservati ai poeti, dal Comitato direttivo dell’Auser Ribera, guidato dalla presidente Giovanna Valenti, sono stati assegnati premi speciali ai riberesi Esa Fontana, responsabile della Caritas cittadina, per l’impegno sociale, Roberto Piparo. poeta, scrittore per la letteratura e a Raffaele Caltagirone, violinista per la musica. Un Diploma d’onore alla memoria è andato a Salvatore Canu di Thiesi (Sassari) Combattente per la libertà d’Italia. La cerimonia di premiazione del “Ganduscio” sarà coordinata dal giornalista Enzo Minio.

Giuseppe Ganduscio, nato a Ribera (Agrigento) il 6 gennaio 1925 e morto a Firenze il 6 settembre 1963. è ricordato per

la lotta politica portata avanti negli anni 44-45 finalizzata alla occupazione delle terre da parte dei contadini riberesi. Nel ‘47 si trasferisce a Firenze, dove si adatta a fare vari mestieri, ma continua quella che è l’attività caratteristica e dominante della sua vita: la propaganda dei suoi ideali attraverso la conversazione, le discussioni, le conferenze. Nel 1957 avvia senza mezzi e col solo aiuto della sua compagna una piccola bottega artigiana. Dopo tre anni essa è diventata piccola industria, con decine di operai.

Ma l’assorbente attività, economica non lo soddisfa. Informato che al Centro Studi di Danilo Dolci si vuol fare un lavoro serio, utile, per la Sicilia, lascia tutto e si trasferisce a Partinico. L’esperienza è per lui deludente. Ritenendo i metodi e il lavoro dei Centro Studi inadeguati allo scopo, dopo aver invano lottato per dargli una direzione e un indirizzo validi – in aperta polemica con Danilo Dolci – , ne esce dopo circa un anno, e si trasferisce a Palermo deciso a lottare con altri mezzi per i suoi ideali e per il Meridione.

Attratto dalle idee di Aldo Capitini, e ravvisando nella lotta per la pace lo strumento più valido per il raggiungimento dei suoi ideali politici e sociali, incomincia con lui un’attiva e proficua collaborazione. Nel ‘62 è a Firenze per la fondazione della Consulta italiana per la pace ed entra a far parte del Comitato dirigente. A Palermo dà vita alla Consulta palermitana per la pace cui dedica la maggior parte del suo tempo. Decide nel contempo, essendo dotato di una bellissima voce, di incidere e diffondere i canti popolari siciliani, sconosciuti quasi completamente, e sui quali da tempo lavorava per un approfondimento della conoscenza etnologico-sociale della sua terra. Nel dicembre 1962 è colpito dal male. Cosciente della gravità mortale di esso, non desiste dalla sua attività. Nel giugno ‘63, otto giorni prima di mettersi definitivamente a letto, partecipa a Roma alla Marcia della Pace e poi alla riunione della Consulta in cui parla con slancio e spontaneità commoventi.

Quando il male avanzante e le cure dolorosissime lo costringono all’immobilità, dedica sino all’ultimo i suoi giorni a raccogliere, ordinare e sviluppare le idee e gli appunti che negli anni precedenti aveva elaborato in vista di un libro sul Meridione. E’ ricordato anche per la sua splendida voce tenorile e per essere stato autore di alcuni canti portati al grande pubblico dalla “Cantatrice del Sud” Rosa Balistreri.