Agrigento: Bisogna completare le dighe del territorio per immagazzinare più acqua

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E’ vero che le piogge nelle stagioni autunnale e invernale sono state poche, ma è anche vero che buona parte degli invasi agrigentini hanno bisogno di finanziamenti, lavori di pulizia e ristrutturazioni per invasare un maggiore quantitativo di acqua ad uso irriguo e potabile. Lo sostengono gli agricoltori e perfino i sindacati che auspicano da tempo progetti e finanziamenti per completare le dighe oggi esistenti sul territorio provinciale. E’ vero che si è parlato di finanziamenti per studi di fattibilità di nuovi invasi come è il caso dell’acqua copiosa del fiume Sosio-Verdura che va a mare inutilizzata, ma è anche vero – come suggerisce la Cgil di Agrigento – che le istituzioni debbano pensare a completare la diga “Cannamasca” in territorio di San Giovanni Gemini che potrebbe invasare, se completata, fino a 2,2 milioni di metri cubi d’acqua. Ne guadagnerebbe l’area dei Monti Sicani dove gli agricoltori potrebbero trasformare a sotteso irriguo circa 600 ettari di territorio. L’invaso, completo al 70 per cento, è abbandonato da anni.

L’acqua del fiume Sosio-Verdura non se ne può andare a milioni di metri cubi inutilizzata a mare. Bisogna progettare uno sbarramento o dei grossi sistemi di pompaggio che portino la preziosa acqua nelle dighe a monte (“Castello” di Bivona e “Raia” di Prizzi) o nei laghetti collinari di migliaia di aziende agricole del territorio. Un bene prezioso che, in periodo di siccità, si spreca.

Non è migliore la situazione del laghetto “Gorgo”, alle porte di Montallegro, oasi della Lipu che, per ragioni di sicurezza dell’invaso, oggi presenta immagazzinato meno di mezzo milione di metri cubi d’acqua. Ben poca cosa se si pensa che il lago, progettato ad uso irriguo, può contenere fino a 3,5 milioni di metri cubi, rivendendo la normativa e compiendo i lavori necessari. Ne beneficerebbero i territori di Montallegro, Cattolica Eraclea, di Ribera e dell’intera vallata del fiume Platani, la cui acqua è poco utilizzabile in agricoltura perché ad alta salinità. Nel “Gorgo” potrebbe finire l’acqua del fiume Sosio-Verdura, quando si blocca l’adduttore di trasferimento idrico per la diga “Castello” di Bivona.

Nell’Agrigentino orientale sul fiume Naro c’è la diga San Giovanni che ha una capacità d’invaso fino a 16,30 milioni di metri cubi. Ebbene oggi, secondo i dati forniti dall’Autorità di Bacino della Regione, presenta appena 5 milioni di metri cubi. Appena un terzo di quanto può immagazzinare. Gli agricoltori sperano nelle piogge e nella pulizia dei torrenti che possano far scorrere più velocemente l’acqua a disposizione per il settore agricolo. Nell’Agrigentino centrale sull’alta valle del fiume Platani c’è l’invaso “Fanaco” che a gennaio del 2024 aveva circa 3 milioni di metri cubi e che fino alle settimane scorse era del tutto asciutto. L’acqua è stata utilizzata da Siciliacque a scopi esclusivamente potabili per parecchi comuni agrigentini.