La diga Castello, l’invaso tra i Monti Sicani e le vallate dei fiumi Magazzolo, Sosio-Verdura e Platani, ha circa 4 milioni di metri cubi d’acqua che sono destinati tutto l’anno ad uso potabile e per circa un semestre (maggio-giugno) all’agricoltura. Il prelievo dell’acqua avrebbe dovuto terminare, con destinazione al potabilizzatore di Santo Stefano Quisquina, il prossimo 12 dicembre, ma, date le modeste e continue fluenze quotidiane dell’area collinare e la richiesta dell’Ati di Agrigento di potere prelevare ancora un altro mezzo milione disponibile di metri cubi d’acqua, si prevede di rifornire fino tutto gennaio i serbatoi di una dozzina di comuni del territorio centrale dell’Agrigentino per uso civile.
Ogni giorno vengono prelevati con pompaggio dall’invaso bivonese (nella foto) circa 110 litri al secondo di acqua. In un mese sono ben 300 mila metri cubi, circa 3, 5 milioni nel corso di un anno, che vengono inviati potabilizzati verso Agrigento e comuni consorziati. C’è ancora margine per altri due mesi di fornitura idrica, sempre che come oggi non arrivino consistenti precipitazioni atmosferiche che possano alimentare sorgenti e torrenti. Perfino il Gebbia, l’affluente del Castello, è quasi a secco. C’è di positivo che oggi tanta acqua entra nell’invaso e altrettanta nella stessa quantità ne esce per usi civili.
Gli agricoltori e le popolazioni di una mezza dozzina di cittadine continuano a sperare che si riempia al più presto la traversa di Gammauta, sul fiume Sosio, dove un’ordinanza del commissario regionale per l’emergenza idrica in agricoltura, Dario Cartabellotta, ha bloccato fino maggio del 2025 la lavorazione dell’acqua per produrre energia elettrica da parte di Enel Green Prower. Una volta pieno l’invaso può travasare l’acqua per caduta naturale nella diga Castello da utilizzare per la doppia finalità. Lo sguardo dei cittadini è rivolto al cielo e ai dati quotidiani forniti dal servizio meteorologico siciliano (SIAS).
