Ribera/Bivona: Due milioni di metri cubi d’acqua della diga Castello per usi potabili ed agricoli

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L’acqua immagazzinata nella diga Castello sul fiume Magazzolo sarà destinata d’ora in poi per usi potabili ed agricoli. Lo comunica al consorzio di bonifica AG 3 e ai sindaci di Ribera Matteo Ruvolo e di Bivona Milko Cinà il segretario regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico di Sicilia Santoro che specifica come poco più di 2 milioni di metri cubi sono stati assegnati al settore irriguo dipendente dal bacino dell’invaso bivonese e altri 2 milioni e 300 mila sono stati destinati per l’intero anno e per usi potabili a favore di una dozzina di comuni agrigentini dipendenti dall’impianto di depurazione di Santo Stefano Quisquina.

Un altro milione e mezzo di metri cubi deve rimanere in diga perché soggetto all’evaporazione per la forte calura estiva e altri tre milioni infine devono rimanere come soglia di salvaguardia dell’invaso. Oggi la diga Castello può disporre appena di 9 milioni di metri cubi che diminuiscono gradualmente ogni giorno per il trasferimento di poco più di 100 litri al secondo per usi civici. L’assegnazione dell’acqua, che viene tuttavia quotidianamente monitorata, può variare perché le sorgenti che fanno affluire il liquido nella traversa di Gammauta, per essere trasferito con l’adduttore nella diga Castello, sono ancora buone, nonostante non piova da mesi sull’area dei Monti Sicani.

“E’ vero che il comitato “Insieme per l’acqua” e il gruppo dei 12 sindaci del comprensorio abbiano chiesto al Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti almeno 3,5 milioni di metri cubi d’acqua – afferma il primo cittadino di Ribera Matteo Ruvolo – per combattere l’emergenza in agricoltura, ma è anche vero che si stanno mettendo in atto tutte le iniziative per raschiare il fondo del barile e per garantire anche dei lanci di acqua nel fiume Sosio-Verdura per venire incontro agli agricoltori di Burgio, Villafranca Sicula, Calamonaci e Lucca Sicula i cui territori non sono serviti da canalizzazione”.

I coltivatori dell’intero bacino sono particolarmente arrabbiati perché non potranno realizzare nemmeno due irrigazioni e perché sperano che la Regione Siciliana provveda al più presto all’acquisto delle tre elettropompe promesse da sistemare su letto del fiume Verdura fino a quando il flusso dell’acqua, che se ne va da sempre a mare inutilizzata, è ancora buono. A media e lunga scadenza viene chiesta la realizzazione di una diga nel medio corso del Verdura per affrancare metà del territorio soggetto ad irrigazione.