La generosità del Prof. Giovanni Ruvolo dall’Africa all’Ucraina. Il racconto del suo viaggio in Polonia

521

Dall’Europa all’Africa, dall’Italia alla Polonia e all’Ucraina per aiutare quanti soffrono la povertà e la guerra. Da 20 anni vola periodicamente per la Tanzania, in Africa, e da alcuni giorni è tornato dalla Polonia e dal confine con l’Ucraina dove ha portato un carico di medicinali e di viveri alla popolazione martoriata dalla guerra. Il comune denominatore della sua vita è la generosità. Vive con intensità la sua professionalità di cardiochirurgo, ma il tempo libero lo dedica alla solidarietà, coinvolgendo pure la famiglia, la moglie Margherita, le figlie Mariastella e Adele

Protagonista delle iniziative di generosità è Giovanni Ruvolo, riberese, dal 2014 direttore dell’unità complessa di cardiochirurgia dell’università Tor Vergata di Roma. Per l’Ucraina ha affrontato il viaggio di andata di oltre 3000 chilometri per raggiungere la Polonia e per consegnare generi alimentari ai rifugiati ucraini in terra polacca e soprattutto le medicine, per un equivalente di circa 20 mila euro, inviate all’ospedale ucraino di Konotop, nel distretto di Sumy.

Il cardiochirurgo non è tornato a mani vuote. Ha riempito il pullman con 39 cittadini ucraini, giovani donne e bambini, e li ha portati in Italia. La missione umanitaria ha avuto successo perché il prof. Ruvolo, che si è avvalso della collaborazione di don Sebastian Kondzior, polacco, già cappellano del Policlinico Tor Vergata di Roma e dei ganci come Mario Palulki ed Enrico Cordiale. Questi hanno individuato le famiglie ucraine, in fuga dalle città bombardate e rase al suolo di Mariupol, Kharkiv, Chernihiv, per farle accompagnare a Montevago, che oggi ne sta ospitando 34.

Così il cardiochirurgo-benefattore ci ha raccontato la sua esperienza umanitaria.

Prof. Ruvolo, come è nata l’iniziativa di aiutare le popolazioni dell’Ucraina

Dopo avere sentito e, attraverso i media, visto ciò che stava accadendo in Ucraina ho realizzato che bisognava fare qualcosa in tempi rapidi sia per coloro che si trovavano all’interno del territorio Ucraino che per coloro, soprattutto donne e bambini, costretti a scappare oltre frontiera per sfuggire alla guerra.

L’associazione di volontariato “A Cuore Aperto”, di cui ricopro il ruolo di presidente, ha deciso di aderire all’iniziativa “Un cuore per l’Ucraina”, promossa dal sindaco Margherita La Rocca e dal comune di Montevago e a cui hanno anche aderito il comune di Burgio e le associazioni del territorio quali “L’albero delle idee”, “La Smania addosso”, “I Rangers”, La Pro Loco di Montevago e di Santa Margherita di Belice, il volontariato Vincenziano, la Croce Rossa Italiana, “Co.Tu.Levi”, il Laboratorio della memoria e Atlantide. Per la città di Ribera, Vincenzo Rossello si è fatto promotore di una raccolta di derrate alimentari. Del gruppo dei volontari hanno anche fatto parte Alfonso Di Carlo, Silvia Di Giovanna, Calogero Giuffrida e Mariastella Ruvolo. Un ringraziamento alla ditta Cuffaro Group, e ai tre autisti-volontari Angelo, Vito ed Angelo. Grazie anche alla direzione Autogril che ha fornito gratuitamente due pasti, a Padova e Caserta, durante il viaggio. Grazie anche tutte le testate giornalistiche e televisive, che ci hanno seguito durante il viaggio.

Quali rischi e pericoli al confine di guerra?

Siamo sempre stati in territorio polacco e benchè fossimo arrivati sia al confine con l’Ucraina che a quello della Bielorussia, non abbiamo corso rischi di alcun genere.

Quali fondi avete utilizzato?

Sia il comune di Montevago che l’associazione “A Cuore Aperto” hanno attivato una raccolta fondi cui, generosamente, hanno risposto molti cittadini sia siciliani che da alcune regioni italiane. L’associazione si è presa carico delle spese del viaggio e dell’acquisto di una parte dei farmaci cui ha partecipato anche l’Agenzia Formativa Vito Guirreri di Santa Margherita di Belice, con una donazione di 5.000 euro. Alcuni farmacisti della provincia di Agrigento e i frati Cappuccini di Sciacca ci hanno aiutato nella raccolta di farmaci e di materiale sanitario. Un particolare grazie al dott. Pierluigi Petrone dell’azienda di distribuzione farmaceutica Petrone Group di Napoli.

Il furgone con i farmaci ha attraversato il confine ucraino attraverso un trasporto diplomatico reso possibile dal sindaco di Tomaszov, WojtekZulkowski. Una dottoressa ed un autista volontari, nonostante i bombardamenti, sono riusciti a fare arrivare tutto il materiale sanitario a destinazione.

Quali materiali avete fornito?

Dopo avere contattato alcuni amici polacchi ho realizzato che bisognava fare arrivare soprattutto cibo per bambini, farmaci e generi di prima necessità in due ospedali dell’Ucraina e, in particolare, nell’ospedale di Konotop, nella provincia di Sumy, al confine con la Russia, che era totalmente sprovvisto di medicine e materiale sanitario per curare le ferite e alleviarne il dolore.

Come vengono inseriti i profughi ucraini a Montevago?

Grazie alle generosità di molti cittadini di Montevago, 34 profughi Ucraini, secondo loro desiderio, sono stati ospitati in appartamenti autonomi. Durante il viaggio, altri profughi sono rimasti a Padova e a Caserta presso amici e parenti. Il comune, le associazioni di volontariato e molti cittadini si stanno adoperando per fornire loro il vestiario, il cibo e quanto è necessario ad un loro inserimento nel contesto cittadino.

Il sindaco ha accompagnato i profughi all’Ufficio immigrazione in modo da avviare le pratiche per il permesso di soggiorno . Da subito si è provveduto a fornire i profughi di STP in modo da potere avere garantita l’assistenza sanitaria. Anche per i bambini saranno avviate iniziative per il loro progressivo inserimento nel contesto scolastico di Montevago. Un particolare ringraziamento a Enrico Cordiale, Mario Palucki e don Sebastian Zkondzior in Polonia e Loris, attualmente a Konotop, senza l’aiuto dei quali non sarebbe stato possibile realizzare questa bellissima iniziativa.