“Gli attestati di solidarietà se non adeguatamente accompagnati da azioni concrete servono a ben poco. E’ arrivato il momento di spingere per la realizzazione di opere pubbliche mirate, in grado di scongiurare o limitare i contesti emergenziali”. La CNA di Agrigento, dopo le ennesime abbondanti precipitazioni che hanno messo in ginocchio diverse comunità locali e segnato il lutto in Sicilia, lancia un accorato appello a chi ha responsabilità di governo del territorio affinché finalmente possa maturare la cultura della prevenzione. “Nelle ultime ore abbiamo assistito a scenari davvero drammatici, con popolazioni duramente colpite a cui va la nostra vicinanza, ma è necessario che gli atteggiamenti positivi, manifestati in questi momenti di difficoltà e disagio, si trasformino nella individuazione di interventi, capaci quanto meno di mitigare questi violenti fenomeni meteorologici. Mancano soprattutto gli interventi di manutenzione – affermano i vertici provinciali della Confederazione – fiumi, torrenti, strade e colline vengono inesorabilmente lasciati al loro destino. Così, in assenza di adeguate cure e trattamenti, non riescono a contrastare l’arrivo di eccezionali ondate di maltempo – sottolineano il presidente Mimmo Randisi e il segretario Claudio Spoto – con il risultato che quasi sistematicamente si contano, numeri alla mano, ingenti danni, sociali ed economici e in certi casi anche perdite di vite umane, come è accaduto adesso nel palermitano. L’unico rimedio, oggi, sembra essere rappresentato “dalla richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale” che va certamente garantito e sostenuto e a cui noi ci associamo. Riteniamo infatti che l’istanza sia legittima, sacrosanta e condivisibile per risarcire le famiglie colpite e le imprese danneggiate. Ma, a nostro avviso, per evitare, in una prossima occasione, di ritrovarsi punto e a capo, occorrerebbe puntare ed investire, in modo determinato ed incisivo, sulla messa in sicurezza delle infrastrutture, salvaguardando e tutelando anche quelle condizioni che rendono meno vulnerabile il territorio. Noi, come CNA, non possiamo restare a guardare. Vogliamo offrire il nostro contributo – concludono Randisi e Spoto – per favorire l’avvio questo percorso nuovo “prevenire è meglio che curare” nel segno della responsabilità, promuovendo da subito una forte ed incisiva campagna di sensibilizzazione tra gli enti competenti e le Istituzioni Politiche, per un sollecito agire su questo importante e delicato terreno”.
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