Ribera: Mimmo Macaluso ricorda Enzo Maiorca, il campione del mondo di immersione morto ieri a Siracusa

2241

Roma14 novembre 2014: Camera dei Deputati, sala Tatarella.
Assieme all’avvocato Giacomo Cortese, esperto in Diritto Amministrativo, in qualità di ricercatore E.U. sono stato invitato dalla deputazione parlamentare dei 5 Stelle, a fare chiarezza sulla realtà geologica e sulla biodiversità dello stretto di Sicilia, proprio mentre si sta votando la conversione in legge del Decreto Sblocca Italia, che consentirà di trivellare anche in questo tratto di mare. E c’è una sorpresa: avremo in streaming da Siracusa un uomo straordinario, che interverrà per difendere il nostro mare: Enzo Maiorca. Osservo il maxischermo e vedo Enzo, un uomo, anzi l’uomo, che ha scritto la storia delle immersioni in apnea! Non aspetto che il dibattito abbia inizio ed impugnando il microfono, che è in linea con casa Maiorca, mi presento. Enzo è felice di sentire che oltre ai politici, avrà modo di dialogare con un sommozzatore come lui e siciliano come lui.

Macaluso e Maiorca
Ma chi è Enzo Maiorca? È l’uomo che dell’agonismo, ha fatto uno spettacolo. Alla fine degli anni ’70, non c’era nessuno che non si appassionasse alle sfide mortali che Enzo conduceva a distanza con l’avversario da sempre, il francese Jacques Mayol. Se il siciliano era l’emblema della potenza, del vigore, dell’energia allo stato puro, il francese era la tecnica, l’autocontrollo e la concentrazione: due modi opposti di affrontare l’abisso, due differenti approcci che hanno consentito ad entrambi, di superare il muro dei centro metri! Giornali e televisioni, soffiavano sul fuoco delle passioni che portarono i due uomini-anfibi, ad un confronto sempre più pericoloso: la fisiologia imponeva il limite di 50 metri alle immersioni; i polmoni, si diceva, a quella profondità, si riducono alle dimensioni di un pugno e gli scambi gassosi non avvengono più. Invece Maiorca nell’agosto del 1961 raggiunse i -50 ed i suoi polmoni erano perfettamente espansi: in tal modo, si scopre grazie a quest’uomo, il cosiddetto “bloodshift” un fenomeno fisiologico che accomuna l’uomo ai cetacei! Il limite dei 100 metri, sembra tuttavia prerogativa dei delfini, ma i due campioni, vogliono emularli quei delfini, a costo di morire. Enzo Maiorca ci prova nel ‘74 a Sorrento, ma in quella occasione sott’acqua rischia di rimanervi per sempre: riemerge in stato di sincope e viene rianimato dal fido medico sportivo Giulio Santoro, che con il suo staff, segue l’atleta per assisterlo e per studiarne la fisiologia. Mayol ancora un volta insidia il suo record: il francese non è sanguigno come il siciliano, ma freddo come un pesce; pratica lo yoga, il training autogeno e consuma aglio crudo, per espandere i suoi alveoli polmonari. Io emulavo i due campioni ed al liceo, durante le noiose ore di filosofia, cronometrando le mie apnee, ma soprattutto mangiando tanto di quell’aglio crudo, da diventarne allergico! Il 22 settembre 1974 per la prima volta, la RAI appronta una diretta televisiva, in occasione del tentativo di Maiorca di raggiungere i -90 metri, un evento che incollerà davanti lo schermo, milioni di italiani: ma sarà una diretta disastrosa per la Televisione Italiana e l’esilio dagli schermi per il recordman siciliano. Mare calmo, ma tempesta in agguato; la tensione si taglia a fette ed anche davanti i teleschermi, tutti trattengono il respiro come Maiorca. Enzo iper-ventila inspirando ed espirando con la forza di un toro. Poi va giù veloce, fino ad una ventina di metri, quando… il sub della RAI Enzo Bottesini, ex campione di Rischiatutto, lo urta e Maiorca è costretto a risalire: se siete avvezzi alle imprecazioni che solo un siciliano incazzato può recitare, andate a vedere su internet cosa è successo nel corso della prima diretta televisiva della storia della RAI, ma se non volete ascoltare una cruda bestemmia, risparmiatevi questo filmato storico (su youtubehttps://www.youtube.com/watch?v=66EfSX7hEuk ).

Macaluso, Maiorca  in un recente incontro
Ma anche senza le dirette della RAI, la sfida continua e Mayol, contravvenendo ancora una volta ai principi della fisiologia, raggiunge i 100 metri! Il focoso leone siciliano, non può essere secondo a nessuno e nel 1988 si spinge sino ai 101: è lui il più forte! Patrizia e Rossana Maiorca, iniziano a seguire sin da piccole, le orme del padre ed anche loro polverizzano uno dopo l’altro i record del mondo, ma nel 2005 una tragedia si abbatte sulla famiglia Maiorca: la morte di Rossana e non per una sincope, ma per un cancro. Il leone è ferito nel profondo del cuore, anche se viene celebrato e onorato con innumerevoli onorificenze; c’è un’altra cosa che non va giù, ad un personaggio celebrato anche dal cinema: il regista francese Luc Besson, nel 1988 riporta su pellicola, la sfida tra Maiorca e Mayol, nel film Le Grand Bleu. Il film arriverà in Italia soltanto nel 2002, dato che Maiorca ha intentato procedimenti legali contro la produzione francese, in quanto la sua immagine, appare distorta, se non caricaturale. A convincere Enzo a far proiettare il film, sarà il suicidio del suo avversario di sempre, ma che sempre ha rispettato, Jacques Mayol, affetto da una severa forma di depressione. Enzo infatti accusa il colpo, come se a morire, fosse stato un’altra parte di se, anche se era quella opposta.
Nella sala Tatarella, il collegamento con Siracusa sta per concludersi ed invito Enzo a venire a Sciacca in primavera: organizzerò con la Lega Navale, una crociera a Ferdinandea: sarà un messaggio forte, con Maiorca testimonial d’eccezione, per dire di no, alle piattaforme in questo straordinario mare. E lui accetta. – Enzo, guarda che ci immergeremo – preciso io a quel ragazzo, del 1931 e lui mi risponde: – senz’altro!-
Ecco chi è Enzo Maiorca! Il campione infatti non è scomparso: muore soltanto chi non ha lasciato traccia della propria vita!

MIMMO MACALUSO