Ribera: CSA e Movimento 5 Stelle raccolgono le firme contro la legge di stabilità che penalizza il comparto agricolo. L’intervento dell’avv. Cortese.

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“Gli artifici contabili dell’attuale governo Renzi  non ci convincono, né a livello di Regione Sicilia la situazione è delle più rosee, a causa dello stallo dell’assessorato competente nel richiedere una proroga della rendicontazione fino al 2016 del PSR 2007/2013”. A dichiararlo il portavoce del Comitato Spontaneo agricoltori di Ribera, avv. Giacomo Cortese, il quale lancia l’allarme sul tentativo di assestare un ulteriore colpo di grazia alla media e piccola imprenditoria agricola siciliana. Preoccupazione condivisa tra CSA e Movimento cinquestelle di Ribera che, oggi domenica 1 novembre, presso la sede crispina del movimento in Corso Umberto I, stanno raccogliendo le firme in un documento di protesta contro i malcapitati articoli della legge di stabilità, in cui l’annunciato taglio di Imu e Irap agricola viene in realtà compensato con altri  costi per gli agricoltori.
Se la manovra venisse approvata così com’è, oltre all’incremento dell’Irpef agricola, a partire dal primo gennaio 2017 non saranno più esonerati dall’Iva gli agricoltori che hanno un volume d’affari al di sotto dei 7mila euro, per i quali oggi vige una particolare agevolazione in termini di compensazione Iva, registrazione della contabilità e gestione amministrativa.
“Altro che manovra a favore dell’imprenditoria agricola” – è questo l’unanime commento alla legge di stabilità, perché se da un lato il governo Renzi vuol far credere di avere abolito l’odiosa Imu agricola, dall’altro, sembra voler recuperare in altro modo quanto perduto con l’Imu. Il mancato gettito dei tagli di 800 milioni verrebbe recuperato con un aumento diretto e indiretto della imposizione fiscale tramite, ad esempio, l’abrogazione del regime di esenzione dell’Iva, attualmente in vigore per i piccoli imprenditori, e l’incremento Irpef derivante dalla rivalutazione del reddito dominicale e agrario, che rischierebbe di schizzare dal 7% al 30%.
“E’ una legge che certamente porterà al collasso la piccola imprenditoria isolana, già gravemente provata da varie calamità naturali e dall’inerzia a livello regionale sui fondi del PSR” – prosegue il portavoce del CSA Giacomo Cortese, che intravede nella legge di Stabilità così concepita altre trappole fiscali: il raddoppio delle aliquote delle imposte sostitutive applicate alle plusvalenze derivanti dalla cessione di terreni agricoli (che passerebbero dal 4 al 8%), un aumento dell’Irpef a carico degli agricoltori, dal momento che dovrebbero aumentare i redditi agrari e domenicali su cui si calcola la stessa Irpef.
Non vanno meglio le cose a livello regionale, in quanto il M5S ed il CSA di Ribera rilevano il rischio che i fondi del Psr Sicilia non vengano più erogati per la paralisi, anche politica, alla Regione Sicilia. Per ovviare a questo ulteriore disagio vissuto dalle aziende agricole è pertanto indispensabile ritardare i termini di rendicontazione del PSR Sicilia 2007/2013 oltre la data del 31 dicembre del 2015, termine ultimo per la chiusura del Piano di Sviluppo rurale siciliano.
“Si sollecita pertanto la Regione ad inoltrare la richiesta di proroga al 2016, perché è a rischio la stessa sopravvivenza di migliaia di aziende agricole siciliane, che hanno già sostenuto il costo dell’investimento facendo ricorso all’indebitamento, ma si sono impantanate nei meandri di eventi imprevedibili, quali le calamita naturali che si sono succedute oltre alle varie lungaggini burocratiche” – conclude Cortese.