Tiene ancora banco il pozzo “Monnafarina” a Santo Stefano Quisquina, situato nei pressi del lago di Piano Leone, tra ricorsi, tribunali ed udienze. Protagonisti l’Ato 9, l’Aica e il Comune stefanese. L’ente locale, con ricorso giurisdizionale innanzi al TAR Sicilia aveva impugnato i provvedimenti resi dall’Assemblea Territoriale Idrica Agrigento – Ato 9 – e dall’Aica, a mezzo dei quali si è approvato il progetto per la realizzazione del pozzo “Monnafarina” e della relativa condotta di adduzione all’acquedotto Voltano per qualche chilometro. I lavori, il cui progetto ammonta 2.855.238,68 euro, sono in corso d’opera.
L’Ato 9, con il patrocinio dell’avv. Girolamo Rubino, ha eccepito in tale sede il difetto di giurisdizione, poiché la controversia è rientrata tra quelle di competenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche con sede a Roma. Il Tar ha dato ragione all’esposto dell’avv. Rubino, rimandando al Tribunale delle Acque. Il Comune di Santo Stefano Quisquina ha riassunto allora il ricorso dinanzi al competente Tribunale Superiore delle Acque. Sulla questione si sono costituiti, per resistere al ricorso, l’Ato 9 e l’Aica.
“All’esito della discussione della fase cautelare del giudizio, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche ha respinto la domanda cautelare formulata dal Comune. I lavori non sono stati sospesi e l’iter per la realizzazione del pozzo Monnafarina proseguirà”, così scrive l’avv. Rubino.
Entra in scena l’avv. Giovanni Immordino che, incaricato dal Comune stefanese, ha richiesto un supplemento istruttorio e la nomina di un consulente tecnico d’ufficio. Il Tribunale, intanto, ha rinviato l’udienza al 4 febbraio 2026.





