Dopo il CD dal titolo “Mari Matri” che si può ascoltare su You Tube e Spotify, in lingua siciliana, Giuseppe Calabrese ha pubblicato un nuovo singolo dal titolo: “Si lu munnu…” con il videoclip. Conosco Peppe da 50 anni ha fatto parte del Gruppo Popolare Favarese dalla seconda metà degli anni “70. Insieme a me, Antonio Zarcone, Antonio Lentini e Mimmo Pontillo. Quello è stato un periodo particolarmente importante della sua vita, gli ha dato la possibilità di conoscere i grandi della tradizione popolare italiana: Ignazio Buttitta, Otello Profazio, Rosa Balistreri con i quali ha realizzato diverse tournèe, con Nonò Salamone e molti attori di Teatro: Ignazio Russo, Bernardino Giuliana, Nellina Laganà, Franco Catalano.
-Quando nasce il brano Si lu mnnu?
Il testo nasce alla fine degli anni settanta insieme alla musica. Man mano negli anni ho aggiunto le altre strofe per completarlo.
-Perché questa composizione e a chi si rivolge?
Si rivolge a tutti. Con questo brano musicale desidero mettere in evidenza taluni aspetti importanti che attraversano la vita degli uomini: l’egoismo, l’avidità, l’arroganza e la prepotenza che spesso portano anche alla violenza e alla sopraffazione, che si possono tradurre nella indifferenza e nell’ingiustizia verso i più deboli e sfociare perfino nella guerra.
-Il primo verso della canzone è molto forte: “Si lu munnu nun fossi fattu d’intentu, nuddu ci dicissi na priera a un Santu…” cosa intendi dire?
Pur riferendosi all’universalità degli uomini, il testo prende spunto dalla tradizione popolare isolana, quella religiosa in particolare, che rappresenta uno degli aspetti più importanti della nostra vita.
-C’è un legame con gli scrittori che hanno affrontato questi temi?
Si, certamente. Autorevoli scrittori siciliani, hanno tratto ispirazione da questo argomento; Leonardo Sciascia ne parla nel saggio “Feste religiose in Sicilia”, descrive il rapporto dei siciliani con la religione e sottolinea «il crudo carattere di un patto tra l’uomo e il patrono celeste…» l’uomo si impegna a fare una penitenza o ad elargire dei doni per ottenere una grazia. Nino Martoglio ne scrive nella commedia teatrale “San Giuvanni Decullatu”, mettendo in luce lo stretto legame tra l’uomo ed il Santo Patrono…
-Nella tua canzone c’è una particolare attenzione ai temi dell’ambiente?
Si. Nel brano “Si lu munnu…”, volevo far riflettere sugli effetti nocivi del riscaldamento globale, sempre più visibili e di forte impatto nella quotidianità della nostra vita, attribuibili alle attività umane che mettono il profitto in primo piano e abbandonano qualsiasi tutela ambientale senza alcun rispetto per la salute.
-Qual è la funzione del canto popolare?
La canzone – come del resto gran parte della produzione musicale della tradizione popolare – rappresenta un mezzo di denuncia e di protesta che mette in luce problemi sociali e politici vecchi e nuovi.
Chi ha partecipato alla realizzazione della tua composizione?
Luigi Amico al violino, Osvaldo Rizzo alle chitarre e al laud, Graziano Mossuto ha curato gli arrangiamenti, le riprese, il montaggio ed ha suonato la fisarmonica, il pianoforte e le percussioni, in collaborazione con la Jarathstudio.
Biografia
Giuseppe Calabrese è nato a Favara (Agrigento) nel 1955. E’ Autore, Compositore e Interprete di Musica Popolare Siciliana. E’ appassionato dei canti legati alla tradizione popolare. Ha realizzato spettacoli presso numerose Istituzioni Culturali e Università, con particolare attenzione alle proposte rivolte alle Comunità di italiani nei vari Paesi europei, in Australia e Argentina. Ha collaborato e partecipato a diversi programmi della RAI. come: “Contro la Mafia”, “Si Canta si Cunta e si Raccunta” e “Ragazzi di Zolfo”. Con la Compagnia Popolare Favarese insieme a Maurizio Piscopo e Antonio Lentini ha realizzato il CD dal titolo “Sintiti Sintiti”. Ha inoltre curato la raccolta e la rielaborazione delle musiche dei CD: “Musica dai Saloni”; Serenate al chiaro di luna” e “Merica, Merica”; i primi due pubblicati da Nuova Ipsa Editore ed il terzo da Salvatore Sciascia (Caltanissetta).
Interprete, insieme Mimmo Pontillo; Nino Nobile, Pasquale Augello, Raffaele Pullara e Maurizio Piscopo dell’opera teatrale “Barberia” Barba, capiddi e mandulinu con la regia di Massimo Venturiello che ha girato i principali teatri italiani.
L’ ultimo lavoro musicale, è “Si lu Munnu..”, precedentemente ha pubblicato il CD dal titolo “Mari Matri.
Per le foto si ringraziano Angelo Pitrone e Graziano Mossuto.
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