La magia del pianoforte intervista a Gioacchino Zimmardi di Maurizio Piscopo

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Il pianoforte è stato definito lo specchio dell’anima, rappresenta la continua ricerca dell’essere umano di esprimersi, di connettersi con gli altri e di trovare significato nella bellezza dell’arte. La magia del pianoforte vive in un balletto tra tasti neri e bianchi. E’ più di un semplice strumento è un universo sonoro che racchiude in sé secoli di storia e cultura . Questo strumento nato nel XVII secolo ha trascinato con sé un’eredità musicale ineguagliabile diventando un protagonista indiscusso della scena artistica mondiale. Del fascino del pianoforte ne parliamo con il musicista Gioacchino Zimmardi che conosco da più di trent’anni. Confesso, che da lui ho appreso molti segreti della musica legati al delicato modo della composizione dei brani strumentali. Gioacchino è pianista, compositore e direttore d’orchestra. Ascoltandolo nella sua “Retrospettiva” si scopre un modo classico di suonare il pianoforte quello legato ai grandi musicisti dell’ottocento come Johannes Brahms, Anton Rubistein, Camille Saint-Saens grandi pianisti che sono riusciti a dare al pianoforte una voce umana. Ha composto più di cento brani ed ha suonato in varie città del mondo: Londra, Madrid, Plovdiv. L’incontro con la musica di Gioacchino Zimmardi è l’incontro con i sogni e i misteri della Musica. Uno dei miei desideri è quello di realizzare uno spettacolo in teatro insieme ad Antonio Zarcone alla chitarra sotto la sua direzione artistica insieme al suo inseparabile pianoforte a coda mentre racconto la Sicilia proibita…

-Chi ha inventato il pianoforte?

Il primo modello di pianoforte fu messo a punto da Bartolomeo Cristofori nel 1698. Per la precisione era un “gravicembalo col piano e forte” chiamato poi verso la fine del 1700 “fortepiano”. La novità era l’applicazione di una martelliera al clavicembalo che permetteva agli interpreti di ottenere sonorità più o meno forti a seconda della pressione delle dita sui tasti. Da quell’epoca in poi il “fortepiano” ha subito una costante evoluzione nei principi costruttivi che ne hanno ampliato e migliorato la timbrica fino a raggiungere l’elevata qualità dei modelli che conosciamo oggi. Per citarne alcuni: Bosendorfer (Austria), Bechstein (Germania), Steinway (Usa), Schulze Polmann e Fazioli (Italia), Yamaha e Kawai (Giappone).

-Perché prima di un concerto il pianoforte va accordato?

Il pianoforte, prima di un concerto, va accuratamente accordato e registrato secondo le esigenze del pianista ma anche secondo le esigenze stilistiche del repertorio eseguito. Nel caso in cui si suoni insieme all’orchestra è importantissimo controllare l’accordatura per l’intonazione precisa di tutti gli strumenti.

-Quando è iniziata la tua avventura nel mondo della musica?

Avrò avuto 6 -7 anni. Mio nonno materno lavorava come macchinista al Teatro Massimo di Palermo e la musica soprattutto la lirica, era una componente viva ed immancabile in famiglia.

-Quanta musica classica c’è nelle tue composizioni?

Tantissima. Come scrive Umberto Eco: un libro è la storia di altri libri, una composizione è la storia di altre composizioni.

-Qual è la colonna sonora che ascolteresti ogni giorno?

Star Wars di John Williams

-Perché sono quasi scomparse le bande di paese?

Credo che il motivo sia da ricercare nello sviluppo e nella diffusione di altri mezzi di comunicazione della musica. La banda, in passato, svolgeva soprattutto il ruolo di diffusione delle nuove composizioni, canzoni, opere liriche etc. in luoghi dove non vi erano teatri o altre occasioni per poter ascoltare gli originali. Esemplificativo il ruolo avuto nel campo della direzione di banda del maestro Pietro Mascagni.

-Cosa può dare lo studio del pianoforte ad un giovane che sogna di diventare direttore d’orchestra ?

Lo studio del pianoforte per la direzione d’orchestra è fondamentale. Esso dà in maniera fedele la descrizione del tessuto orchestrale, del moto delle parti e soprattutto facilita la comprensione dell’armonia.

-Musicisti si nasce o si diventa?

Entrambi. Gli antichi greci dicevano: “se la natura dà a nulla vale l’invidia, ma se la natura non dà a nulla vale la fatica”; quindi occorrono le due cose natura e fatica.

-Come sarebbe stata la tua vita se non avessi incontrato il pianoforte?

Credo completamente diversa, anche se sono sicuro che avrei incontrato qualche altro strumento.

-Qual è il primo brano che hai eseguito ?

Un mio brano dal titolo “Preludio alla notte”.

-Cosa ti succede prima di un concerto, prova ad immaginare quello che avviene nella tua mente?

Prima di un concerto ripasso mentalmente tutto il repertorio che andrò ad eseguire, soffermandomi nei passi più complessi, al fine di offrire al pubblico l’interpretazione migliore che io possa esprimere.

-I musicisti sono considerati i grandi benefattori dell’umanità, condividi questa affermazione?

Condivido pienamente e la estendo a tutti gli artisti. Come peraltro possiamo leggere nella “Lettera agli artisti” di Giovanni Paolo II.

-Perché bisognerebbe cambiare l’inno di Mameli musicato da Michele Novaro nel 1847?

A mio avviso per due motivi. Il primo perché non rispecchia pienamente il carattere e la cultura italiana. Il secondo è che in una nazione di illustri compositori non sarebbe mancata una valida alternativa.

-Se Dio fosse un pianista che musica suonerebbe?

Dio è il musicista dei musicisti ma la sua musica non è secolare. Condivido il pensiero del filosofo Boezio: la nostra musica è teknè, la Sua è Armonia mundi.

-Chi sono i tuoi musicisti di riferimento?

E’ difficile dare una risposta senza trascurarne qualcuno, dovendo sintetizzare direi S. Rachmaninov, M. Ravel, J. Williams.

-Quali sono i migliori pianoforti per i concerti?

Steinway e Bosendorfer.

-C’è un’opera a cui ti senti particolarmente legato?

Il secondo Concerto per pianoforte e orchestra di S. Rachmaninov.

-C’è una città dell’anima nella quale vorresti ritornare a suonare?

S. Pietroburgo.

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Attualmente stiamo lavorando con il maestro Pierpaolo Petta, compositore e fisarmonicista, per la diffusione di musiche arbereshe e composizioni originali insieme all’orchestra da camera Sicelides Musae.

Biografia

Compositore e direttore d’orchestra, si è formato alla scuola compositiva di Eliodoro Sollima, seguendo poi i corsi di direzione d’orchestra di Donato Renzetti presso l’Accademia Musicale Pescarese. Ha conseguito il titolo di Bachelor of Music presso l’Accademia Nazionale di Musica e Danza di Plovdiv (Bulgaria). Le sue composizioni, oltre a figurare in cataloghi nazionali specializzati, si sono qualificate in concorsi nazionali ed esteri, tra i quali il IV Concorso Internazionale “S. Prokoviev” di San Pietroburgo, con il brano Concerto per pianoforte e orchestra. Tra le sue opere di teatro musicale, su testo di Violante Valenti: Il Vicerè pirata; Come Pulcinella principe lasciò Napoli senza musica e partì a cercarla in terra d’Irlanda…; Profezia del Sonno bianco. Ha collaborato in qualità di direttore e/o compositore con The Polish Camerata (Polonia), Chorale Académique de Chansons Populaires di Plovdiv (Bulgaria), Orchestra dell’Accademia Musicale di Plovdiv (Bulgaria), Felsina Chamber Orchestra (Bologna), Cameristi della Collegiata (Ferrara), I Barocchisti Piceni (Fermo), Filarmonica Laudamo (Messina), Centro Attori e Manifestazioni Artistiche (Milano), la rivista Sipario, “Petritoli Opera Festival” (Fermo) e con diversi Enti lirici in qualità di maestro collaboratore. E’ stato inoltre direttore stabile del Coro Polifonico “G. Mulè” dell’Associazione Amici della Musica di Termini Imerese. Nel 2015 ha preso parte alla kermesse pianistica organizzata dal Teatro Massimo di Palermo per la realizzazione di Vexations di E. Satie.

Nel 2019 ha pubblicato il CD Retrospettiva, per le edizioni No.Ta.Mi. di Civitanova Marche, interamente dedicato a brani originali per pianoforte. Ha pubblicato il brano Le Rovine Circolari per orchestra d’archi, dedicato all’orchestra di Palermo Classica. Già docente a contratto di “Storia del Teatro Musicale” presso il Conservatorio “ V. Bellini” di Palermo è docente ordinario di pianoforte SMIM.