E’ diventata un’accesa diatriba tra agricoltori, amministratori comunali e Regione Siciliana l’acqua che in questi giorni, frutto delle copiose piogge a ridosso dei Monti Sicani, si disperde a mare inutilmente, tra la disperazione di migliaia di agrumicoltori delle valli del fiumi Sosio-Verdura, Magazzolo e Platani, che hanno visto più che dimezzata la produzione di arance, e l’assessorato regionale all’Agricoltura e il dipartimento regionale per l’emergenza idrica in agricoltura istituito di recente dal presidente Schifani. Non si tratta di una disputa locale, relativa al comprensorio riberese, ma un serio problema di carattere provinciale perché l’acqua, che di norma viene immagazzinata nella diga Castello di Bivona, potabilizzata, serve ad uso civico per le popolazioni di tanti comuni dell’area centro-orientale della provincia .
La disputa si è riaccesa da 48 ore da quando l’acqua del fiume Verdura, a Ribera, è tornata a scorrere liberamente a mare. Un sopralluogo di agricoltori e di alcuni sindaci (era presente il primo cittadino di Ribera Matteo Ruvolo) hanno denunciato con foto e video il gran volume idrico che sfocia nel Canale di Sicilia. Si tratta delle fluenze consistenti del corso d’acqua che dall’interno montano, attraverso i territori di Burgio, Villafranca Sicula, Calamonaci, Caltabellotta e Ribera se ne vanno a inutilizzate a mare. A lamentarsi sono stati i coltivatori Dino D’Angelo, Paolo Virone e Giovambattista Di Carlo che dalla primavera scorsa denunciano la perdita dell’acqua, dopo aver creato e animato accese proteste cittadine
Dall’altra parte della barricata ci sono l’assessore Salvatore Barbagallo e il commissario straordinario Dario Cartabellotta. “La Regione si è mossa – dice Barbagallo – finanziando impianti con 4 motopompe a “Poggio Diana” a Ribera per 150 mila euro da completarsi entro due anni e centrale con due grossi motori, condotta idrica ed appresamento per 300 mila euro per traferire nell’adduttore l’acqua, a valle dello sbarramento di Gammauta che produce energia per conto di Enel Green Power”.
Sottolinea il malcontento il sindaco Ruvolo: “Vi sono ancora pericoli per l’agrumicoltura del 2025 – dice – perché i lavori saranno terminati forse a gennaio 2025 e nel mentre l’acqua si perde a mare. Le 6 motopompe sono ben poca cosa per trasferire milioni di metri cubi d’acqua all’invaso Castello. Sarebbe il caso di travasare di volta in volta, quando lo sbarramento sarà pieno, l’acqua della traversa Gammauta a Bivona, raggiungendo un accorso con l’Enel per limitare, nei tempi di piena del Sosio, la produzione di energia elettrica per fare sopravvivere diverse migliaia di agricoltori e le popolazioni assetate dell’Agrigentino”.