Ritratti: sindaci /scrittori del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra Gandolfo Librizzi

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Gandolfo Librizzi è il sindaco che ogni città della Sicilia vorrebbe avere. E’ calmo, riflessivo, alla mano. Nel tempo libero tra le sue passioni c’è la lettura, la scrittura con la musica classica in sottofondo, lunghe camminate. Se potesse viaggerebbe sempre, come ha fatto per i viaggi, fra l’altro, di solidarietà e cooperazione internazionale.

-Quando è iniziato il tuo amore per la scrittura?

Non ho un ricordo di data specifico. Ma posso senz’altro dire che me lo porto dentro da sempre, come un’urgenza, un’impellenza a cui dare sfogo, un modo per leggere e interpretare la realtà. Per me, al di là degli esiti, è sempre stata una catarsi personale un modo per mettere a fuoco le cose e me stesso.

-Come riesci a conciliare l’attività di sindaco a quella di scrittore, lasciami dire raffinatissimo?

Per la qualificazione che mi dai di raffinatissimo sorvolo… lo prendo solo come attestato di stima magnanima. È complicato conciliare le due cose ed è molto stressante. Ci provo alzandomi prestissimo e dedicando a me stesso le prime ore mattutine, preziosissime per rigenerarmi scrivendo.

-Quali sono le maggiori difficoltà per amministrare una città d’arte come Polizzi Generosa?

Debbo essere sincero? Le risorse, almeno dal mio punto di vista non ne vedo altre. Se ce ne fossero abbastanza, la bellezza nascosta o custodita in ogni potrebbe esplodere ed espandersi. Naturalmente intendo con questo un insieme di opere funzionali e necessarie a fare da corollario agli interventi di recupero o di restauro. Insomma, la città di cultura e di bellezza che immagino, alla portata di mano di tutti, è solo nella volontà di chi amministra realizzarla con la cura del luogo e la responsabilità di una buona amministrazione che persegue un fine superiore collettivo: migliorare il luogo per vivere in un bel luogo.

-Una curiosità: quale rapporto c’è tra Polizzi e lo stilista internazionale Domenico Dolce, viene qualche volta in paese?

Il rapporto che Domenico Dolce ha con Polizzi è speciale, direi viscerale. In fondo, oso dire, per quel che conosco, lui è rimasto polizzano, quanto e più di chi ci abita. E questo denota il forte attaccamento che ha per le sue origini e le sue radici che, con orgoglio, rivendica sempre. Questo suo rapporto affettivo speciale con la sua terra lo manifesta non solo con la sua arte ma anche con la sua presenza fisica e relazionale. La sua sola presenza a Polizzi, perché, sì, certo che viene e vi soggiorna nella sua casa, che è poi la casa paterna dove tutto ebbe inizio, è speciale ed è un motivo di vanto e di orgoglio, per me da Sindaco e per la comunità. Trovarsi nel cuore di New York o di qualsiasi grande città del mondo, tralasciando Milano che è la casa madre della moda con le sue vie, Montenapoleone, della Spiga, Venezia e Manzoni, e vedere le sue vetrine colme di bellezza, è davvero emozionante per chiunque (come lo è stato per me) perché, pensare che in fondo, l’artista di cui si ammira e apprezza la così tanta genialità che ha saputo esprimere a livello mondiale è del tuo stesso paese, di Polizzi Generosa, è un motivo di orgoglio per tutti.

-Polizzi e Borgese, quale rapporto ha avuto lo scrittore con la sua città natale?

Di un immenso e struggente amore come quello che vive ognuno che dalla sua terra è costretto a emigrare. Ci sono pagine dei suoi diari di una sensibilità rara, scritte con quel raro tocco sentimentale che denotano quanto pensasse alla sua città abbarbicata sul monte, come un veliero pronto a salpare, ancora da adulto e esule in America, pensando e sognando di ritornarvi e lassù, sul monte, morirvi.

Borgese andò via da Polizzi a sei anni per studiare a Palermo. Al riguardo c’è una significativa letterina mandata allo zio che Sciascia considerò nel suo Per il ritratto dello scrittore da giovane edito da Sellerio. Poi, per le vacanze estive puntualmente ritornava in paese e così fino all’età adulta, anche sposato. Vi sono delle lettere che da Polizzi egli scriveva durante i suoi infiniti soggiorni, ultimo dei quali nel 1917. Poi, mantenne vivo questo suo rapporto nei diari (intese alcune pagine) e nei ricordi trasposti nelle sue opere e nei suoi articoli giornalistici (lungo l’elenco e struggenti alcuni passaggi da Tempesta nel nulla a La città sconosciuta e così via in diversi articoli del Corriere della Sera). Lo stesso Rubé, con il suo paese immaginario del protagonista Filippo, Calinni, altro non è che Polizzi dove vi è citato ben 73 volte, insieme a una infinita descrizione paesaggistica che, per chi conosce i luoghi, a partire dalla maretta, ovvero la nebbia che copre la valle, altro non sono che proprio i paesaggi di Polizzi che Borgese conservò intatti e, trasfigurandoli e universalizzandoli trasfuse nelle sue pagine quale atto d’amore per il suo paese d’origine.

-Hai scritto: “Borgese sarebbe felice di vedere quest’opera che abbraccia tutta la sua opera narrativa”…

Assolutamente sì, perché questo era uno dei progetti coltivati fin dall’esilio americano e poi, al suo rientro dettagliato fino alla firma di un contratto editoriale vero e proprio. Si arrivò vicino alla pubblicazione a metà degli anni ’60, ma poi non se ne fece più niente. Quel progetto prevedeva l’ammontare delle pagine, non più di mille e, fatale coincidenza postuma, l’edizione de La nave di Teseo arriva a 1008!

-Possiamo considerare il tuo libro Romanzi e Racconti su Giuseppe Antonio Borgese, con la colta prefazione di Salvatore Ferlita, un dono per gli appassionati di letteratura, che colma un vuoto che volevano coprire Massimo Onofri e Vincenzo Consolo?

Certamente, queste due personalità avrebbero voluto un meridiano borgesiano, ne abbiamo parlato più volte di persona. E quindi quest’opera oggi colma un vuoto per chi vuole conoscere in maniera sistematica l’opera di questo grande autore.

-Borgese e il fascismo: un rifiuto assoluto con quali conseguenze?

Il suo non aderire al fascismo, nella Milano degli anni ’20 era un potente dissenso anche se manifestato in forme non plateali. Tutti sapevano, gli ambienti intellettuali e la stessa polizia segreta del regime, l’OVRA che Borgese non indulgeva verso il regime. Scelse la strada del silenzio pubblico ma privatamente, a casa sua, i cenacoli erano frequentati da allievi antifascisti quale, fra tutti, Eugenio Colorni, uno degli estensori del manifesto di Ventotene e morto alla vigilia della liberazione di Roma nel ’44. Il suo rifiutò gli causò, non solo la perdita della cattedra (fu reiterato solo al suo rientro in Italia nel ’48) ma, contrariamente a quanto stabiliva la stessa legge sul giuramento, la perdita della pensione pur avendo diritto. Di suo pugno, Mussolini, rigettando la richiesta di pensione avanzata dalla moglie, scrisse: “Gli si poteva perdonare il passato. Non l’oggi. Resta un nemico”. La sua opera Gloa, marcia del fascismo, pubblicata in America e tradotta in diversi paesi segnò la caduta dell’immagine di Mussolini negli Stati Uniti.

-A chi si rivolge il tuo libro, quali gli obiettivi intende raggiungere?

Si rivolge a tutti, essendo un autore che ha segnato la vita cultura della nazione nella prima metà del ‘900. E, considerato che tranne il Rubé le altre opere non sono state più ristampate se non sporadicamente, allora, oggi è possibile disporre di una raccolta, appunto, che fa rivivere Borgese.

-Da poco a Polizzi, nella splendida casa-museo di Borgese si è conclusa la settimana borgesiana alla quale hanno partecipato nomi prestigiosi da Stefano Mangoni, a Clara Aiosa, Stanislao De Marsanich, Maria Rita Schembari, Massimo Onofri, Paolo Amenta, Giampiero Luparelli, Domenica Perrone, Francesco Viola, Guido Corso, Francesco Lo Piparo, Pippo Di Giacomo, Arianna Serena, ed io stesso che ho sostituito Salvatore Ferlita.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Concludere bene il mandato di Sindaco per completare l’opera avviata, per portare a compimento tutto il disegno organico pensato prima delle elezioni amministrative del 2020 e impostato all’inizio di mandato così da rendere esplicito e visibile a tutti il mosaico complessivo d’insieme. Un’opera immane perché impostato da zero ma che so arriverà a compimento da qui a un anno. Non solo sul piano della rifunzionalizzazione di diversi contenitori culturali (uno lo abbiamo inaugurato sabato 14 settembre diventando esso, ora, un luogo d’arte d’eccellenza non solo di Polizzi o delle Madonie, ma della Sicilia, parlo dell’Auditorium comunale-Parco della musica che ospita la mostra permanente di Croce Taravella con un ciclo pittorico dedicato a San Francesco), ma anche di infrastrutture o strutture sociali, viari, idriche, etc….

Biografia

Gandolfo Librizzi (1964) è laureato in Filosofia. È stato tra i promotori della costituzione della Fondazione “G.A. Borgese” (1999), tra i soci fondatori (2002), e, dal 2006 al 2023, Direttore.

Da sempre si occupa della divulgazione della figura e dell’opera di Giuseppe Antonio Borgese e della valorizzazione e promozione della Fondazione. Di recente la collaborazione con La nave di Teseo ha portato alla pubblicazione della prima edizione italiana di G.A. Borgese – Fondamenti della Repubblica Mondiale (giugno 2022), prefazione di Sabino Cassese, di cui ha scritto la postfazione, Un messaggio nella bottiglia del tempo e della ristampa di G.A. Borgese – Golia, marcia del fascismo, prefazione Francesco Merlo, di cui ha scritto la postfazione Golia, marcia del fascismo. Un gigante dai piedi di argilla. Il libro all’origine dell’incontro con Elisabeth Mann, sua futura moglie (ottobre 2022) e, nel 2023, la prima raccolta di Romanzi e racconti essendo stato il curatore editoriale.

Ha scritto diversi saggi e opere, l’ultima delle quali (2022): Lettere ai familiari (vol. I) – 1888-1940 e Il viaggio di un cosmopolita (voll. I e II) opera monumentale omnia biobibliografica su GA Borgese pubblicate con Palermo University Press.

È stato Presidente del Conservatorio di Musica “A. Scarlatti” di Palermo (2016-2019) su cui ha scritto L’anima del luogo. Il nuovo Conservatorio antico di quattrocento anni (2016-2019).

Dal 6 ottobre 2020 è Sindaco del Comune di Polizzi Generosa e dal 28 ottobre 2021 è anche Presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo che gestisce beni confiscati alla mafia, tra cui il feudo Verbumcaudo.

Il 23 luglio 2022, per l’opera di divulgazione del pensiero e dell’opera di G.A. Borgese, nella 22/a edizione del Premio Nazionale di poesia “La Gorgone d’Oro” promosso dal Centro di Cultura e Spiritualità cristiana “Salvatore Zuppardo”, gli è stato conferito a Gela il premio “La Gorgone d’Oro”.

ULTIM’ORA

Nel mese di ottobre a Polizzi Generosa, si terrà una master class guidata da due leggende del panorama cinematografico mondiale, Martin Scorsese e Giuseppe Tornatore. Ad annunciarlo con un post su facebook il sindaco della cittadina madonita Gandolfo Librizzi. Dal 2018, il regista della “New Hollywood” e di Hugo Cabret , è ufficialmente cittadino italiano, con l’atto di nascita trascritto proprio nel comune di Polizzi Generosa.

Si ringraziano i fotografi Salvatore Indelicato e Rossellina Garbo.