Ritratti: sociologi del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra Francesco Pira

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E’ bello scoprire il privato di personaggi pubblici ed è per questo motivo che partiamo in questa intervista con una domanda a bruciapelo.

-Chi è Francesco Pira fuori dalle aule universitarie, come ama trascorrere il tempo libero, quali sono le sue passioni segrete e irrinunciabili. Francesco e il mare, Francesco e le donne della sua vita…

Confesso che questa domanda è inattesa e forse per questo motivo assume un valore ancora più forte rispetto invece a quello che è legato alla mia attività accademica e professionale. Sono una persona certamente segnato da fatti nelle vita che hanno cambiato la mia storia. La morte di mio padre a 13 anni che mi ha fatto conoscere cosa significa perdere un genitore in un momento di crescita. Un lutto che mi porto dentro e mi ha segnato. Se dovessi descrivermi sono una persona sensibile, generosa e ancora capace di emozionarsi. Sono pieno di curiosità, Nonostante i miei 59 anni appena compiuti (lo scorso 9 agosto) cerco di vivere tutto quello che mi accade intensamente. E’ verissimo che con il mare ho un rapporto viscerale. Forse anche più del Maestro Andrea Camilleri che alla domanda: cosa le manca più della Sicilia? Rispondeva senza esitazione “u scruscio du mari” (il rumore del mare). Ho bisogno di vedere il mare tutte le mattine. Per questo mantengo la residenza a Licata, dove abito vicino al mare, ed ho il privilegio di lavorare a Messina, città immersa nel mare. Il mare riesce a darmi un’energia incalcolabile. Mi basta guardarlo, osservarlo, perdermi nei colori o nelle onde per stare bene. Il mio primo insegnamento in Università nel 1997 lo ebbi a contratto all’Università di Trieste. Era bellissimo andare la sera a passeggiare sul Molo Audace. Tra le donne della mia vita occupa un posto straordinariamente importante la mia nonna materna Cettina. A lei devo i buoni sentimenti, la capacità di ascoltare l’altro, il saper fare quando occorre un passo indietro. Poi mia madre Tonia, unico genitore per tanti anni, e sua sorella Mara, mia zia, anche a lei sono molto legato. Preferisco invece non parlare della mia vita sentimentale né attuale né passata. Ci sono cicatrici e momenti intensi di felicità. Non l’ho mai fatto per il rispetto che devo a chi mi ha amato o mi ama. Ho vissuto la mia adolescenza intensamente. Ho lavorato con donne e mi sono trovato benissimo. Sono un uomo che si batte strenuamente e con ogni mezzo contro la violenza sulle donne. Il mio impegno è tangibile in ogni giorno dell’anno. Posso dire una cosa che quando maturi capisci tante cose del rapporto uomo-donna. Anche se poi credo molto in quello che ha detto e scritto un grande sociologo Zygmunt Bauman: le relazioni oggi sono liquide. Ma questo argomento merita un’intervista a parte.

-Francesco Pira è sicuramente tra i più noti sociologi che abbiamo in Italia. Proprio oggi 20 settembre 2024 è impegnato all’università del Salento a Lecce, in Puglia, nel convegno nazionale dell’Associazione Italiana di Sociologia AIS, dove nella sezione Vita Quotidiana parteciperà all’incontro Schizzi di futuro . “Rianimare il passato: Intelligenza Artificiale e Realtà Aumentata “post-mortem”, è questo il tema dell’intervento preparato con i dottorandi dell’Università di Messina di cui è Tutor i dottori Umberto Spaticchia e Roberta Casagarande. L’incontro sarà introdotto e coordinato dalla professoressa Angela Perulli, dell’università di Firenze Coordinatrice della sezione Vita Quotidiana di Ais.

Anche nell’Anno Accademico 2024 tanti sono stati gli impegni all’estero per partecipare a convegni internazionali, tenere docenze, sviluppare progetti di ricerca. E’ stato in Georgia e Polonia per tenere lezioni presso tre Università: la Tblisi State University, l’Università Marie Curie di Lublino e sempre a Lublino presso la JohnPaul II CartholicKul University, dove ha insegnato Karol Wojtyla. Intensa anche la collaborazione con le università spagnole: è stato Visiting professor presso l’Università Re Juan Carlos di Madrid, avviato collaborazioni con l’Università di Malaga, e partecipato all’Università di Siviglia al Congresso Internazionale di Sociologia organizzato dalla FES Federazione Spagnola di Sociologia. Ma anche in Italia è stata intensa la sua attività di docenza, sia nell’Università di Messina, dove lavora presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, ma anche presso l’Università Salesiana IUSVE, di Venezia e Verona con cui collabora da anni. Ha tenuto nelle scuole italiane tante conferenze sui suoi temi di ricerca legati alle devianze della rete e la violenza sulle donne. Pochi giorni fa per i tipi di Medinova è uscito il suo ultimo libro PIRAterie 3 e proprio partendo da questa sua ultima pubblicazione abbiamo parlato con lui di temi di grande attualità.

-È vero che Piraterie 3 è una scommessa sul futuro del mondo?

PIRATERIE 3 riprende idealmente quel percorso temporaneamente interrotto il 25 aprile 2021, data dell’ultimo articolo contenuto nella raccolta PIRATERIE 2 La Vendetta – riflessioni sulla social esistenza quotidiana. PIRATERIE 3 chiede al lettore di interrogarsi sul futuro del mondo. Il PIRAta instaura un dialogo con il lettore e lo aiuta a riflettere su due mondi ancora poco conosciuti: il Metaverso e l’intelligenza artificiale. PIRATERIE 3 affronta un excursus tra quello che ci appare difficile e quello che, nel frattempo, ci piace e ci coinvolge. Micro analisi sociologiche che prendono spunto da fatti di cronaca, da storie ed eventi accaduti sul web. Tutti noi ci poniamo tante domande che meritano di avere delle risposte. Allora, il PIRAta ci suggerisce che l’intelligenza artificiale rappresenta quel futuro che non riusciamo ad immaginare. Proprio per questo motivo, dobbiamo proteggere l’importanza dei valori e dei sentimenti.

-Ha ragione Noam Chomsky quando sostiene: “Smettiamola di chiamarla “Intelligenza artificiale” e chiamiamola per quello che è un software di plagio”. Non crea nulla ma copia opere esistenti di artisti esistenti, modificandole abbastanza da sfuggire alle leggi sul copyright”…

Condivido il pensiero di Chomsky, soprattutto se penso al fenomeno della disinformazione.Qualche tempo fa, un interessante articolo è stato pubblicato su Il Domani, scritto da Daniele Erler, in cui sono stati riportati i dati ottenuti dagli analisti di NewsGuard che hanno provato a capire se l’intelligenza artificiale può trasformarsi in uno strumento capace di diffondere fak news e propaganda. In effetti, ChatGPT riesce a creare notizie copiate, false e distorte.

Tutto dipende dai comandi che l’uomo dà all’intelligenza artificiale. L’uomo deve sapere quello vuole e deve fornire alla macchina anche i dettagli per avere un risultato più preciso. Quando i comandi non sono chiari o confusionari, ovviamente le risposte sono vaghe o scorrette e i rischi sono tanti.

-Quali sono le persone maggiormente a rischio per l’intelligenza artificiale?

Il rischio lo corre chi non si informa, chi non è predisposto alla conoscenza e chi condivide le notizie con gli altri senza essersi documentato.La formazione è fondamentale in questo momento. I giovani devono essere guidati alla scoperta dell’intelligenza artificiale e del Metaverso dagli adulti. Dobbiamo stare molto attenti e non dimenticare che i grandi colossi della comunicazione hanno lo scopo di fatturare e traggono profitto attraverso il “sentiment” delle persone.

-Come funziona l’intelligenza artificiale?

Tecnicamente, si tratta di una tecnologia informatica, in continuo aggiornamento, che ha rivoluzionato il modo con cui l’uomo si relaziona con la macchina, e le macchine tra loro. Cosi come riporta agendadigitale.eu, “l’intelligenza artificiale fornisce ad un robot qualità di calcolo che gli permettono di compiere operazioni e “ragionamenti” complessi, fino a poco tempo fa caratteristiche esclusive del ragionamento umano, in poco tempo”.Oggi, si fa una distinzione tra “Strong Ai” e “Weak Ai”. Strong Ai sono macchine che possiedono un intelligenza pari o superiore a quella umana e allo stato attuale non sono disponibili. Weak Ai sono macchine in grado di far fronte a determinati task con un metodo che riproduce quello dell’uomo.Possiamo affermare con certezza che l’intelligenza artificiale è sempre più presente nelle nostre e vite e in diversi ambiti è diventata insostituibile. Ormai, ad esempio, possiamo fare a meno di “Alexa” o di “Siri”.Tantissmi robottini vengono impiegati per pulire le nostre abitazioni e sono dotati di telecamera che individua le stanze da sistemare. A distanza riusciamo a controllare ogni movimento dei nostri robottini. Quindi, i vantaggi ci sono e sta a noi sfruttare l’intelligenza artificiale in modo responsabile.

-Che cos’è l’infosfera?

Noi viviamo, come dice il Professore Luciano Floridi, esperto di comunicazione, filosofo e sociologo, la nostra vita onlife. Infatti, sostiene Floridi, “sembra impossibile trovare un qualsiasi aspetto della nostra vita che non sia stato influenzato dalla rivoluzione digitale […] Un numero crescente di persone vive sempre più diffusamente onlife, sia online sia offline, e nell’infosfera, sia digitalmente sia analogicamente”. Il Professore Floridi ha scritto anche un libro “La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo”, edito da Raffaello Cortina Editore. Una quarta rivoluzione epocale, dopo quelle di Copernico, Darwin e Freud, che ci sta conducendo verso una “infosfera globale”.

Floridi ci spiega che: “Al pari delle tre precedenti, la quarta rivoluzione ha rimosso l’erroneo convincimento della nostra unicità e ci ha offerto gli strumenti concettuali per ripensare la nostra comprensione di noi stessi. […] siamo organismi informazionali (inforg), reciprocamente connessi e parte di un ambiente informazionale (l’infosfera), che condividiamo con altri agenti informazionali, naturali e artificiali, che processano informazioni in modo logico e autonomo”.La filosofia dell’informazione ci aiuta a capire cosa si intende con il termine infosfera ovvero la globalità dello spazio delle informazioni che include sia il ciberspazio (Internet, telecomunicazioni digitali) sia i mass media classici.

-Perché la scrittura appare come l’unico strumento capace di rendere il soggetto pienamente consapevole della propria esistenza?

Non bisogna mai avere paura di scrivere, perché la scrittura è un’arma potente che ci aiuta a comprendere gli altri e sé stessi. Un’analisi profonda che pone le sue radici nei posti più sconosciuti dell’anima e del cuore. La penna, e oggi la tastiera, equivale ad un’assoluta introspezione interiore per chi scrive e poi per chi legge.

-Dove ci porterà esattamente il viaggio tra metaverso e l’intelligenza artificiale,temi che affronti nel tuo libro sul futuro?

Direi che il mio è un viaggio teso alla conoscenza e alla formazione. Nel mio libro spiego ai lettori qual è la realtà attuale. Un excursus sulla digitalizzazione dei processi e della velocità con cui la tecnologia produce nuovi strumenti. Un’epoca storica che ci vede sommersi da una over-produzione di dati che devono essere decifrati, interpretati e compresi. Bisogna anche capire il nuovo modo di relazionarsi dell’individuo che tende a consumare ogni legame in quella che viene definita dal sociologo Zygmunt Bauman “società liquida”.

-È vero che il futuro stravolgerà il nostro modo di pensare e di vivere?

È un uomo che comanda una macchina, e decide come utilizzare una macchina, capiamo che ci sarà sempre una responsabilità dell’uomo. Siamo noi a stabilire qual è e quale sarà il nostro modo di pensare e di vivere. Possiamo “scegliere” e questo non possiamo dimenticarlo.

-Cosa nasconde il mondo dell’intelligenza artificiale, cosa dobbiamo aspettarci?

Noi abbiamo la sensazione che, rispetto a come sta galoppando lo sviluppo tecnologico, tutto l’assetto formativo ed educativo non sia ben attrezzato. Io sto facendo una ricerca relativo al passaggio epocale dalla Media Education alla Educomunicazione, proprio per cercare di capire quali nuovi frontiere ci aspettano. Sappiamo che l’intelligenza artificiale può fare tanto in termini burocratici, nella sanità e nella chirurgia e che ha già ottenuto risultati incredibili. Sicuramente, il progresso continuerà la sua corsa inarrestabile ed è presto per stabilire quali traguardi raggiungerà.

-Cosa accadrà, chi potrà prendere il posto dell’uomo, davvero i robot riusciranno a sostituirci?

In alcuni settori i robot vengono già impiegati e possono aiutare l’uomo. Credo che i robot affiancheranno l’uomo e non lo sostituiranno. Gli uomini devono capire quanta umanità mettono nell’utilizzo dei robot, dell’intelligenza artificiale e degli avatar nel Metaverso. La tecnologia non deve e non può servire per disumanizzare l’umanità.

-Come faremo a controllare l’intelligenza artificiale, quando sarà violata la nostra privacy, cosa accadrà alle nostre vite?

Le preoccupazioni, relative alle ricadute dell’intelligenza artificiale sulla nostra privacy, sono tante. Basti pensare ad esempio ai contenuti falsi generati dall’intelligenza artificiale, alle difficoltà di attuare controlli, alla condivisione dei nostri dati e molto altro ancora. Tutto dipende dall’uomo e dalla sua capacità di educare l’intelligenza artificiale. Inoltre, la responsabilità è di ognuno di noi. Ogni giorno, condividiamo sui social post e immagini per costruire un’immagine di noi stessi che possa piacere al nostro pubblico. Dobbiamo stare attenti e scegliere con cura cosa condividere o meno e soprattutto documentarci.

-Cosa sono diventate le nostre tecnologie, se da un lato sono ormai indispensabili, dall’altro ci fanno paura…

L’intelligenza artificiale presenta aspetti positivi e negativi. Ormai, non ci sono dubbi sul fatto che l’intelligenza artificiale è in grado di garantire il raggiungimento di tanti obiettivi. Ricordiamoci che è necessario allenarla e dobbiamo capire quanto siamo disposti a portare avanti questo allenamento. Certamente, l’intelligenza artificiale è uno strumento utile, ma se utilizzato in modo scorretto può diventare molto pericoloso. Mi riferisco soprattutto alle guerre in cui viene sfruttata per uccidere e fare del male. Non dobbiamo avere paura delle nuove tecnologie, ma dobbiamo essere pronti alle trasformazioni della scienza e disposti alla formazione continua.

-Cambierà qualcosa per i bambini che per acquietarli e non farli piangere oggi doniamo un tablet o un telefonino, domani cosa offriremo per farli stare tranquilli?

I bambini sin dalla culla sono messi in contatto con la tecnologia. Ormai, spopolano su Internet i video di piccolissimi in grado di maneggiare con destrezza tablet e smartphone e di genitori orgogliosi che mostrano le abilità dei propri figli. Esistono una serie di elementi critici di cui sono responsabili gli adulti a cui va il ruolo di guida, dovendo per primi comprendere l’impatto delle tecnologie e il loro utilizzo come strumento a supporto della crescita dei bambini. Non abbiamo ancora compreso le dinamiche e le loro conseguenze, lasciare che la tecnologia si sostituisca all’uomo anche nelle funzioni primarie, come l’accudimento dei bambini, rappresenta un grave rischio. Gli adulti devono dedicarsi alla formazione e supportare bambini e adolescenti, perché possano accedere a questi nuovi universi senza correre pericoli.

Spero che i ragazzi del futuro non vengano lasciati soli dai loro genitori all’interno di nuove interfacce tecnologiche che ancora nessuno conosce.

-Che cosa ci sarà al posto dei libri e della lavagna interattiva, nella scuola del domani?

Ci sono ordini e contrordini che ci fanno capire che non c’è una continuità nelle decisioni intraprese. Si è aperto un dibattito tra esperti e tutti hanno espresso il loro parere, per cercare di capire quale rotta sta percorrendo la scuola e il mondo dell’istruzione. Tutti dobbiamo cercare di capire come utilizzare l’intelligenza artificiale e il Metaverso e anche quali sono tutti gli strumenti didattici a disposizione. Penso all’intelligenza artificiale che può essere sfruttata per l’inclusione. Bisogna soprattutto capire quanto e come l’intelligenza artificiale potrà lavorare per migliorare la didattica. Credo che tutti i processi debbano essere dosati. Sta a noi trovare una linea di condotta che in qualche modo rispecchia quelle che sono le esigenze dei programmi ministeriali. Dobbiamo permettere ai nostri studenti di sentirsi liberi e nel frattempo dobbiamo garantire loro una preparazione adeguata ad affrontare il mondo e non soltanto i microcosmi. Insomma, è tutto in divenire ed occorre capire il legislatore, chi decide per il mondo della scuola e per il mondo dell’università, quale strada vorrà percorrere e se vuole davvero dare spazioall’intelligenza artificiale.

-Ci sarà un prossimo libro PIRATERIE 4? Come ha reagito il pubblico finora a queste interessanti e geniali pubblicazioni Medinova che anticipano il mondo che verrà?

Sì, il desiderio è quello di dar vita ad una quarta pubblicazione, per continuare ad offrire ai lettori una chiave di lettura del mondo contemporaneo. Inoltre, le mie analisi sociologiche vogliono donare agli altri spunti di riflessione e tanta speranza. Le edizioni precedenti hanno ottenuto un buon successo e mi auguro che anche PIRATERIE 3 venga letto e apprezzato da tante persone.

Biografia

Francesco Pira, è professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e insegna Comunicazione Strategica, Teorie e Tecniche del Giornalismo Digitale e Giornalismo Sportivo, Social Media e Comunicazione d’Impresa, presso i corsi di laurea magistrale e triennale del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina

È Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Realmonte (Agrigento) e Presidente della Commissione Toponomastica del Comune di Licata (Agrigento).

A marzo 2024 è stato nominato Presidente della branch Comunicazione Media e Informazione di Confassociazioni, di cui era stato Vice Presidente e dal giugno 2020 è Presidente anche dell’Osservatorio Nazionale sulle Fake News.

È stato Coordinatore e Responsabile Scientifico per l’Italia, fino al giugno 2023, del Progetto OIR, sulla didattica inclusiva – Erasmus + (Open Innovative Resources) finanziato dall’Unione Europea che vede insieme le Università di Lublino (Polonia), Oviedo (Spagna) e Messina.