Ribera: Sul settimanale “L’ Amico del Popolo” di Agrigento, il prof. Calogero Daino ricorda Maria Teresa Marino

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Ad un mese dalla nascita al cielo di Maria Teresa Marino (31 luglio – 31 agosto 2024), pubblichiamo il ricordo del prof.Calogero Daino a nome della Comunità Parrocchiale di Maria SS. Immacolata in Ribera.

 

Nata il 13 Gennaio 1974 da Domenico e Marianna Marretta, sin da bambina ha manifestato una fede profonda, sotto la guida della mamma, dello zio padre Nino Marino e delle Suore di Sant’Anna, a cui Marianna era particolarmente legata per la sua adesione al “Movimento della Speranza” ispirato alla spiritualità della Beata Anna Rosa Gattorno. Nella sua giovinezza, Maria Teresa ha trovato la propria dimensione spirituale nel servizio alla Parrocchia “Maria SS. Immacolata” di Ribera, curando l’animazione liturgica, il decoro e soprattutto occupandosi della Catechesi. È in questo ambito che Maria Teresa ha scoperto il “senso della sua vita”, laureandosi in Teologia e diventando insegnante di religione alla scuola primaria, prima a Caltabellotta poi a Ribera. Ha partecipato a diverse Giornate mondiali della Gioventù (Toronto e Parigi), segnando tutti, alunni ed amici, con la sua fede che ha vissuto fino all’ultimo, soprattutto nella malattia, abbandonandosi totalmente alla volontà di Dio. Negli ultimi giorni, infatti, con un filo di voce, ha ripetuto più volte: “Amen!”.

 

E noi, abbiamo pregato. Abbiamo chiesto il miracolo, sperando nella guarigione di Maria Teresa. Il 31 luglio scorso, a mezzanotte, invece, lo Sposo ha bussato alla sua porta, accogliendola, abbracciandola e portandola con Sé nel Regno dei Cieli. Molti di noi quel giorno se lo sono chiesti: perché il Signore non ha fatto il miracolo? Perché non l’ha guarita, visto che noi avevamo ancora bisogno di lei, dei suoi insegnamenti, di averla come punto di riferimento? La risposta ce l’ha data pochi giorni dopo la sua morte la madre Marianna che ha scritto: “lei gode, ora, della Presenza e prega per tutti noi. È stato questo il miracolo: la serenità sua e di noi familiari che l’abbiamo accompagnata con infinito amore fra le braccia amorose del Padre”.

 

Cos’altro si può dire, davanti a un così grande insegnamento di fede? Tante pagine potremmo scrivere su Maria Teresa: catechista, docente, donna che ha vissuto una vita piena. Ha lasciato in quanti l’hanno conosciuta un’impronta indelebile, diversa, che ciascuno porterà nel proprio cuore. Alunni, amici, familiari hanno nei suoi confronti tanta gratitudine, perché per tutti è stata un esempio di fede, ma anche di grande umanità. Maria Teresa prestava servizio all’Immacolata di Ribera, conosciuta dai più come la chiesa di Sant’Antonino. Maria Teresa era l’anima dell’Immacolata.

 

Con lei molti di noi sono cresciuti. Ci ha insegnato, nel senso latino del termine, cioè ha lasciato il segno dentro ognuno di noi, in questa Parrocchia. Sacerdoti, operatori pastorali, fedeli hanno potuto sperimentare il suo insegnamento, ma soprattutto i suoi amati bambini, a cui ha trasmesso ciò che a sua volta aveva ricevuto. Tre sono le parole che mi vengono nel cuore per descriverla: amore, zelo e gioia.

– Amore per Cristo e la Sua Chiesa: un amore incondizionato che ha trasmesso a tutti noi. Un amore che trasudava dagli occhi quando incantava i suoi bambini con le lezioni (che lei chiamava testimonianze). Un amore che si trasformava in obbedienza totale e disinteressata. Un amore che nasceva da una profonda e maturata conoscenza della fede cattolica.

– Zelo per la comunità parrocchiale che serviva come casa sua. Che si trasformava inamorevole per l’altare, per l’ordine e la pulizia dell’aula assembleare, dei decori durante le feste patronali e del Giovedì santo. Zelo che nasce dall’amore.cura

– Gioia. Perché tutto lo faceva con gioia. Catechesi, canto, preghiera, cura del decoro… conlei era sempre festa. Quante risate, ci siamo fatti qui dentro. Stavamo tutti bene con lei. Mai aveva parole di rimprovero. Anzi, quando facevamo qualche cavolata, era lì a guardarci con quel suo sorriso sornione come per dirci: Ma che combinate? E, sono sicuro, in questo momento dalla casa del Padre sta guardando con quello stesso sorriso le nostre lacrime come per dirci: Ma che combinate? Io adesso sono felice!

Eh si, adesso Maria Teresa è felice. Perché ha incontrato il suo Signore, come quelle vergini sagge del Vangelo, con la lampada della fede accesa e il vasetto con l’olio delle buone opere pieno. È felice perché nel suo breve tempo ha fatto tanto, per questa porzione di popolo di Dio, per la scuola, per tutti noi. Ci ha educato alla fede, vera, sincera, senza orpelli e fronzoli. Per il Signore le cose migliori. Per il Signore i nostri cuori. E lei è andata incontro al Signore col suo sorriso. Quel sorriso che è rimasto impresso anche nelle sue spoglie mortali. Come un timbro, come a volerci dare l’ultimo insegnamento: siate felici perché Dio è gioia. Siate felici e cantate Alleluia perché Cristo e risorto. E anche noi risorgeremo con Lui.

Ma Maria Teresa non era solo questo. La sua vita non si riduceva solo al servizio spirituale e pastorale. Era vitalità. Era un turbinio travolgente che amava la vita. Amava andare ai concerti, soprattutto di Biagio Antonacci, amava viaggiare. Amava raccontare storie e far ridere gli altri. Era un’ottima forchetta e conosceva benissimo i posti migliori dove mangiare con gusto. Tutti l’hanno conosciuta, tutti l’hanno apprezzata, tutti l’hanno amata. Con lei si imparava sempre. Scrive la sua amica Chiara che era capace (e posso confermare) che con il suo sguardo era capace di fugare ogni dubbio. Amici, colleghi, alunni l’hanno apprezzata per la sua purezza. Posso testimoniare che il giorno del suo funerale è stato percepito da molti come il giorno di Pasqua, sentivamo quella stessa serenità. E ora, è giunto il momento di mettere in pratica i suoi insegnamenti, trasformando il nostro ricordo in preghiera, affinché anche noi, come lei, possiamo servire il Signore con amore, zelo e gioia e un giorno andare incontro a Lui con il sorriso.