Decisamente non ha pace quest’anno il comparto dell’agricoltura agrigentina. Alla mancanza dell’acqua per irrigare i frutteti in buona parte del territorio provinciale dai paesi del Belice sino a Licata, ecco che si aggiunge la mancata retribuzione dei circa 200 dipendenti di ruolo del consorzio di bonifica che assicurano la distribuzione dell’acqua a migliaia di aziende agricole. La denuncia è contenuta in una nota che la Flai Cgil di Agrigento ha inviato al commissario straordinario e al direttore della struttura consortile della Sicilia occidentale.
Si tratta del mancato pagamento di giugno, della quattordicesima mensilità e tra un paio di giorni della retribuzione di luglio. Nonostante i disagi economici dei dipendenti e delle loro famiglie, i lavoratori – sottolinea il sindacato – hanno un grande senso di responsabilità in quanto assicurano la distribuzione idrica ai giardini e tranquillizzano migliaia di agricoltori esasperati e alle prese con la mancanza dell’acqua causata dalla siccità. Non piove dallo scorso autunno e i laghi sono vuoti.
Lavoratori e sindacato hanno deciso responsabilmente di non dichiarare lo stato di agitazione e di non indire scioperi della categoria per non aggravare una situazione già difficile. “La stabilità economica delle famiglie è a rischio – scrive Franco Colletti del sindacato agrigentino – perché i lavoratori hanno nello stipendio l’unica fonte di reddito e in tanti per raggiungere le loro sedi periferiche di lavoro continuano ad utilizzare mezzi propri e devono pagarsi il carburante, senza conoscere la data di rimborso. Serve dare dignità ai lavoratori, sbloccare gli stipendi e garantire un servizio celere per la collettività”.
In passato, è già successo che le casse consortili siano rimaste vuote per i mancati trasferimenti finanziari della Regione Siciliana. Sono stati mesi di sofferenza del personale. Ad oggi dipendenti e sindacati non sanno spiegarsi il blocco degli stipendi: problemi di bilancio, mancanza di accreditamento delle somme, burocrazia degli istituti bancari. Si tratta di una crisi all’interno di un settore già profondamente colpito dalla mancanza dell’acqua che mina l’economia delle popolazioni di tanti comuni agrigentini.