“Rischiamo la desertificazione del territorio e se non si pone riparo, con tutti i mezzi a disposizione, a questa situazione al deserto dell’agricoltura seguirà inevitabilmente anche una catastrofe economica e occupazionale”. E’ questo l’allarme che hanno lanciato i consorzi di tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp di Catania e Arancia di Ribera Dop con i rispettivi presidenti Gerardo Diana e Salvatore Daino che chiedono aiuti immediati per salvaguardare la produzione dei due consorzi, punte di diamante della rinomata agrumicoltura siciliana di qualità.
Tutta la Sicilia – sottolineano i due presidenti – è colpita da una siccità che non ha precedenti, almeno nell’ultimo cinquantennio. Si rischia la desertificazione del territorio e se non si pone riparo, con tutti i mezzi a disposizione, a questa situazione al deserto dell’agricoltura seguirà inevitabilmente anche una catastrofe economica e occupazionale. Chiedono l’attuazione della riforma dei consorzi di bonifica, procedure semplificate per l’accesso ai fondi già stanziati dai governi nazionale e regionale per fronteggiare la siccità, snellimento delle pratiche burocratiche per poter ricercare e attingere all’acqua autonomamente e lo stop agli esosi ruoli di riscossione emessi dai consorzi di bonifica anche in assenza totale di servizi irrigui. I dirigenti come imprenditori impegnati sul campo conoscono a menadito il territorio e i problemi legati alla gestione fino a oggi fallimentare delle dighe, degli invasi e soprattutto della rete di distribuzione.
“ Le nostre richieste e i nostri suggerimenti – dicono Diana e Daino – sono mirati a salvare nell’immediato la stagione di commercializzazione, ormai alle porte, e a fare in modo che non ci si debba più trovare impreparati dinnanzi a eventi naturali come quello in corso. Gli esempi positivi di gestione delle risorse idriche nel mondo non mancano. Impariamo da chi ha saputo fare meglio di noi, ma soprattutto le misure antisiccità, per adesso solo sulla carta, siano attuate immediatamente. Faremo di tutto come sempre per dare agli estimatori delle arance siciliane un prodotto di grande qualità, ma dobbiamo poterlo fare senza arrivare stremati alla metà ”.
“Se la situazione irrigua è grave nella Piana di Catania – dice Salvatore Daino, presidente della struttura consortile riberese – non è migliore in provincia di Agrigento dove alcune aree sono totalmente vocate per l’agrumicoltura nel comprensorio di Ribera e per il pescheto nel territorio dei Monti Sicani a Bivona e Lucca Sicula. Tra i 14 comuni agrigentini del consorzio di tutela Arancia di Ribera vi sono in piena produzione oltre 8 mila ettari di terreno ad agrumento con una produzione annua di 150 milioni di chilogrammi di cui 15 milioni a marchio Dop. L’indotto economico si aggira si circa 100 milioni di euro. Sono interessate dall’economia agricola circa 4 mila famiglie, con la presenza attiva di qualche migliaio di braccianti agricoli con l’occupazione a rischio. La siccità rischia di colpire le aziende agricole i cui titolari hanno investito nelle trasformazioni colturali, nei mezzi agricoli e sistemi di irrigazione, ma anche nei centri di confezionamento e di lavorazione ingenti somme di denaro tanto sul piano economico”.
Sono queste le cifre che ci sono state fornite dal consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia.
Gli ettari certificati sono circa 6500 di cui 1000 ettari in biologico. Le etichette autorizzate sono 300. A fronte di questi numeri, nella campagna 2022/2023 il prodotto certificato e immesso in vendita ammonta a 27 mila tonnellate di Arancia Rossa di Sicilia IGP, per un valore di circa 40 milioni di euro. Un valore economico importante per un prodotto che è presente sugli scaffali della GDO solo per quattro mesi all’anno.
Al consorzio sono iscritti sono più di 450 produttori, 70 confezionatori e 3 intermediari.
Il consorzio rappresenta agricoltori e imprenditori che riconoscono l’importanza della produzione nel nostro territorio e seguono il disciplinare di produzione dell’arancia Rossa di Sicilia IGP
La nostra lungimiranza sta nel guardare anche oltre il presente e puntare a una agrumicoltura di avanguardia che garantisca uno sviluppo duraturo nel tempo.