Sulla sua pagina facebook don Antonio Nuara scrive una nota pesante indirizzata alle istituzioni. “E’ una ribellione contro chi ci governa”
“Non è una ribellione alle Forze dell’Ordine per le quali ho un grande rispetto e una grande gratitudine per quello che fanno. Ma contro chi ci governa a parole, ma nei fatti è un pessimo modo: pieno di promesse, di parole altisonanti, di ruberie e di silenzi che indicano spesso connivenza. Io sto con gli agricoltori che per 40 anni sono stati presi in giro.
Proprio 40 anni fa cominciando a praticare Ribera, ho sentito parlare dei 150/200 milioni di metri cubi di acqua che il Sosio-Verdura scaricava a mare. Ho sentito parlare della diga sul Valentino che poteva immagazzinare, per caduta, ben 80 milioni di metri cubi d’acqua. Ho constatato con i miei occhi che quasi tutte le condotte erano un colabrodo, senza manutenzione o in precaria condizione, pronte a scoppiare quà e là ad ogni immissione di acqua per l’irrigazione; che i fondali degli invasi da quando sono stati costruiti non hanno mai avuto uno sfangamento, riducendo così, di anno in anno, la loro capienza. Ho sentito parlare di adduttori, mai entrati in funzione.
Ho fatto con un gruppo di agricoltori un giro per tutti gli invasi esistenti e Rai3 , ne ha fatto un reportage, andato in onda nel pomeriggio, quando l’ascolto raggiunge il massimo dell’ascolto. Ci siamo fermati ad osservare l’invaso del Gammauta, in uso esclusivo dell’Enel, quando le fluenze raggiungevano i 400 litri/secondo. Il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo insieme con tutti i sindaci che gravitano nell’ hinterland riberese hanno inseguito il Prefetto, le Autorità di Bacino, del Consorzio 3 di Agrigento.
Si è organizzata una manifestazione a Palermo, davanti l’Assessorato Regionale dell’Energia e della Pubblica Utilità. Ma l’Assessore Di Mauro, detto Roberto, pur essendo stato avvisato in tempo, ha preferito restarsene nella sua segreteria di Agrigento. Gli agricoltori che manifestavano con dignità e ordine, davanti l’Assessorato, erano guardati a vista dalla Digos, come se fossero dei criminali. Aspettavano che qualcuno facesse un passo falso, per trovare un capro espiatorio.
La Regione Siciliana dichiara lo “stato di emergenza” a giugno, quando la frittata era già fatta e con le piante che manifestavano già i primi segni di grave sofferenza. Cosa si è chiesto al Prefetto e ai vari responsabili? Di dichiarare lo “stato di calamità” e, in particolare un’ ordinanza prefettizia che, nel rispetto della Legge Galli, si desse priorità all’uso irriguo dell’acqua, sospendendone l’uso industriale, per come il dispositivo di legge impone. Cosa avrebbe dovuto fare l’Enel ? Due semplici manovre: chiudere la saracinesca che prelevava l’acqua per azionare le turbine e aprire la saracinesca che, per caduta, portava l’acqua alla Diga Castello.
Si poteva recuperare oltre un milione e mezzo di metri cubi di acqua, assicurando, così, un’altra irrigazione. Si era chiesto al Prefetto di fare l’ordinanza di sospensione dell’uso dell’acqua ad Enel, fino al 30 settembre 2025. il Prefetto fa l’ordinanza con scadenza al 30 settembre 2024, cioè per il periodo in cui le fluenze sono quasi inesistenti e l’Enel non produce energia. Contenti e gabbati. Il sottoscritto si è permesso , il 17 giugno 2024, di scrivere una lettera al Prefetto, chiedendo di rivedere l’ordinanza ed estenderla, come chiesto, al settembre 2025. Al momento nessuna risposta. Forse un prete comune o un cittadino qualunque non sono degni di avere una risposta. Non vorrei parlare poi del sistema viario del territorio, dove una volta mi sono avventurato con alla guida del mezzo da un agricoltore: mi sono convinto che, essendo tutte le strade interpoderali disastrate e pericolose, l’unico rimedio per accedervi era quello di dotarsi di un carro armato. Tutta la politica e le istituzioni sono assenti e sorde. Però pronte con tutte le Forze dell’Ordine a sanzionare due agricoltori, disperati, perchè i tanti loro sacrifici cominciavano a svanire. Uno Stato che non è sensibile e non è pronto a venire incontro ai problemi dei suoi citradini, per risolverli, non è Stato, ma solo “malgoverno” e in qualche caso ciò che tutti pensiamo e non osiamo dire”.
Antonio Nuara sacerdote