La siccità che perdura da mesi in Sicilia sta mettendo sempre più in difficoltà l’approvvigionamento idrico in diversi territori della Regione. Analizzando gli invasi del territorio dei Sicani, la situazione è veramente critica, con impatto notevole sulle Dighe Fanaco e Leone in territorio di Castronovo di Sicilia. Secondo i dati del Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia, al primo di giugno la Diga Fanaco conteneva circa 0,85 Milioni di metri cubi di acqua rispetto alla capacità di 20,7 Mmc totali, mentre la Diga Leone ne conteneva 1,22 Mmc rispetto alla capacità di 4,19 Mmc totali.
Nello stesso periodo dello scorso anno la Diga Fanaco ne aveva 12,73 Mmc e la Diga Leone 3,39 Mmc. Situazione che nel mese di giugno è progressivamente peggiorata. In particolare, visionando lo stato negli ultimi giorni del mese di giugno dell’invaso Leone, si può subito notare che l’acqua rimasta è veramente pochissima, di fatto è praticamente vuoto nonostante i piani di riduzione del prelievo attuati dall’ente gestore. L’invaso artificiale “Piano del Leone” è stato realizzato in periodo fascista ed è gestito da Siciliacque S.p.A. La diga alimenta a cascata l’invaso Fanaco. L’acqua raccolta è trattata presso il potabilizzatore “Piano Amata-Fanaco” e viene distribuita in diversi comuni delle province di Agrigento e Caltanissetta.
Nel 2022 la Regione Siciliana si è messa al lavoro è per attuare un piano per liberare gli invasi di propria competenza dai sedimenti che in oltre mezzo secolo si sono depositati al loro interno, che hanno provocato una sempre più accentuata diminuzione della capacità di accumulo. L’input era arrivato dal governatore in carica Nello Musumeci e subito dopo il segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro, ha tenuto una riunione con gli enti gestori delle dighe “Piano del Leone” e delle Dighe “Cimia” e “Comunelli” in provincia di Caltanissetta per approvare i progetti che prevedono le operazioni di sfangamento.
Molti invasi siciliani sono parzialmente interrati a causa della la massa di detriti che mai nessuno ha provveduto a rimuovere per decenni, facendo perdere fino all’80 per cento delle risorse. Quantità d’acqua preziose che non è più possibile sfruttare. Ad oggi purtroppo l’intervento nella Diga Leone non è stato ancora effettuato, e non risultano al momento aggiornamenti in merito. Di certo questo tipo di interventi, anche nel lungo termine, potrebbero dare una grossa mano d’aiuto all’accumulo delle risorse idriche in una regione sempre più assetata.
Nel frattempo, oltre agli interventi già previsti, lo scorso 18 Giugno il governo regionale ha stabilito di richiedere all’Unione europea e al ministero della Sovranità agricola, alimentare e forestale a causa della persistente siccità che colpisce l’Isola da circa un anno, il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali dal primo luglio 2023 a maggio 2024 che consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della Politica agricola comune, con l’eventuale possibilità di non applicare determinati vincoli a pascoli e terreni, continuare a godere di aiuti, rinviare pagamenti, sanzioni e oneri.
Alessandro Mistretta