Questo il testo inviato alla stampa, dopo la presentazione stamattina del comitato cittadino.
“L’agricoltura rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia del nostro territorio, e
l’Arancia di Ribera DOP, la Pesca di Bivona e tanti altri prodotti ne sono il simbolo più
pregiato. Grazie al duro lavoro e alla dedizione di migliaia di operatori, questi prodotti
hanno conquistato un posto di rilievo nel mercato italiano ed europeo, generando
sviluppo economico e creando nuove opportunità lavorative, soprattutto per i giovani.
Tuttavia, questo patrimonio è oggi seriamente minacciato da un’annata siccitosa di
inusitata gravità.
La scarsa piovosità, unita all’assenza di interventi adeguati, sta mettendo
a repentaglio il futuro dell’Arancia di Ribera e di tutto il comparto agricolo locale.
Negli anni ’90, di fronte a un periodo di siccità simile, erano state realizzate diverse
infrastrutture idriche d’emergenza, come il sistema di pompaggio da Gammauta alla diga
Raia di Prizzi, quello in contrada Tracaleggi e quello di Poggiodiana. Queste opere, che
avevano richiesto un ingente investimento di milioni di euro, avevano permesso di
superare la crisi e di salvaguardare le colture.
Purtroppo, nonostante la situazione critica di quest’anno, nessuno di questi sistemi è stato
attivato. Le strutture, negli anni, sono state abbandonate e lasciate al degrado, con uno
spreco inaccettabile di risorse pubbliche.
È inammissibile che un patrimonio come i prodotti sopra riportati sia messo a rischio per
l’incuria e l’inefficienza delle istituzioni. Occorre un intervento immediato per attivare i
sistemi di irrigazione e per garantire la disponibilità di acqua alle colture.
Allo stesso tempo, è necessario avviare un percorso di recupero e valorizzazione delle
infrastrutture idriche esistenti, investendo nella loro manutenzione e modernizzazione.
Solo così potremo garantire la sostenibilità del comparto agricolo e salvaguardare il futuro
dell’Arancia di Ribera, un prodotto che rappresenta l’identità e la ricchezza del nostro
territorio.
È tempo di agire con responsabilità e lungimiranza per difendere questo prezioso
patrimonio.
In considerazione della situazione attuale, il comitato intende assumere un ruolo attivo nel
denunciare le problematiche relative alla gestione idrica del territorio e nel proporre
soluzioni concrete, anche in vista degli effetti del cambiamento climatico in atto.
La vera risorsa idrica del nostro territorio è il fiume Verdura, come dimostra la sua
continua portata di milioni di metri cubi di acqua verso il mare, anche in periodi di scarsa
piovosità. Pertanto, è necessario revocare la concessione delle acque del Verdura all’Enel,
in evidente contrasto con la legge Galli che ne definisce le priorità (in ordine: uso civile,
uso agricolo ed infine uso industriale) a discapito delle esigenze agricole, subordinate
ingiustamente alle priorità dell’uso industriale.
In considerazione della grave siccità che rischia di compromettere la prossima stagione
estiva, con danni ingenti ai raccolti e all’approvvigionamento idrico, si sollecita la Regione,
tramite gli organi competenti, a adottare misure urgenti per il ripristino dei sistemi di
sollevamento nelle zone del medio e basso Verdura. Tale intervento consentirebbe di
ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche disponibili, evitando il dilavamento in mare di
acqua preziosa e garantendo al contempo l’irrigazione dei terreni agricoli.
La siccità rappresenta una seria minaccia per l’agricoltura nella nostra regione. Per
fronteggiare questa emergenza, proponiamo un piano che prevede il prelievo di acqua da
diverse fonti per garantire l’irrigazione delle colture.
Infatti, il Comitato come soluzioni immediate per fronteggiare l’emergenza propone:
• La messa in sicurezza del Gorgo di Marco per sfruttarne la capienza originaria che è
di circa 3 milioni di metri cubi, il quale da anni giace inutilizzato;
• Si chiede di ottimizzare e massimizzare per uso agricolo l’utilizzo dell’acqua
proveniente dalle dighe Castello e Raia di Prizzi;
• Ripristinare o comunque progettare ex novo i sistemi di pompaggio da Gammauta
alla diga Raia di Prizzi, quello in contrada Tracaleggi e quello di Poggiodiana;
• Il ripristino del secondo sollevamento del fiume Verdura;
• La sfangatura della traversa Gebbia che confluisce acqua proveniente dal fiume
Gebbia nella Diga Castello;
• Rispetto dell’Ordinanza del Prefetto da parte dell’Enel;
• Chiederemo all’Enel il monitoraggio periodico della produzione energetica nella
Diga Gammauta;
• Il ripristino dell’adduttore principale della Diga Castello;
• Provvederemo a coinvolgere i vari ordini professionali al fine di ottenere, ove
necessario, supporto tecnico.
Il comitato si assume l’impegno di monitorare costantemente la situazione e di adottare
tutte le misure necessarie per garantire la disponibilità di acqua per l’agricoltura e per uso
civico. L’obiettivo è quello di raggiungere l’autosufficienza idrica e di affrancare il
territorio da questa problematica nel lungo periodo.
Le nostre riserve idriche attuali, seppur riempite al massimo, garantiscono appena la
sufficienza per un anno. Per fronteggiare questa crisi e garantire una sicurezza idrica
pluriennale, è urgente la costruzione di un invaso sul fiume Verdura.
Il fiume Verdura ha già dimostrato di possedere il potenziale necessario per alimentare un
tale invaso. I suoi benefici sarebbero molteplici.
L’invaso garantirebbe una scorta d’acqua sufficiente per più anni, anche durante i periodi
di siccità più intensi. Inoltre, lo stesso fungerebbe da bacino di laminazione, trattenendo
l’acqua in eccesso durante le forti piogge e riducendo il rischio di esondazioni a valle.
La realizzazione di un invaso sul fiume Verdura non è solo un’opzione, ma una necessità
impellente per il territorio. Investire in questa infrastruttura significa garantire il futuro
dell’isola, tutelando le sue risorse idriche, proteggendo il territorio e promuovendo lo
sviluppo sostenibile.
In conclusione, crediamo che questo piano rappresenti una soluzione concreta e
sostenibile per affrontare la siccità e per tutelare il futuro dell’agricoltura nella nostra zona.
La collaborazione e l’impegno di tutti gli attori coinvolti saranno fondamentali per il
successo di questa iniziativa.
In quest’ottica, vale la pena rispolverare, inoltre, il vecchio progetto della diga Valentino,
un piano già elaborato in passato che potrebbe rappresentare una soluzione concreta e
fattibile.
Il cambiamento climatico sta stravolgendo i normali cicli di pioggia, alternando periodi di
siccità prolungata a precipitazioni torrenziali. Per il territorio, questo significa non solo
una crescente scarsità di acqua, ma anche un rischio di esondazioni sempre più elevato”.
Il Comitato “Insieme per l’acqua