Bivona: Chiuso l’adduttore, non c’è più acqua al Gammauta per trasferirla al Castello

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La situazione idrica, per usi agricoli e potabili, si fa sempre più drammatica. Alla traversa di Gammauta, in territorio di Palazzo Adriano, non c’è più acqua per trasferirla con l’adduttore, per caduta naturale, alla diga Castello di Bivona. Il funzionamento della condotta è durato meno di una settimana, a causa anche di rotture e perdite subito riparate, ma da qualche giorno le saracinesche alla centrale Enel di San Carlo, sopra Burgio, sono state chiuse perché l’invaso si è svuotato per mancanza di piogge e le tubazioni rischiavano di intasarsi con fango e detriti vari.

Sfuma così al momento la speranza di migliaia di agricoltori e delle popolazioni di diversi comuni agrigentini di potere accumulare, tramite il consorzio di bonifica Agrigento 3, qualche milione di metri cubi d’acqua nell’invaso bivonese da potere utilizzare quotidianamente ad uso potabile e nell’imminente estate per irrigare migliaia di ettari di agrumeto e pescheto. Con l’adduttore Gammauta-Castello sono stati trasferiti nei primi giorni circa 200 litri al secondo, poi declassati a circa 100 litri e successivamente bloccati definitivamente.

Il sindaco Matteo Ruvolo, che in questi giorni ha avuto contatti con l’Autorità di Bacino, con l’Enel, con i responsabili delle dighe e anche con il prefetto di Agrigento Filippo Romano, ha avuto assicurazioni che non appena il volume d’acqua a Gammauta tornerà a salire, tra oltre una settimana, grazie alle affluenze sorgentizie del fiume Sosio–Verdura (di piogge non se ne parla), saranno riaperte le saracinesche dell’adduttore con le tubazioni già in pressione. Gammauta può contenere circa mezzo milione di metri cubi. In pochi giorni ne sono stati trasferiti meno di 100 mila, ben poca cosa rispetto ai 12 milioni che servirebbero per dissetare milioni di piante e tanti cittadini. Il prefetto Romano ha assicurato che saranno fatti controlli e verifiche periodiche sia sul fiume Sosio-Verdura che a Gammauta e al Castello.