Al Palazzo del poeta si incontrano sempre persone speciali. Qui ho incontrato Francesca Vaccaro. Questo luogo è un sogno incastonato come un gioiello nella città di Palermo, il viaggiatore quando arriva da fuori non può immaginare tanta bellezza. Rosa Di Stefano ha avuto la capacità di realizzare un sogno e una magia, rendere questo luogo unico e raro. Qui traspare bellezza, sensibilità e musica. Solo un’anima sensibile riesce a sentire la voce del poeta Abate Meli che qui ha vissuto molti anni della sua vita, mentre recita i versi dei una sua famosa poesia “Un surciteddru di testa svintata havia pigliatu la via di l’acitu”…In questo luogo il turista vive la magia della città araba, con le sue storie antiche. Ogni ora del giorno e della notte la musica cambia ed è sempre straordinaria, diversa e ammaliante… Con queste descrizioni introduco Francesca Vaccaro, attrice giovane e antica, dal volto umano e dagli occhi azzurri come il cielo di Palermo. Francesca ti mette subito a tuo agio e ti conduce per mano nei luoghi dell’arte. La prima volta l’ho incontrata durante una presentazione del Tè con l’autore. Non era da sola, era accompagnata dagli inseparabili attori amici fraterni e compagni di viaggio Tomasso Gioetta e Alessandro Cassata. Ma andiamo a conoscere Francesca da vicino.
-Quando hai varcato la prima volta la soglia del Palazzo del poeta ?
Nel 2023. E’ capitato che Tommaso Gioietta storico attore del mio gruppo teatrale, mi aveva invitato in occasione della prima mostra fotografica dove era uno dei modelli delle fotografie che venivano esposti al palazzo del poeta ed allora fui contenta di questo invito, poichè non conoscevo questo spazio. E’ successo tutto in un pomeriggio. Fu in questa occasione che ebbi la possibilità di conoscere Rosa Di Stefano. Mi ero fermata un momento, ad osservare lo storico pianoforte, lei stava scendendo le scale ed io ne ho approfittato per farle i complimenti, per quel posto magico e per l’atmosfera che si respirava. Così ho iniziato a porle delle domande sulla storia del palazzo. Ero rimasta molto affascinata e incantata. Rosa mi ha raccontato del palazzo delle iniziative che avrebbe fatto. Poi ci ha raggiunto il marito Nicola ed abbiamo continuato a parlare delle iniziative e dei progetti di un tè con l’autore. Le ho fatto conoscere la mia storia di teatrante e regista che ha un gruppo di teatro e lei con piacere ha scoperto che Tommaso era uno dei miei attori. Ho proposto di portare una mia piece teatrale in questo luogo unico. Ci siamo scambiati i contatti ed è capitato che lei in occasione della presentazione di ogni libro per la rassegna un tè con l’autore mi ha contattata chiedendomi, di fare la lettrice in occasione di ciascuna presentazione. Ho accolto la proposta con entusiasmo e da lì è partita la nostra collaborazione. Ho avuto la sensazione di averla conosciuta da una vita, non c’era bisogno di parlarci. Da quella presentazione è iniziata la collaborazione legata alla lettura dei brani dei libri che ogni settimana presentava nel 2023 e per la festa della donna in una giornata indimenticabile con la presentazione di una serie di libri e letture per festeggiare la donna. Ricordo che lì è accaduto qualcosa di importante…
-Come vedi Rosa Di Stefano?
Rosa per me è una mecenate d’altri tempi, mecenate della Palermo felicissima, un’amante della cultura una persona che attenziona con amore e cura ogni momento creativo. Lei ha accolto con entusiasmo la mia proposta culturale. Ho segnalato lo spettacolo “Guardami dentro” con Alessandro Cassata e da lì si è aperta la collaborazione. Invece di leggere i libri ho realizzato una vera e propria performance teatrale con un collegamento con il libro in rassegna. Rosa mi ha dato la possibilità insieme ai miei attori di curare la regia di piccole performance, che rappresentavano i libri che venivano presentati al pubblico raffinato ed esigente. In occasione del libro Fellini, il sogno di Stefania Parmeggiani edito da Zoilfo editore su Fellini, il sogno e il cinema Rosa Di Stefano mi ha contattato per realizzare una performance teatrale. Ho letto il libro che è bellissimo e permette di sposare teatralmente una piccola piece teatrale ed ho creato la giusta atmosfera. Dal titolo tutto si immagina erano coinvolti gli attori sempre presenti, la cosa straordinaria ho pensato che nel cinema di Fellini la musica ha un ruolo importante e molte colonne sonore sono rimaste nella storia del cinema, della memoria e dei cuori degli italiani, ho pensato che era importante inserire Maurizio Piscopo e la sua fisarmonica d’epoca. L’avevo visto alla presentazione di un suo libro per bambini, La vita è un alfabeto alla Feltrinelli di Palermo e sono rimasta incantata, volevo dare un valore aggiunto a questa performance sul sogno. Il pubblico alla fine dello a presentazione è rimasto affascinato e commosso. Spero che questo spettacolo dal titolo “Tutto si immagina” possa girare nei teatri siciliani e non solo al Palazzo del poeta.
-Quando nasce la tua passione per la recitazione e per il teatro?
Fin dalle elementari recitavo, cantavo e suonavo. Credo che l’arte sia sempre stata con me…inconsapevolmente. La passione per il teatro è esplosa quando a Bologna ho incontrato il LIVING THEATRE ed il libro ” PER UN TEATRO POVERO” di Grotowskij.
Grazie a queste due esperienze ho scoperto che esisteva un teatro altro, rispetto a quello ufficiale che non ha come finalità lo spettacolo in se stesso, bensì una valenza sociale. Mi illuminai e capii che cosa volevo fare nella mia vita…
Un “Teatro Militante”.
-Teatro, Tv, sceneggiati, cosa preferisci maggiormente?
Sono nata nel 1973 ma avrei preferito viverli più intensamente quegli anni di contestazioni, sperimentazioni, rivoluzioni e tutto quello che si produceva in campo artistico. Sono state un riferimento per le mie scelte teatrali. Oggi purtroppo vado a teatro sempre più di rado, al cinema e men che meno guardo la TV perché, sarò impopolare, lo so, ma è quel che provo…non riesco più ad emozionarmi. Sarà il disincanto dell’età?
Sarà forse il fatto che le mie scelte artistiche mi portano sempre di più ad una ricerca fuori da tutti gli schemi, con una scelta sempre più intima e silenziosa?
Sarà che sento forte una omologazione dell’ Arte, che tanto mi fa soffrire ?
Chissà, di questo mi dispiaccio molto…
-E’ vero che a teatro L’impossibile diventa possibile?
Il teatro deve essere ” UNO SPAZIO DI LIBERTÀ” non solo un luogo naturale, piuttosto uno spazio intimo interno dove poter far accadere tutto ciò che si desidera. Luogo in cui tutto e tutti possono tutto…e attraverso, le parole, la musica, il corpo si racconta quel che si vuole….
Posso essere Medea che uccide i suoi figli, eppure non mi sporco di uno dei più disumani delitti…posso essere una farfalla, posso respirare il profumo di un fiore che non c’è…
posso persino morire e rinascere!
Altro non è che quello che il teatro greco raccontava come CATARSI….
-Quali sono i muri da abbattere nel mondo di oggi?
“UN MURO DA ABBATTERE” è il tema sul quale sto lavorando nel mio laboratorio teatrale permanente, che diventerà a breve uno spettacolo….L’ unico vero grande muro è l’ individuo che si è costruito una società che è una prigione, fatta di tutto e niente allo stesso tempo.
Una poesia di Beatrice Niccolai dice:
” L’ unica mia prigione sono io…”
L’uomo deve rimettere in discussione tutte le false conquiste di cui si vanta per poter distruggere quelle prigioni.
MA NON LO FARÀ…
Lo farà la NATURA forse…
-Gli uomini dicono di amare le donne e poi le uccidono. Dov’è il corto circuito?
Oggi le donne, noi donne siamo sempre più proiettate verso l’ esterno cercando di accontentare quel MALSANO prototipo di donna che la società impone… è così anche per le donne che lo negano.
Eppure io stessa vengo condizionata fortemente da quello che i modelli di oggi mi propinano da ogni dove….
dunque questa premessa serve per dire che…
la scrittrice, che la donna di oggi dovrebbe leggere
se stessa…mi spiego meglio…la donna di oggi dovrebbe abituarsi a tenere un bellissimo quaderno segreto in borsa, dove scrivere, raccontarsi a se stessa…
quel quaderno diventerà poi il libro che dovrebbe ritrovarsi a leggere quando dimentica se stessa ….
per ricordarsi che è
BELLA UNICA E PREZIOSA.
-Cosa consiglieresti ad una giovane che vuole fare l’attrice…
Certe volte penso di costruirmi una macchina del tempo che mi catapulti indietro nella BOLOGNA della mia giovinezza, rivoluzionaria, viva, sperimentatrice e pullulante di fermenti… Ad una giovane che vuole fare l’attrice consiglierei il mio percorso, cioè di studiare al DAMS e parallelamente seguire corsi e laboratori che spaziano in tutti gli ambiti dell’ arte, non solo quello strettamente attoriale per poter avere una formazione il più completa possibile, che le dia la possibilità di crearsi una identità artistica forte, indipendente…
-Consiglieresti una scuola di teatro?
VIVAMENTE sconsiglierei una Scuola di teatro…Le scuole di teatro oggi più di ieri più che formare ….sfornano prodotti tutti uguali senza capacità critica…. producono degli automi insomma…
-Qual è la casa dei tuoi sogni?
Una casa in campagna, non molto distante dalla città, vicina al mare attrezzata al suo interno ed esterno con spazi dove poter realizzare laboratori e spettacoli.
Una CASATEATRO dove ospitare tutte le mie attività che durante l’ inverno, che si svolgerebbero nelle stanze interne e per il resto dell’ anno. Si lavorerebbe a contatto con la natura, sul prato, nei boschi, tra gli alberi, al chiaro di luna ed al tramonto in riva al mare…il tutto arricchito dalla presenza di cani, gatti, cavalli, ed altri animali domestici …
Questo in realtà è il mio sogno…
Il teatro che ritorna alla semplicità della natura.
In realtà, volendo essere un attimo più pragmatica, il mio progetto è più un obiettivo è la voglia di..
continuare a fare quello che già faccio…il TEATRO MILITANTE
continuando a lottare per mantenere saldi i miei principi…
obiettivo non facile nei nostri tempi moderni.
Ma ci riuscirò…
-Ti senti più una regista o una teatrante?
Il termine “ATTRICE” non mi appartiene, per il percorso teatrale che ho fatto più corretto che mi definisca una “teatrante”…
Detto questo, la creatività è insita nell’ essere umano a prescindere dal fatto che possa intraprendere una qualsivoglia direzione artistica… ovviamente “l’arte” è il luogo in cui si manifesta. Mi piace immaginarla come qualcosa di indefinito,
che sta vicino al cuore come se fosse la tavolozza di colori di Van Gogh che io posso utilizzare per raccontare le emozioni.
-Cosa resta in teatro dopo che si spengono le luci e il pubblico va via?
Resta un grande vuoto ma soprattutto un sacrale silenzio… giacché mi auguro dopo un mio spettacolo che tutta l’emozione venga catturata dal pubblico che poi se la porta a casa e ne fa tesoro. Dico sempre che uno spettacolo da spettatrice mi è piaciuto solo…quando entro in un modo in sala ed esco in un altro modo, ed in qualche modo mi sento cambiata…
Biografia Francesca Vaccaro
Francesca ha studiato al DAMS di Bologna e contemporaneamente ha frequentato vari corsi e laboratori che incontrano varie discipline. Ha avuto una formazione completa e creativa…
Ha studiato dizione, danza, arte circense, canto, trapezio, scrittura, danza acrobatica, clown, metodo Stanislavskij, metodo Grotowski, Odin Teatret con Eugenio Barba.
Fondamentale l’incontro con il LIVING THEATRE, storica compagnia teatrale di New York e Giudith Malina con cui ha partecipato a vari spettacoli in tournèe.
Poi il ritorno nella sua Palermo dove da 25 anni lavora alla sua personale idea di teatro militante con i LABORATORI TEATRALI APERTI A TUTTI insieme al suo gruppo
” I DISARMONICI, per un teatro militante “.
L’ elenco degli spettacoli teatrali è infinito. E’ importante per lei sottolineare che in tutti questi anni l’obiettivo principale è stato e continua ad essere l’ idea di portare il teatro non solo nei teatri ma anche FUORI DAI TEATRI
ovunque, per strada, nei parchi pubblici, case private, giardini,
boschi, tra gli alberi, associazioni culturali, vicoli….
Tra tutti i lavori bisogna ricordare una performance lei molto cara che da anni insieme ai suoi DENUNCI..ATTORI porta in giro e che a breve sarà rappresentata dal Titolo ” QUALCUNO HA VISTO VAN GOGH ?” insieme a Rosanna Vassallo, Simona Seidita e Tommaso Gioietta, storici compagni di lavoro ed al compositore e pianista Simon Albino Francis Cipolla.
Al PALAZZO DEL POETA lei è spesso protagonista di arte e di cultura…
nella rassegna letteraria UN TÈ CON L’ AUTORE e che la vede presente e partecipe come lettrice dei libri che vengono presentati e come regista ed attrice di PERFORMANCE TEATRALI create per le varie occasioni della rassegna.
Ad oggi il suo laboratorio teatrale continua e quest’ anno presenta: UN MURO DA ABBATTERE…
E’ un laboratorio che vuole più che formare attori….
dare la possibilità a tutti, senza limiti di età o esperienza di costruire un percorso nella direzione della propria CREATIVITÀ….
“Senza creatività non può esserci alcuna forma espressiva” …