Ribera: La diga Castelo ha oggi 7 milioni di metri cubi d’acqua

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Le piogge sono assenti da mesi e gli agricoltori e le popolazioni della provincia di Agrigento consumano l’acqua delle nove dighe del territorio, per fortuna invasata l’inverno scorso. La situazione idrica, continuando ancora il bel tempo, non è drammatica perché alla data del primo novembre scorso gli invasi avevano 46 milioni di metri cubi d’acqua. E’ questo il dato ufficiale fornito in questi giorni dall’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico di Sicilia che comunica la quantità d’acqua presente in tutte le dighe dell’Isola.

Le cifre comprendono l’acqua negli invasi al lordo dell’interrimento e il liquido erogato per usi agricoli e civili dall’inizio di novembre ad oggi. Si potrebbe ipotizzare, prima della prossima raccolta mensile dei dati al 1° dicembre da parte dei gestori, che le dighe abbiano meno di 45 milioni di metri cubi. Alla data del primo ottobre la dotazione era di 51 milioni con consumo in un mese di ben 5 milioni utili per un vasto territorio irriguo da Licata alla Valle del Belice e per le popolazioni dei comuni agrigentini consorziati che utilizzano l’acqua per scopi potabili e civili, dopo il passaggio dai potabilizzatori.

Questi sono i dati forniti dalla Regione Siciliana dell’acqua presente negli invasi per milioni di metri cubi: Arancio di Sambuca di Sicilia 15,43, Castello di Bivona 7,54, Fanaco di Castronovo di Sicilia sul Platani 5,58, Furore di Naro 21,60, Gorgo di Montallegro o,94, Leone di Santo Stefno Quisquina 1,84, Prizzi sul Raia 2,54, San Giovanni di Naro 9,82 e Gammauta di Burgio 0,50. I maggiori prelievi d’acqua si sono avuti su tre dighe che garantiscono l’irriguo e l’idropotabile. La Castello in un solo mese ha fatto registrare la diminuzione di circa due milioni e mezzo di metri cubi, il Fanaco, solo potabile, di quasi due milioni e il Prizzi, per uso irriguo, potabile ed elettrico, oltre un milione.

Allo stato attuale dalla diga Castello di Bivona sono autorizzati prelievi idrici soltanto per scopi potabili, attraverso il potabilizzatore di Santo Stefano Quisquina. Migliaia di agricoltori delle valli dei fiumi Magazzolo, Verdura e Platani sono preoccupati per la persistente siccità. Lo sono un po’ meno quelli dei paesi della Valle del Belice, dato che la diga Arancio sul Carboj ha una buona riserva pari ad oltre 15 milioni di metri cubi disponibili, con disponibilità idrica eventuale dalla diga Garcia. Nei giorni scorsi la Regione Siciliana ha annunciato tre finanziamenti per dighe ed opere irrigue nell’Agrigentino e in particolare per l’interconnessione tra la diga Arancio e l’invaso Castello che distano oltre una cinquantina di chilometri.