Ritratti: I segreti delle conchiglie Maurizio Piscopo incontra Luigi Bruno

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La scienza e la conoscenza non sono proprietà di un singolo o di un gruppo, ma sono patrimonio dell’intera umanità. La continuità è lo stile della vita. ( Gustave Flaubert).

A Trapani nella posta più antica della città incontro un giovane di 88 anni e 9 mesi, uno sguardo profondo e sorridente che mi fa pensare ad Albert Einstein il più importante fisico tedesco del ventesimo secolo. Si tratta di Luigi Bruno, uno storico ed appassionato della vita che ha una grande fantasia e guarda molto lontano. Da 43 anni raccoglie conchiglie e studia i segreti del mare. Ha pubblicato 41 libri sul tema. Parlare con lui significa aprire la porta di un mondo affascinate e sconosciuto. E’ appena tornato da Cutra Marittima dove c’è stata una Mostra mondiale con l’esposizione di oltre un milione di conchiglie provenienti da tutto il mondo. Per Luigi le conchiglie sono le cose più belle del mondo. Per lui una conchiglia è più importante dell’oro e rappresenta un sogno. Il suo obiettivo è quello di aprire il museo del mare a Trapani e avvicinare la gente a questa misteriosa scoperta del mondo sottomarino. Ma andiamo a conoscere da vicino Luigi Bruno.

-Che bambino sei stato?

Ero sempre alla ricerca di qualcosa da fare, curioso del sapere. Volevo vivere nuove esperienze culturali.

-Quanti anni hai dedicato a queste ricerca-studio?

Esattamente 43 anni. Ho iniziato negli anni ’80 ed ho costituito un museo a Erice. Con i miei amici avevamo un grandissimo locale. Possedevo molte conchiglie nel garage e volevo metterle in mostra, poi ho capito che la cosa funzionava attraverso le contribuzioni degli enti locali. Ho potuto avere le vetrine, non nascondo che mi sono dato molto da fare per trovare le conchiglie. Ho invitato molte persone del mondo scientifico che venivano a visitare il museo. Tutti mi portavano un regalino come avviene nelle feste di matrimonio, con materiali che non avrei mai potuto avere e così mi sono arricchito spiritualmente. Ho poche cose il resto è stato motivo di scambio e di donazione.

-Le conchiglie sono capolavori della natura…

Sono meravigliose e molti pittori cercano di rappresentarle. Ho notato che negli scudi degli antichi romani ci sono delle bocche che sono la riproduzione di una conchiglia.

-Chi sono i pittori che hanno rappresentato le conchiglie nei loro quadri.?

Bruno Caruso e molti pittori del 700, fra tutti spicca la Venere di Botticelli che si trova nel museo degli Uffizi di Firenze.

-Qual è il momento ideale per raccogliere le conchiglie?

Bisogna aspettare il maestrale.

-Quando nasce questa tua passione per le conchiglie?

Verso gli anni ’80 ero in vacanza nella spiaggia di Mazara del Vallo. Quel giorno non avevo niente da fare e mi sono messo a raccogliere conchiglie. Quando uno vede le conchiglie in un primo momento non si rende conto di quello che c’è dietro, ma quando ne raccoglie più di una si pone molte domande.

-Cosa c’è dietro una conchiglia?

C’è di tutto. La creazione, l’animale, la cultura del mare e molto altro. Ho raccolto le conchiglie le ho portate a casa, ho cercato delle pubblicazioni interessanti, mi sono associato a diverse organizzazioni e attraverso la corrispondenza mi sono ritrovato ad avere una raccolta di conchiglie per mezzo della quale ho costituito un museo ad Erice. Il museo è stato aperto per più di dieci anni e poi è stato chiuso per mancanza di locali.

-Come si formano le conchiglie?

In una conchiglia è racchiusa la storia dell’umanità. Nasce dall’uovo di un’altra conchiglia, si deposita nel fondo del mare, oppure su un’altra conchiglia e dopo comincia a svilupparsi. La conchiglia a guscio unico quella grossa, con il tempo crea una forma di attorcigliamento che si trova attorno ad un asse che si chiama columella. C’è molta storia che si lega alla conchiglia.

-Dove si trovano adesso le tue conchiglie?

Tutto questo materiale si trova nei miei magazzini di Trapani, chiusi in attesa che qualche soggetto illuminato si convinca che la cultura del mare è una cosa importante e quindi si possa riaprire il museo. Confesso, che ho avuto difficoltà a realizzare delle mostre perché la gente non è particolarmente interessata a questo tipo di esperienza. E’ un momento storico difficile per tutti e anche per la cultura.

-A quali conseguenze vanno incontro le conchiglie con il mare inquinato?

Cominciano a crearsi delle deformità, diventano storte, dislegate, da quello che è il concetto generale. Qui a Tramontana, una volta, ne ho trovato un bel numero che ho conservate, volevo portarle alla lega ambiente per far vedere che qui la zona è inquinata, specialmente dove c’è lo scarico della fognatura, per questa ragione questi animali erano con la codina tutta distorta. Non mi sono scoraggiato, ho quattro garage e le ho messe là per il momento.

-Se un bambino dovesse chiederti quale animale c’è dentro la conchiglia cosa rispondesti?

C’è il mollusco.

-Quanti tipi di conchiglie esistono nel mondo?

Si parla di 130.000 specie conosciute, quando gli studiosi fanno delle ricerche negli oceani ne trovano una nuova. Nel Mediterraneo ve ne sono circa 1500.

-Puoi raccontarmi l’esperienza di Trento?

A Trento è stata allestita una mostra favolosa sulle conchiglie, con materiali reperiti attraverso i musei dell’arco alpino. Quando ho mostrato le conchiglie del mio territorio, che sono quelle minuscole, la persona responsabile mi ha detto sorridendo: “A me queste chi me le doveva dare”? In queste conchiglie c’è la cultura del grande, del bello, del lucido, ma non c’è la cultura di quello che è la vita vera e propria dell’animale, di dove si trova… Io avevo trovato un posto di tramontana che mi forniva tutto questo materiale, poi ne ho trovato un altro molto interessante. Di solito vado girando e osservando nelle spiagge e trovo sempre qualcosa di nuovo e di diverso. Quando sono andato a Cutra Marittima ho portato degli esemplari della nostra zona. Sono esemplari che non appassionano molto il collezionista, perché hanno bisogno di scatole di piccole misure, hanno bisogno di maggiore attenzione, la gente si dedica alle cose grandi.

-Perché c’è un buchino fuori delle conchiglie?

Perché c’è un animale che per sopravvivere fa il buchino e mangia l’animale che è all’interno della conchiglia. Ve ne sono diverse specie di questi, che sotto certi aspetti sono carnivori e per potere mangiare fanno un buco sia con una specie di lingua, sia con degli acidi, che contengono in un posto particolare.

-Si può considerare la conchiglia uno strumento musicale?

Si certamente, si possono considerare come l’ocarina e il flauto di Pan. Conosco bene questo argomento. Sono arrivato infatti alla quarantunesima pubblicazione sul tema delle conchiglie.

-Ti posso definire uno storico delle conchiglie?

In fondo sono uno che con le conchiglie si diverte e passa il tempo. Prima mi dedicavo di più alle ricerche, ora continuo ancora con le ricerche ma alla mia età capisci che mi stanco. Con internet ho l’opportunità di trovare molte notizie e informazioni. Anche le pubblicazioni che riguardano le conchiglie e tutto ciò che gira attorno è molto stimolante. Ho raccolto molti testi non solo sulle conchiglie, ma anche sulla natura del mare di tutti i tipi e di tutte le specie e tutto quello che mi dà la possibilità in caso di ricerca di scendere nei particolari poco conosciuti.

-L’uso delle conchiglie nel tempo, ne vuoi parlare?

Oltre all’ornamento, con le conchiglie si fanno molte cose. Nei paesi asiatici tanti usano le conchiglie per fare le strade, in passato sono servite per ornare le tombe, come strumenti musicali, come raccoglitore di acqua, considerato che nei tempi antichi non c’erano le bacinelle, così le grosse conchiglie servivano per raccogliere l’acqua.

-Quali sono i paesi del mondo dove le conchiglie sono più amate e ricercate?

Gli studiosi si recano negli oceani per fare le ricerche perché c’era una specie di conchiglia di conso che ha un valore inimmaginabile, sono conchiglie molto rare e se ne trovano poche, anche se qualcuno tentava di fare un manufatto l’originale era solo quello! Alcune conchiglie si mantengono lucide perché il loro mantello copre la conchiglia e non ci va calcare.

 

-Ma è vero che in Sardegna è vietato raccoglierle?

La gente dell’isola ne aveva fatto un caso commerciale ed aveva esagerato, per legge il mare è proprietà dello stato, però se uno le raccoglie con le giuste motivazioni non succede nulla. In Sardegna le raccoglievano e le vendevano così com’è successo alla Scala dei turchi e si creava una perdita anche del territorio.

-Perché a Trapani che è una città di mare non c’è il museo del mare?

-Abbiamo tanto materiale di cultura marinara che viene buttato via, e con il passar degli anni anche i pescatori alla fine si stancheranno.

-Le conchiglie sono protagoniste di storie, di miti, leggende e divinità. Si può raccontare la storia del mondo attraverso una conchiglia?

La venere di Botticelli degli Uffizi di Firenze come ho detto prima è su una conchiglia. Anche dal punto di vista cattolico c’è la presenza delle conchiglie nelle tombe, nei francobolli, nelle monete. Alla fine c’è sempre un motivo per parlare di questi temi.

-Riavvolgendo il nastro della tua vita rifaresti le stesse cose che hai fatto?

Certamente! Nella mia vita ho fatto molte cose. Sono partito da un’attività sportiva, da ragazzino e da grande sportivo ho fatto l’istruttore di basket, l’arbitro di basket, mi sono dedicato alla ginnastica artistica come dirigente, mi sono dedicato alla scherma e al twirling,.

-Dove hai vissuto la tua vita?

A Trapani da dopo la guerra.

-Hai ricevuto molti riconoscimenti…

A dicembre mi assegneranno la stella d’oro al merito sportivo, in passato ho ricevuto la stella d’argento.

-Sai che incontrandoti ho pensato al romanzo di Ernest Hemingway Il vecchio e il mare …

Non sono un grande nuotatore, ho sempre amato il mare e i viaggi, ma non sono stato mai in qualche imbarcazione, tranne in qualche traghetto. Comunque ho viaggiato molto.

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei tramandare questa cultura delle conchiglie alla nuove generazioni. Un giorno sorridendo ho detto a mia figlia: “ Che farai delle conchiglie, le metterai su Ebay e le venderai”?. Non mi sento di consegnare le mie pubblicazioni a una biblioteca, quella di Trapani è molto antica ma non ha più spazio”. Tutto potrebbe cambiare se ci fosse la volontà di aprire un museo a Trapani, per non disperdere questa cultura del mare che fa parte della storia della nostra vita!

Si ringrazia Vito Cacciatore referente filatelia della Sicilia occidentale, per la collaborazione e la realizzazione di questa intervista .