Ritratti: cultori della storia postale siciliana e della cartolina d’epoca del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra Giulio Perricone

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Giulio Perricone è un artista molto raffinato. Palermitano, legatissimo alla Sicilia. La sua passione inizia da bambino quando suo padre che era un collezionista gli mise a disposizione francobolli privi di qualche dentello. E’ particolare il giorno della sua nascita il 31 agosto 1947, lo stesso giorno della fondazione dell’Unione Filatelica siciliana di cui sarebbe diventato presidente 62 anni dopo, succedendo al grande collezionista e studioso Nino Aquila. Una curiosità: Giulio durante le lezioni alla scuola Gonzaga scambiava i francobolli con i compagni e il preside glieli sequestrò. Si è dedicato a collezioni sul giro aereo di Sicilia, sulla Targa Florio, oltre che ad altre specializzate sui bolli sardo-italiani di Sicilia e sui francobolli del Regno di Sicilia del 1859. Consulta regolarmente monografie e riviste grazie alla ben fornita biblioteca dell’Unione filatelica siciliana. Ha partecipato a manifestazioni internazionali che si sono svolte a Notos, in Grecia, a Parigi, in Francia, in Portogallo, in Svizzera. Si definisce un collezionista tenace ed esigente ma con i piedi per terra. Qualche volta è disposto a rinunciare a un pezzo se lo desiderano amici collezionisti.

Mentre lo ascoltavo nel nostro incontro nel centro di Palermo ho provato una sensazione unica, mi sembrava di ascoltare la voce di uno scrittore uscito dalle pagine di un libro dell’8oo. Giulio Perricone ama i francobolli, i viaggi, le cartoline e le Dolomiti dove si reca sin da bambino, ogni estate con la sua famiglia. Non vede l’ora di andare un pò di giorni in montagna, la sua grande passione, come dice lui stesso, una seconda patria. Parla due lingue straniere. Con le sue cartoline ha corredato di immagini la pubblicazione di molti volumi, come quelle di Mario Di Liberto, della Sommariva e altri libri su Palermo, mettendo a disposizione delle case editrici il suo archivio. Ha scritto anche alcune qualificate introduzioni. Ha due figli e tre nipoti, già maggiorenni. E’ un appassionato di francobolli, di cartoline e di scrittori siciliani, rappresenta la cultura di una Sicilia colta e garbata che rischia di scomparire. E’ presidente dell’Unione Filatelica Siciliana da 15 anni, vicepresidente della Federazione Nazionale delle Società Filateliche. Ma andiamo a conoscerlo da vicino.

-Tu e Rosario La Duca siete stati due appassionati e amanti delle cartoline d’epoca e non solo…

Noi abbiamo avuto un rapporto di amicizia molto profondo. Lavoravo in banca e ogni sabato andavamo in giro a scoprire qualcosa di Palermo. Da questa amicizia è nato il volume che fu pubblicato nel 2007 da Flaccovio, l’ultimo volume per Rosario La Duca, che abbiamo fatto insieme, dal titolo: “50 anni di vita a Palermo attraverso la cartolina illustrata” accolto con grande entusiasmo dal pubblico.

-Cosa può raccontare una cartolina?

Ve ne sono di vari tipi, c’è quella che fissa un’immagine in quel momento e rappresenta un istante della vita del passato, ci sono cartoline che ricordano eventi, o avvenimenti come quelli dell’alluvione del 1931 o le esposizioni di Palermo del 1891 e del 1902, oppure le cartoline che a volte sono dipinte a mano e rappresentano delle vere e proprie opere d’arte. Il mondo della cartolina è variegato.

-Quando è nata la cartolina?

Nacque nel 1870, ma le prime stampe in Italia si ebbero nell’ultimo decennio dell’800.

-Chi ha inventato la cartolina?

La cartolina nacque per caso sia in Francia che in Prussia, era in corso la guerra franco-prussiana così il libraio Schwarz di Oldenburg e un cartolaio francese Leonard Besnardeau esauritasi la carta presero dei cartoncini e stamparono ognuno per i fatti propri dei simboli militari. Fu così che nacque per caso la cartolina che si sviluppò immediatamente in tutto il mondo. La prima cartolina illustrata con una immagine è del 1871 ed è di un giornale di Vienna “Zmaj” – che significa il drago – e rappresenta una veduta di Vienna.

-I barbieri siciliani tenevano attaccate ad uno specchio le cartoline degli emigranti provenienti dalla Merica e da altri paesi del mondo, per loro erano sacre e non le volevano toccate da nessuno. Quelle cartoline non rappresentavano soltanto i viaggi intorno al mondo, ma testimoniavano il riscatto dei siciliani che si erano affermati con grandi sacrifici. Le cartoline delle città hanno un loro messaggio e un significato simbolico?

Si, certamente. A questo proposito ti devo dire che c’erano grossi collezionisti che avevano decine e decine di album, in cui cercavano di farsi inviare cartoline da tutto il mondo ed era tale la frenesia, che un’associazione assunse alcune persone che avevano solo il compito di girare il mondo e mandare le cartoline ai collezionisti. Tali Agenzie pagavano una persona che faceva il giramondo a spese dell’associazione. Questi signori dovevano spedire le cartoline a tutti questi nobili, baroni, signorine di tutto il mondo, come si può vedere nella collezione Di Benedetto che è presente all’archivio comunale.

-Ho letto su un giornale sempre dal barbiere, che una cartolina illustrata è arrivata dopo tantissimo tempo ed ha creato enorme curiosità e interesse da finire sulla prima pagina del Giornale di Sicilia. Era una affascinante lettera d’amore. E’ possibile che possa succedere una cosa del genere, che uno invia una cartolina e arriva a destinazione dopo molti anni?

Può succedere per varie ragioni, o perché la cartolina è rimasta impigliata in una buca delle lettere o perché è scivolata a terra dal tavolo dove lavoravano le cartoline, sotto qualche mobile e poi viene ritrovata. E’ un fatto molto raro, però può succedere, non per la durata del viaggio, ma per questi eventi imprevedibili!

-Tu sei un filatelico. Sono molti gli appassionati in Italia?

Sono tanti. C’è la federazione nazionale fra le società filateliche a cui aderiscono oltre 300 circoli che organizzano mostre. E’ vero che negli ultimi tempi con l’invio delle immagini con le mail, si è ridotta moltissimo la quantità della posta e quindi l’uso del francobollo, però in Italia continuano ad esserci collezionisti e soprattutto il mercato che tiene di più è quello degli antichi stati, delle prime lettere affrancate e anche delle collezioni a tema.

-E’ vero che ci sono cartoline e francobolli che hanno un altissimo valore di mercato?

Nel settore della filatelia sicuramente, valgono molto i francobolli di Sicilia. Sono considerati tra i più belli al mondo e sono molto quotati: per fare un esempio una lettera con il cinquanta grana di Sicilia ha un valore di circa trentamila euro. Il valore della cartolina è sicuramente al di sotto. Ci sono cartoline nel settore dell’aeronautica, sui primi esperimenti di aviazione che hanno anche un valore superiore ai mille euro.

-Dove conservi le tue pregiate raccolte di cartoline e francobolli?

Ho una stanza interamente dedicata alle mie collezioni e alla mia biblioteca filatelica. Le scaffalature contengono insiemi mai esposti, come quello sui rapporti postali tra Sicilia e Malta tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento. Ti devo confessare che sono socio della Royal Philatelic Society di Londra, l’Associazione alla quale era iscritta la Regina Elisabetta, del Centro di filatelia tematica e di altri Circoli.

-Mi puoi parlare delle cartoline durante il fascismo…

Anche nel periodo del fascismo ci fu una notevole produzione di cartoline, come quelle dedicate ai giochi universitari, i littoriali e le mostre che si facevano in quelle ed altre occasioni. Questi momenti venivano ricordati e immortalati dalle cartoline, che valenti disegnatori producevano e quindi anche in quel periodo continuò incessante la produzione delle cartoline. Solo dopo la seconda guerra mondiale ci fu una riduzione dell’uso della cartolina, mentre nella prima guerra si incrementò tantissimo l’uso della cartolina molto utilizzata dai soldati al fronte. Negli anni ‘60 con l’avvento del telefonino è via via scemata l’abitudine della spedizione di cartoline.

-Con il web la fantasia delle persone è stata quasi cancellata, nessuno scrive lettere a mano, pochi inviano cartoline illustrate, pochissimi cercano francobolli. Si preferisce inviare una mail o un messaggio watsapp anche per chiudere una storia d’amore durata tanti anni.

I tempi cambiano anche questo. Ricordo quando partivamo per andare in montagna sulle Dolomiti con mio padre, si comprava un pacchetto di cartoline e tutti eravamo costretti a firmare le cartoline, una per una, per inviarle a tutti i parenti. Questo fino agli anni 60. Ma oggi?: scatti una foto e la mandi in un attimo senza costi e a ritmi velocissimi.

-In che cosa consiste oggi il tuo impegno, considerato che sei più libero?

Sono in pensione in banca, ma sono presidente dell’unione filatelica siciliana e vicepresidente nazionale della federazione fra le società filateliche. Ogni mercoledì ci riuniamo nella nostra sede di Piazza Castelnuovo. Con il nostro lavoro cerchiamo di sviluppare e incrementare questa passione per la filatelia in Italia. Nel settore delle cartoline, l’anno scorso con grande passione ho fatto nascere a Palermo il museo della cartolina d’epoca che è stato visitato da molti turisti italiani e stranieri.

-Dove ha sede il museo della cartolina d’epoca?

Si trova a Ballarò in via delle Pergole nel Palazzo Tarallo del Comune di Palermo, dove ha anche sede la biblioteca del museo Pitrè. A piano terra c’è questa grande sala dove è esposta una parte delle cartoline che ho donato. Il museo è aperto tutti giorni dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle 14,00 ed è visitabile gratuitamente.

-Ma tu lo sai che per una cartolina ho ricevuto uno schiaffo da mio padre, perché un buontempone per farmi uno scherzo mi ha mandato una cartolina con Brigitte Bardot nuda…Il giorno che ho incontrato Brigitte Bardot a Parigi sotto la sua abitazione, ho raccontato questa storia e lei si è messa a ridere a crepapelle. Non ci poteva credere che nel mio paese i padri erano i carcerieri delle figlie e le tenevano chiuse a chiave…

-Gli stranieri e le cartoline…

Io ho avuto la possibilità di viaggiare e in Spagna, in Francia, in Germania e ci sono sempre i mercatini come qui da noi, oltre ai negozi specializzati: nei mercatini settimanali è possibile trovare cartoline e anche lettere antiche.

-Perché è diventato così difficile trovare le cartoline delle città, anche quelle di Palermo?

Anch’io faccio fatica a trovarle è diventato complicato pure per me. Quando mi reco da grossi commercianti all’estero, in Italia, loro tengono divise le cartoline anche per località geografica e puoi trovare cartoline della Sicilia, di Palermo. Parliamo delle cartoline antiche. A Parigi le cartoline di Palermo si possono trovare al Marchè aux puces. Ma se parliamo di quelle moderne si trovano in tanti posti, soprattutto negli aeroporti.

-Lo sapevi che in Sicilia in passato qualcuno ha usato la cartolina come lettera anonima, sono storie di barbieri che ne sanno una in più del diavolo. Il mio vecchio barbiere mi ha raccontato che all’interno di una bella busta che si fa guardare c’era una bella cartolina con una scritta spietata il cui contenuto non lo posso trascrivere…

No, non lo sapevo.

-Che cosa ti ricorda il mondo dei barbieri siciliani, chitarre mandolini, serenate, calendarietti profumati con il cordoncino a Natale?

Non ricordo chitarra e mandolino, il calendarietto profumato si. Possiedo una collezione di calendarietti dei barbieri e anche il calendario astronomico che veniva stampato ogni anno sin dal 1860 dalle tipografie Lao o Virzì; contiene tantissime notizie. Tutte le dame e gli uomini lo volevano con sé, perché era un calendario dedicato a tutto l’anno. Dai barbieri si trovavano quattro tipi di calendari, quelli delle più belle città italiane, quelli delle opere liriche, quelli con le attrici in posizione avvenente e talvolta anche il calendario con le gesta del fascismo.

-Come vedi la città di Palermo dagli anni cinquanta in poi?

La città è andata molto indietro. E negli ultimi anni non si scorge un cambiamento, o progetti a medio termine. Il palermitano è consapevole delle bellezze che ha attorno a sé, però non le salvaguarda e questo si vede anche passeggiando tra i recenti arredi che hanno messo in Via Enrico Amari ed a Piazza Castelnuovo. Questi spazi vengono utilizzati male, non c’è l’educazione civica di riporre bottiglie bicchieri nell’apposito contenitore. La città è talvolta violenta e ci sarebbe bisogno di un maggiore controllo delle forze dell’ordine per evitare che le situazioni degenerino, come capita spesso nei fine settimana.

-C’era una volta la tv …

La tv di cento pollici invadente ed eccessiva nelle case dei siciliani trasmette programmi scadenti, che tuttavia hanno un audience. Questo vuol dire che le nuove generazioni non cercano programmi culturali, ma si accontentano del nulla, sono abituati a non leggere, guardano distratti “il grande fratello”. Il livello generale dei personaggi che si vedono spesso in tv è sceso notevolmente, come tutti constatiamo.

-Quali sono i tuoi scrittori di riferimento?

Mi ha divertito leggere Camilleri, ho letto i libri di Sciascia e quelli di Natoli (William Galt). L’amore per la Sicilia e per la nostra terra mi porta a cercare anche romanzi di alcuni autori stranieri, come il giapponese Haruki Murakami, ma anche i nostri grandi scrittori che hanno reso grande la letteratura nel mondo.

-Cosa pensi del dialetto siciliano?

Mi piace molto il dialetto siciliano e ogni tanto lo parlo volutamente. Parlando della rivolta del sette e mezzo, qualche giorno fa, ad un pubblico non siciliano ho inserito cinque parole in dialetto spiegandole.

-Mi puoi parlare dei tuoi viaggi?

Non ci sono solo le Dolomiti! Quest’anno sono stato in Tailandia, a Singapore, a Bali e in Francia.

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Continuo a portare avanti le mie passioni. Spero di concretizzare la donazione che ho iniziato con il comune, cui ho donato 6.500 cartoline. Anche se le ho donate, buona parte le ho ancora io. Mancano le strutture dove conservarle adeguatamente. Mi auguro di portare avanti questa iniziativa finchè ne avrò la forza.

Biografia

Giulio Perricone, nato nel 1947, è stato dirigente della Sicilcassa e del Banco di Sicilia. E’ il presidente dell’Unione Filatelica Siciliana da 15 anni, vicepresidente della Federazione Nazionale delle Società Filateliche. Ha esposto collezioni di storia postale, dedicate a Palermo e alla Sicilia, in Italia e all’estero. Dal 1982 ha organizzato anche varie mostre di cartoline d’epoca. Dall’amicizia con Rosario La Duca è nato nel 2007 il volume Saluti da Palermo, che racconta attraverso la cartolina 50 anni di vita a Palermo (1890-1940), per Dario Flaccovio Editore, che ha anche stampato nel 2019 un altro libro dedicato a tutti gli artisti – famosi o meno noti – che hanno in qualche modo ricordato Palermo nelle cartoline d’epoca. Numerosi i suoi articoli sul collezionismo, sulle cartoline e sulla storia postale apparsi su riviste locali e nazionali.

Un ringraziamento a Vito Cacciatore referente filatelia della Sicilia occidentale.