Ritratti scrittrici del nostro tempo: Maurizio Piscopo incontra Daniela Balsano

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Abbracci mai avuti

talvolta rubati.

Baci assaporati e poi rinnegati

Mani strette sotto cieli stellati

Lacrime come stelle cadenti, apparse un solo istante e

Immediatamente nascoste

Fiori appassiti e all’improvviso rinati

Forza recondita e paura mal celata

E pure è così semplice

Fiducia e protezione.

Con questi splendidi versi introduco Daniela Balsano una quarantenne con la grinta creativa ed il piglio spigliato, vivace e sbarazzino di una ventenne. Docente di lettere nelle scuole medie e superiori, saggista, storica scrittrice, giornalista, critico letterario. La sua personalità di critico letterario si è ulteriormente tonificata presentando scrittori particolarmente originali e innovativi e scrivendo su Casi Quotidiani. Daniela è oggi un’esegeta critica colta, anticonformista, profonda e stimolante di poeti e scrittori e dei fermenti della realtà culturale contemporanea. Ho conosciuto Daniela ad Altofonte nello splendido Ciuri Family Bookcafè durante la presentazione del libro Raccontare Sciascia scritto con Angelo Campanella. Il maestro Gioacchino Zimmardi mi ha sempre parlato di lei in maniera entusiasta. Ho avuto modo di osservare Daniela attraverso lo sguardo dei suoi alunni che sono legatissimi a lei grande punto di riferimento nella scuola e nella vita. Quando un ragazzo incontra una professoressa come Daniela la sua vita cambia profondamente. Si dice che dietro l’affermazione di ogni studente c’è sempre una famiglia unita e degli ottimi insegnanti…

-Desidero iniziare l’intervista con una domanda che in genere non si fa mai alle signore. Quanti anni hai di fatto?

All’anagrafe 44, 10 quando gioco con mio figlio, 5 quando acquisto un libro nuovo e 80 quando alle 21:30 ho già sonno.

-Qual è il primo libro che hai letto e l’ultimo che hai avuto tra le mani?

Il mio primo libro è “La Piccola Principessa”. Intendo il primo libro che mi è stato regalato, lo conservo come una reliquia, con le sue pagine ingiallite e con dentro i segni di una piccola bambina che giocava a fare la maestra. Avevo sette anni e leggevo di tutto. Era il periodo dei quotidiani che non sempre, però, entravano in casa mia. Amavo e amo molto Topolino. Credo davvero e sono fermamente convinta che buona parte della mia formazione umana e culturale derivi da questo. In Topolino c’è tutto: l’amore, l’amicizia, il coraggio, l’ambiente e la sua salvaguardia, il denaro considerato come il solo Dio, la gelosia, la scienza e, persino, le citazioni in latino. E dalla Piccola Principessa in poi è stato un crescendo. Subito dopo, ho comprato “Cuore”, lo ricordo come fosse ieri. Ero nel negozio Grande Migliore e mia mamma in giro per il reparto casalinghi, guardo i libri e prendo quello, corro da mia mamma con la paura che mi dicesse “NO” e da allora in poi non ho più smesso. In questo esatto momento sto leggendo “La cacciatrice”, racconta della ricerca di una criminale nazista da parte di un giornalista cui è stato ucciso il fratello.

-Quando nasce il fascino per il mondo greco e latino?

A 15 anni, quando vengo rimandata in greco. Da allora in poi li ho amati e amo follemente i greci prima e i latini dopo. Sono fermamente convinta che in loro ci siano tutte le risposte alle mie domande, perché, ad oggi, lì le ho sempre trovate.

-Come erano le donne di ieri e come sono diventate oggi?

Le donne di ieri erano come quelle di oggi e quelle di oggi sono come quelle di ieri. Ci sono le donne rassegnate al loro ruolo (come se poi qualcuno avesse assegnato davvero questo ruolo) e le donne disposte a combattere ogni giorno contro stereotipi vari.

-Qual è il ricordo più bello della tua infanzia?

Nessuno! E’ una fase della vita, la più importante, quella che serve a dare certezza, affetti, porti sicuri, a modellare il carattere ma della quale non ho da raccontare di vacanze al mare o di natali da festeggiare. Se guardo me da piccola vedo un’adulta nel corpo di una bambina, sempre responsabile e sempre seria. Da allora in poi non rido ma sorrido. E le cavolate che avrei dovuto fare da bambina poi le ho fatte da adulta, ma questa è un’altra storia.

-Quando nasce la tua passione per i libri?

Leggo da sempre. Ho sempre un libro con me in qualsiasi occasione. Sono una che non riesce a stare ferma. Fermarsi equivale a pensare, a lasciare libera la mente di andare chissà dove. E allora se devo aspettare anche solo 5 minuti apro il mio libro e leggo.

-Quanti ne hai letti?

Non saprei. So che molti li ho dimenticati. La lettura è una delle cose più belle che esistano. I libri sono gli amici più fedeli e poi ti permettono di guardarti dentro. Quando finisco di leggere un libro lo ripercorro per vedere quanto di me c’è. Ed è difficile che non trovi qualcosa di mio in ogni libro che leggo.

-Chi sono i tuoi scrittori di riferimento?

Platone, Aristotele, Saffo, Sofocle, Seneca, Cicerone, Pirandello, Verga, Camilleri, Parini, Quasimodo, Randazzo…tutti. Perché tutti mi hanno insegnato qualcosa. Sono una persona che ha sempre voglia di imparare e amo farlo anche dalle persone che incontro, perché tutte, anche le più umili, anzi soprattutto quelle, hanno da insegnarmi qualcosa. Sono una persona che se può imparare da qualcuno ascolta e sta in silenzio, a rischio di apparire stupida.

-Cosa rappresenta Navarro della Miraglia nella tua formazione culturale?

La Sicilia nella sua più pura essenza. Leggere Navarro vuol dire fare un viaggio in Sicilia e trovarla tutta, dai colori, agli odori, ai sapori, al modus operandi tipicamente nostro. Lui è uno che ha viaggiato tanto, ma che ha la Sicilia nel cuore e la racconta in un modo unico. Lo adoro!

-Enzo Biagi ha scritto: “Senza gli scrittori siciliani l’Italia sarebbe più povera”…

L’Italia sarebbe più povera senza qualunque scrittore che provenga da ogni parte della nostra terra. La Sicilia, però, è la mia terra e io amo tutto quello che di buono c’è in lei e in questo c’è la cultura che sia artistica, letteraria o musicale. Ma senza Verga, Pirandello, Navarro, Vittorini, Sciascia, Randazzo, saremmo un popolo più povero, un popolo che non ama la propria terra, che non resta attaccato allo scoglio e la cultura italiana sarebbe più povera d’amore.

-Perché gli scrittori devono incontrare i bambini nelle scuole?

Uno scrittore, chiunque esso sia e a qualunque genere si dedichi scrive sempre per gli altri. I bambini hanno una curiosità immensa e amano i libri, che se ne dica di questa generazione, loro i libri li amano. Anche quello più terribile dinanzi ad un libro prima o poi mostra curiosità. I bambini devono vedere che i libri sono scritti da persone che sorridono, che amano quello che fanno e devono poter chiedere i loro “perché”. I bambini sono magici e l’incontro con loro fa bene allo scrittore principalmente.

-Qual è il tuo rapporto con gli scrittori contemporanei?

Ottimo! I classici restano il mio grande amore, adoro Pasolini e Calvino ma leggo i contemporanei tantissimo. Amo le novità editoriali e i best sellers, i vari premi e quelli riescono a incuriosirmi, perché se qualcuno è stato premiato una ragione deve esserci. Poi se un autore mi piace compro tutto ciò che ha scritto, altrimenti, niente.

-Ciaula, nel mondo contemporaneo prigioniero delle grotte di internet, è convinto che il mondo reale sia tutto lì…

Internet è una magia, è una enciclopedia virtuale dove puoi trovare tutto: la musica, i libri, fare tour virtuali, puoi trovare l’amore, puoi ritrovare persone che pensavi di non rivedere più. Fin qui tutto bellissimo! E Poi puoi trovare il dolore, conoscere cosa si prova quando la tua fiducia viene tradita. Puoi perderti in una realtà irreale che ti avvolge a tal punto da farti allontanare dalla realtà vera. Come ogni cosa è l’utilizzo che ne fai, la conoscenza che ne hai. Di certo, durante la pandemia ci ha permesso di restare uniti, di condividere il dolore e la paura ma poi, ci ha allontanati di nuovo, ha reso difficoltoso riprendere in mano la vita. I ragazzi hanno preferito restare “al sicuro” in un mondo dove a nessun altro è permesso entrare. Est modus in rebus, come in ogni cosa.

-Gli uomini e la violenza sulle donne, un fenomeno che non si riesce a fermare…

La mia eroina da sempre è Antigone colei che per affermare la legge dell’amore trasgredisce quella dello Stato e ne paga il prezzo con la morte. C’è Arianna che viene abbandonata in Nasso, c’è Didone che si suicida per amore e tutto questo continua, mi viene in mente, ad esempio, la violenza del Circeo. In Italia ogni15 minuti una donna è vittima di violenza, non solo fisica ma psicologica. Sembra quasi che ogni giorno la donna debba continuare ad affermarsi e a lottare per poi ricominciare il giorno dopo e quello dopo ancora in un ciclo senza fine. Occorre educare i bambini sin da piccoli al rispetto, all’amore, al principio che nessuno appartiene a nessuno, ad accettare che qualcuno vada via e invece tendiamo a far sì che i bambini non subiscano traumi e poi, man mano che crescono diventa sempre più complicato. Occorre educare anche le bambine al rispetto di sé e soprattutto delle altre bambine, perché noi donne riusciamo ad essere davvero cattive tra noi. E poi, tutti dobbiamo fare la nostra parte: la famiglia, la scuola, le istituzioni.

-Che cos’è la felicità?

Ho imparato a mie spese che la felicità è nelle piccole cose. Il sorriso di un alunno, un segreto raccontato, il bacio di tuo figlio, il 4 accettato con il sorriso, l’abbraccio della persona che ami, una giornata di sole, il panorama della tua città, una passeggiata al mare. Insomma, tutto ciò che pensi ti appartenga di diritto ma così non è perché tutto è terribilmente precario.

-Cosa salverà il mondo la bellezza, il cinema, la letteratura, l’arte’

Il mondo lo salveranno i bambini, quelli dei quali saremo riusciti a conquistare la fiducia, quelli i quali saranno cresciuti senza pregiudizi, senza paura di rincorrere i propri sogni. Il mondo lo salveranno i bambini che avranno imparato a sognare e che non smetteranno da grandi, quelli che noi adulti non avremo tradito e che sapranno coltivare e curare l’arte, la bellezza, la musica, la letteratura, la poesia e l’amore.

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ne ho tanti, ma ho anche imparato a vivere soprattutto il presente e allora nel mio presente più vicino mi convincerò a pubblicare quel libro che ho pronto da anni e che racconta di una bambina che non ha mai imparato a sognare, racconterò della forza delle mamme coraggio e delle donne che in questa nostra terra sono state prima prigioniere per essere poi definitivamente libere e poi c’è mio figlio che è la parte più bella del mio passato e del mio presente e che c’è in qualsiasi progetto e l’amore.

Biografia

Balsano Daniela nata a Monreale nel 1978, maturità classica, laurea in lettere classiche, abilitazione all’insegnamento in tutte le classi di concorso inerenti l’insegnamento della letteratura italiana, latina e greca, la storia e la geografia. Diploma di specializzazione in metodologie didattiche. Mamma di un meraviglioso ragazzo di 14 anni.

Insegna dal 2006, ha insegnato nel Veneto e in Toscana dove ha coordinato il dipartimento di lettere. Titolare ad Altofonte, scuola secondaria di primo grado, Funzione strumentale.

Organizzatrice di eventi letterari, formatrice nel progetto “Sicura…mente Donna” e in corsi di formazione destinati a docenti.

Giuria scientifica Premio Navarro, evento letterario che è giunto alla XIV edizione e che si tiene ogni anno a Sambuca di Sicilia.

Studiosa del Navarro e della letteratura siciliana con alcune pubblicazioni su Verga, Pirandello e Navarro.

Socia del Circolo Cultura Italia a Monreale.

Membro del Team “Sicilia my love”

Coorganizzatrice di “chezmoi”: salotti letterari.

Pubblicazione tesi di laurea nel volume “Tracce d’oriente”

Voce del blog Casi quotidiani.