Il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa ha mantenuto la promessa e mercoledì alle ore 10 riceverà una delegazione di sindaci, di componenti dei comitati cittadini di protesta, di olivicoltori e delle organizzazioni professionali di tutta la provincia agrigentina che si riuniranno in assemblea davanti alla prefettura per denunciare i gravissimi problemi della categoria e per rivendicare le soluzioni della crisi olivicola indicate nella piattaforma unitaria che presenteranno alla massima autorità provinciale del governo.
I sindaci agrigentini, soprattutto gli olivicoltori che hanno denunciato il basso prezzo dell’olio extravergine d’oliva e che hanno minacciato di non volere iniziare la raccolta, oggi e domani completeranno il documento unitario che presenteranno al prefetto di Agrigento. Ascoltando le parti, chi lavora da qualche giorno alla redazione delle rivendicazioni è il sindaco di Lucca Sicula Salvatore Dazzo. “Metteremo nero su bianco – dice il primo cittadino che si confronta quotidianamente con gli altri amministratori comunali agrigentini – perché il prefetto Cocciufa deve presentare le nostre istanze ai prossimi governi regionali e nazionali in via di formazione i quali dovranno affrontare subito le problematiche oggi dell’olio e domani delle arance per evitare la crisi irreversibile del comparto dell’agricoltura”.
La battaglia degli olivicoltori, nata con il movimento dei volontari che hanno protestato in piazza a Burgio, Caltabellotta, Lucca Sicula, Calamonaci e Sciacca, rimane aperta fino a quando il mondo agricolo non avrà rassicurazioni certe per combattere l’aumento del prezzo di molitura dei frantoi, ma soprattutto per fare fronte al raddoppio dei costi dei concimi, fertilizzanti, della benzina e carburante agricolo, dell’acqua per l’irrigazione, dei mezzi agricoli, della manodopera e della molitura. E’ stato assicurato loro, soltanto per una decina di giorni, il prezzo di vendita dell’olio extravergine a 6 euro al chilogrammo, ma già dalla settimana che sta per iniziare potrebbe calare.
“Continuiamo ad avere da parte di migliaia di agricoltori – dice il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo – la richiesta di convocare con urgenza tutti i consigli comunali agrigentini che dovrebbero adottare opportune delibere finalizzate ad affrontare ed risolvere il problema dei prezzi dei prodotti. Oggi c’è l’olio che non tira, da novembre invece avremo da affrontare la vendita delle arance i cui prezzi potrebbero essere penalizzati dagli attuali aumenti del carburante, dei concimi e dei trasporti”.
Per i due governi regionale e nazionale c’è un caso agricoltura da affrontare subito per evitare il collasso di migliaia di aziende agricole e non solo agrigentine. I produttori di olive contestano pure il prezzo di vendita dell’olio fissato dall’Ismea a 5,65 euro al chilogrammo, non abbastanza remunerativo dei costi di gestione dell’annata agraria. A tutto ciò si aggiunge che la presente raccolta olivicola si presenta “scarica” con meno produzione di olive rispetto all’anno scorso, di contro la qualità della produzione sarà ottima.