Caltabellotta: Incendio danneggia beni monumentali e storici

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La settimana di fuoco, con temperature intorno ai 40 gradi, ha fatto registrare incendi ovunque nelle periferie urbane e soprattutto nelle campagne. A Caltabellotta, invece, i fuochi d’artificio per le festa patronale hanno creato ed alimentato le fiamme che sono arrivate davanti la cattedrale, in piazzale Lauria, e hanno annerito di cenere le mura di una fortificazione precristiana, un villaggio rupestre, una necropoli e DI due altari sacrificali, unici in Sicilia.
Stava per concludersi la festa della Madonna e del SS. Crocifisso, la festa più popolare e sentita religiosamente dai caltabellottesi, quando, con lo sparo finale dei fuochi d’artificio, alcune fiammelle sono andate a finire sul territorio circostante la cattedrale e intorno agli altri beni monumentali, ben “ricchi” di erbacce e di arbusti mai tagliati, determinando un incendio colossale a terra che ha fatto concorrenza allo spettacolo pirotecnico in cielo.
L’incendio si è subito allargato a tutta l’area montana perché le fiamme sono state sospinte da un forte vento. La cenere ha annerito parte delle mura esterne del luogo di culto e degli altri siti storici presenti nei pressi del cocuzzolo della montagna. E’ vero che c’è stato il pronto intervento degli operatori della forestale, ma è anche vero che le fiamme sono diventate in un baleno indomabili. Visitatori e turisti nei prossimi giorni avranno di che camminare su cenere ed erbacce bruciate.
In molti sostengono che un incendio, pare anche prevedibile, non può categoricamente rovinare beni che appartengono alla storia. Agli enti locali il compito di pulire in anticipo l’area oppure di scegliere per i fuochi d’artificio altri siti.