Santo Stefano Quisquina: Chiude il punto nascite per 24 comuni agrigentini e palermitani

1780

Nei comuni dell’interno montano, in circa 24 paesi delle province di Agrigento e di Palermo, non nasceranno più bambini perché il Ministero della Salute, e quindi la Regione Siciliana, hanno annunciato che a partire dal 1° ottobre prossimo sarà chiuso l’unico punto nascite del territorio che si trova ubicato presso la casa di cura “Attardi” di Santo Stefano Quisquina. E’ stato un colpo di fulmine che, nel cielo sereno dell’estate, nessuno si aspettava anche perché dal territorio montano, con strade comunali e provinciali davvero intransitabili e pericolose, raggiungere gli ospedali di Sciacca, Agrigento, Canicattì e Palermo rappresenta un pericolo serio per le gestanti.
A scendere subito in campo è l’amministrazione civica, l’intero consiglio comunale di Santo Stefano Quisquina e l’Unione dei Comuni. “L’amministrazione comunale, facendosi portavoce anche delle forze sociali e della cittadinanza tutta, esprime forte disappunto per la decisione del Ministero della Salute di non accogliere la deroga e conseguentemente, di mantenere in vita il punto nascite della “Casa di Salute I. Attardi” – dichiara il sindaco Francesco Cacciatore – per la particolare collocazione geografica del comune montano, in un’area assolutamente marginale, questa rappresenta l’unico presidio sanitario a servizio di una vasta zona montana a cavallo tra le provincie di Palermo e Agrigento, per circa 24 comuni, e l’eventuale chiusura della stessa determinerà chiaramente la negazione del diritto alla salute e alla sicurezza, oltre ad evidenti disagi per le famiglie che saranno costrette a raggiungere altri presidi, ubicati nella fascia costiera, considerate le notevoli distanze e lo stato di fatiscenza della rete viaria”.
Non si tratta di un problema locale, ma di un vasto territorio montano dove i comuni agrigentini interessati sono Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana, Cammarata, San Giovanni Gemini, San Biagio Platani, Burgio, Lucca Sicula, oltre ad una dozzina di centri palermitani che vanno da Palazzo Adriano a Prizzi, a Castronovo di Sicilia. I numeri non sono dalla parte del punto nascite stefanese, meno di 500 nascite in un anno, ma la precarietà della viabilità e l’alta funzionale sociale ed anche economica ed occupazionale della struttura dovrebbe convincere il Ministero della Salute ad andare oltre la logica dei “numeri” e a ritirare il provvedimento, evitando di privare la comunità e l’intera zona della montagna agrigentina di un servizio primario che indiscutibilmente ha offerto negli anni standard qualitativi elevati.

L’amministrazione comunale di S. Stefano Quisquina annuncia di volere intraprendere le opportune iniziative per contrastare una scelta che potrebbe comportare anche gravi tensioni sociali. Si parla infatti per i prossimi giorni della una convocazione straordinaria unitaria dei consigli comunali di un paio di dozzine di paesi e dell’organizzazione di alcune manifestazioni di piazza con l’obiettivo di puntare il dito contro il Ministero.