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Home Attualità & Cronaca Lavorare in sella ad una moto: intervista al giovane riberese Emanuele Macaluso

Lavorare in sella ad una moto: intervista al giovane riberese Emanuele Macaluso

Di
Caterina Maddi
-
14 agosto 2014
4496
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Emanuele Macaluso, riberese, 23 anni, sorriso smagliante ed entusiasmo da vendere. Grazie alla sua grande passione per le moto e a una buona dose di determinazione, Emanuele si fa strada a grandi passi sulla viadi una brillante carriera, quella di giornalista motociclistico. Vive a Roma, dove ha intrapreso la carriera di tester e giornalista presso il portale web Motoblog. Dal 2012 è costantemente in sella a nuove moto in giro tra Italia e l’Europa, invitato dalle case motociclistiche per testare i nuovi modelli appena lanciati.

 Da Ribera a Roma, dal liceo classico alla redazione di Motoblog. Emanuele, come inizia la tua storia?

È cominciato tutto a Modena, nel 2010. Dopo aver tentato invano il test d’ingresso in medicinami sono iscritto in Ingegneria Meccanica, ma ben presto mi sono reso conto che la matematica non faceva per me e dunque, dovendo cambiare indirizzo di studi, ho scelto scienze della comunicazione.Spinto dall’obiettivo di diventare un tester/giornalista, ho inviato la mia proposta di collaborazione a tutte le riviste e magazine online del settore. Fortuna volle che la redazione di Motoblog fosse alla ricerca di un giovane blogger da ingaggiare. Ero emozionatissimo, non ci credevo! E così nel gennaio 2011 inizia la mia avventura su Motoblog.

Il mondo delle due ruote: una tua passione dall’alba dei tempi o un amore che nasce grazie al tuo lavoro?

È una passione che nasce sicuramente quando ero bambino. Tutta la mia famiglia è sempre vissuta a stretto contatto con le due ruote, mio nonno paterno era un carabiniere motociclista. Il primo motorino l’ho guidato, assistito da mia cugina, a soli 4 anni. A 9 ero in sella ad un vecchio motorino di mio zio, a 12 anni i miei amici venivano nel mio garage per aggiustare o sistemare qualche pezzo dei loro scooter. Poi è arrivato il mio cinquantino da enduro e da lì fino ai 18 anni non mi sono più fermato. Quando è arrivata la macchina ho leggermente abbandonato le due ruote e l’università mi ha tenuto ancora più lontano. All’inizio, ancora sprovvisto di patente per moto, ho cominciato a fare il testermunito di solo foglio rosa. In questo periodo ho iniziato a guidare moto “vere”, cioè i mezzi più potenti e moderni presenti sul mercato. Adesso posso affermare di saper guidare decentemente una moto, la strada per andare forte però è ancora lunga!

Motoblog è uno dei più importanti portali italiani di informazione sul mondo delle due ruote. Tu di cosa ti occupi nello specifico. In sostanza, come si svolge il tuo lavoro?

Io sono un autore, nel network chiamato blogger. Mi occupo della redazione di comunicati stampa e news che ci arrivano 24h nella nostra casella mail. È il mio capo-redattore a indicarmi delle news da trattare e pubblicare, oppure io stesso propongo qualcosa di interessante. Seguo poi virtualmente le gare off-road, motocross, supercross, ed enduro, sport di cui la maggior parte dei mezzi d’informazione sportivi italiani non si occupa: sono forse troppo distratti dal mondo del calcio. Alcune volte ho avuto anche la fortuna di seguire la gara in prima persona direttamente in pista, occupandomi delle foto, della cronaca e delle interviste. E poi c’è l’attività di tester: ritiriamo le moto del parco stampa direttamente presso i concessionari o le case e le teniamo con noi almeno una settimana in modo da testarle in tutte le condizioni. Facciamo foto, video e, una volta riconsegnate, si procede con la stesura del test e l’elaborazione di foto e video. Generalmente dopo i Saloni di Colonia e Milano, le case invitano i giornalisti a testare i nuovi modelli presso mete particolari dentro e fuori il territorio italiano, dove ovviamente sono presenti strade e panorami spettacolari. Generalmente un press-test dura al massimo 3 giorni, ovviamente è tutto pagato dalla casa motociclistica che lancia il nuovo modello. Poi si torna a casa e si scrive il test da pubblicare. Collaboro occasionalmente anche con il nostro sito gemello che si occupa delle quattro ruote, ovvero Autoblog, testando saltuariamente auto e occupandomi delle foto e dei video per i test.

Prima di approdare alla carriera giornalistica il tuo percorso ha seguito vie traverse. È raro oggi trovare un ragazzo di 23 anni con le idee così chiare sul suo futuro.  Quanto è stato difficile trovare la strada giusta?

Sicuramente molto difficile, ci vuole tanta determinazione. Come dicevo, all’inizio ho tentato l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, ma dopo due tentativi non ho voluto perdere altro tempo. Ingegneria meccanica mi piaceva molto, ma il mio odio per la matematica mi ha impedito di proseguire. Nel mondo del giornalismo non serve la laurea, però oggi è un titolo necessario quasi obbligatoriamente ovunque, pertanto ho optato per scienze della comunicazione. Ho avuto la fortuna di iniziare a scrivere per Motoblog a soli 20 anni e ho cercato di coniugare gli impegni di studio con quelli di lavoro. È tuttora un’impresa difficile, ma faccio il possibile perché non voglio buttare via i sacrifici fatti nel lavoro in questi tre anni e neanche gli anni di studio passati. Manca ancora un po’ alla laurea ma mi sto dando da fare.

 Il tuo lavoro ti porta spesso in giro per l’Europa, qual è l’esperienza più interessante che hai vissuto in questi ultimi anni?

Il primo press-test fuori dall’Italia è stato a Cannes ed è stato bellissimo. Sognavo da tempo di fare un giro in moto in Costa Azzurra. Ma l’esperienza più emozionante è stata sicuramente quella vissuta lo scorso mese sul circuito internazionale “Marco Simoncelli” di Misano Adriatico. Sono entrato per la prima volta in una pista vera, con una moto preparata per una gara durante l’annuale evento Pirelli Day. Lì ho “toccato” per la prima volta il ginocchio sull’asfalto ed è stato bellissimo sentir grattare la “saponetta” sullo stesso asfalto dove hanno corso le leggende del motociclismo mondiale. Una volta rientrato ai box tremavo per la gioia ed ero davvero felice per l’esperienza appena vissuta.

E la difficoltà più grande che hai incontrato invece?

La difficoltà più grande, oltre al fatto di dover coniugare studio e lavoro, è stata inserirsi tra i colleghi che svolgono questo mestiere da anni e con centinaia di ore di moto alle spalle. Io ho fatto grandi progressi in pochissimo tempo, ma per imparare a guidare come si deve bisogna stare parecchio in moto. La strada è lunga, ma io sono molto giovane e per fortuna andare in moto è la cosa che mi piace di più. Ci tengo davvero tanto e non perdo alcuna occasione per mettermi in sella e imparare ad andare sempre meglio e più forte (solo in pista però).

Viaggiare in sella a una moto: com’è il mondo visto attraverso la visiera di un casco integrale?

Sono emozioni che non si possono descrivere, bisogna solo salire in sella e lasciarsi trasportare, un motociclista lo sa! A me poi personalmente il vento da molto fastidio, così cerco sempre di salire in sella a moto ben protette aerodinamicamente. Quello che cerco in una moto è l’imprevedibilità e il divertimento. Adoro le moto che ti lasciano senza fiato quando spalanchi il gas, quelle che “impennano” senza troppi sforzi. Si ok, impennare sarà pure pericoloso, illegale e fondamentalmente inutile, ma è una sensazione indescrivibile e unica. Quando la ruota anteriore si stacca dal terreno e sei in equilibrio solo su quella posteriore, allora ti senti davvero sul tetto del mondo! Comincio inoltre ad apprezzare la pista, un luogo estremamente sicuro dove si può davvero esagerare senza rischiare di farsi troppo male e, soprattutto, senza mettere in pericolo l’incolumità degli altri. Per questo su strada cerco sempre di rispettare i limiti.

Passi la maggior parte dell’anno lontano da Ribera e dalla tua famiglia, ma quando torni in Sicilia mostri sempre grande entusiasmo. Cosa ti manca di più?

Indubbiamente la famiglia. Non solo il mio nucleo familiare, ma tutti i miei cugini e amici con i quali ho un rapporto bellissimo. L’aria di casa ti rigenera, ti ricarica. E’ qualcosa che non puoi trovare da nessun’altra parte. Tornare è sempre una grande gioia. Mi dispiace solo che il mio lavoro non mi permetta di rimanere qui nella mia amata Ribera. Chissà, forse, un giorno…

Posto che non si finisce mai di imparare, tu sei giovane e puoi ancora crescere tanto. Quali sono gli obiettivi che ti proponi di raggiungere?

Di certo imparare a guidare ancora meglio la moto. Poi, imparare a scrivere meglio, imparare nuove lingue e acquistare la capacità di descrivere con maggiore accuratezza il comportamento di un veicolo nelle diverse condizioni di guida. Mi piace tantissimo la meccanica e spero di approfondire sempre di più le mie conoscenze in merito.

Nel futuro prossimo invece, cosa bolle in pentola?

Motoblog è sicuramente un importantissimo trampolino di lancio.Negli ultimi anni ha acquisito poi un grande prestigio e pertanto sarebbe un onore poter continuare a lavorare per Blogo, magari,dopo aver preso la laurea, inserendomi anche nel settore auto. Inoltre, in un mondo invaso dalla multimedialità e dalla tecnologia non posso che provare grandissimo interesse per i video. Il mio obiettivoè quello di finire in TV come presentatore di un programma dinamico, completo e divertente che sia in grado di coinvolgere gli appassionati del mondo dei motori, proponendo temi nuovi che aiutino il pubblico a staccarsi dallo squallido mondo dei reality. Odio la parola impossibile, tutto si può fare avendo la giusta pazienza e determinazione. Io ho cominciato quasi per scherzo ma, quando mi sono reso conto di potermi inserire bene nel mondo del giornalismo motociclistico, mi sono impegnato al massimo per apprendere sempre di più e andare avanti. Certo, non ce l’avrei fatta senza la disponibilità dei miei superiori, ma alla fine mi sono distinto per passione e determinazione, e questo mi rende davvero orgoglioso di me stesso e sono sicuro che vale lo stesso per i miei familiari.

 

 

 

 

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