Punto e a capo. La furia delle acque del fiume Verdura spazza via nella notte tra mercoledì e giovedì gli argini in terra battuta costruiti con i bulldozer da una ditta di Calatafimi, per conto dell’Anas, per permettere la ricostruzione del ponte crollato il 2 febbraio scorso. E’ la seconda volta che i lavori vengono bloccati nel giro di un mese. La settimana scorsa un’altra piena del fiume travolse gli argini che furono rifatti. Tanti lavori e tanto denaro pubblico sostenuti per niente perché le popolazioni si ritrovano oggi nella situazione della mattinata del 2 febbraio scorso.
La situazione è diventata talmente esplosiva che il prefetto Ferrandino si è visto costretto a convocare con urgenza un altro tavolo tecnico per fare il punto di una situazione sempre più drammatica per la viabilità e per l’economia. Intanto l’Anas ha precisato che la recente fuoriuscita del fiume dagli argini è dovuta non solo alle piogge copiose che hanno investito da 3 giorni tutto il territorio, ma anche all’Enel che avrebbe scaricato sul letto del fiume 30 metri cubi d’acqua al secondo, determinando la piena del Verdura che in poche ore ha distrutto gli argini artificiali in terra.
L’Anas, che aveva chiesto modalità di scarico diverse a partire dalla traversa di Gammauta, non è in condizione di potere continuare i lavori per la ricostruzione del ponte in sicurezza per il personale e per i mezzi impegnati impossibilitati a raggiungere per la presenza dell’acqua il cantiere che era stato aperto. Intanto, l’Anas è diventato oggetto delle critiche più disparate e pesanti da parte dei cittadini e di tante associazioni e istituzioni che minacciano azioni di rivalsa anche economica. Il primo è il sindaco di Ribera Carmelo Pace che annuncia: “La misura è colma, non rimarremo passivi e faremo valere i nostri diritti, quelli di un territorio martoriato e in difficoltà. Ci siamo già attivati attraverso i nostri legali e notificheremo all’Anas la richiesta di risarcimento danni per la viabilità, per l’economia e per la salute dei cittadini”.
I presidenti dei consigli comunali e gli amministratori dei paesi interessati si riuniranno stamane, alle 10, presso il municipio di Ribera, su convocazione del presidente Giuseppe Tortorici, per discutere delle iniziative da intraprendere su come potere superare gli ostacoli che oggi si frappongono alla continuazione dei lavori sul ponte. Per sabato, invece, sono previste due iniziative. La mattina, i sindaci dei 6 comuni interessati si recheranno per un sit in sull’area del ponte per rendersi conto della situazione precaria e dei provvedimenti che devono essere adottati perché da oltre 40 giorni tutto è fermo al momento del rovinoso crollo del ponte. In serata in piazza è previsto a Ribera un comizio dei responsabili del comitato “No Ponte, No Voto” che spiegheranno ai cittadini come e a chi addossare le responsabilità dei pesanti ritardi nella ricostruzione del ponte e nella riapertura della viabilità sulla SS 115.
L’associazione locale “SOS Democrazia”, nel denunciare l’inefficienza dell’Anas e la mediocre gestione dell’emergenza da parte di tutte le istituzioni, a cominciare dalla prefettura, minaccia, assieme ai sindacati, ai cittadini, agli agricoltori e i viaggiatori, di intraprendere azioni eclatanti e di disobbedienza civile a difesa dei diritti delle popolazioni e del territorio.