La giunta e la maggioranza accelerano sulla rivoluzione delle Province. Che non sarà solo una abolizione dell’esistente, ma piuttosto una riorganizzazione generale delle competenze degli enti locali. Si è concluso dopo un paio d’ore di confronto il vertice tra Rosario Crocetta e i capigruppo di maggioranza a Palazzo d’Orleans. Il governatore ha illustrato i punti salienti del ddl di riforma che è stato varato dalla giunta. Una riforma su cui c’è una condivisione di massima da parte di Udc (che pure non aveva fatto mistero di non gradire il metodo con cui Crocetta concorda le sue mosse con gli alleati), Pd e degli altri gruppi che all’Ars compongono la maggioranza.
Le province verranno sostituite dai liberi consorzi di comuni previsti dallo Statuto, che avranno funzioni e competenze diverse rispetto alle attuali province, a partire dalla competenza su rifiuti, acque ed edilizia popolare. Un altro risparmio sensibile arriverà dalle cariche elettive, che saltano tutte nella riforma. Per i consorzi, infatti, sono previste elezioni di secondo livello, con organi elettivi più snelli, senza indennità. In pratica, saranno i sindaci dei comuni del consorzio a eleggere tra loro il presidente, mentre i consigli comunali eleggeranno il consiglio, che sarà comunque meno numeroso degli attuali consigli provinciali. Non ci saranno indennità, ma solo rimborsi per consiglieri e presidenti.
Inoltre, la riforma se da una parte assegnerà competenze nuove agli enti che prenderanno il posto delle province, dall’altra potrebbe decentrare ai comuni alcune competenze attualmente in carico alle province, come l’edilizia scolastica. Il ddl di riforma conterrà anche il congelamento delle elezioni provinciali di maggio.