Ritratti : poeti del nostro tempo Maurizio Piscopo incontra Cinzia Pitingaro

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“Terra di ventu,

di suli, terra arsa dû sciroccu,

terra di ncantu,

di gelsuminu, zàgara e furmentu,

terra di chiantu,

di lacrimi di sali e vucchi asciutti,

terra di stentu,

di canti di cicali ntô silenziu

Sicilia bedda

cû cori a Muncibeddu e ‘i çianchi a mari,

priziusa quantu

na petra antica e rara, e comu l’oru”!

Con questi splendidi versi tratti Da “Sali, zuccaru e feli” Ed. Del Poggio ho il piacere di introdurre Cinzia Pintingaro. Di lei mi ha parlato con grande intensità il compositore Antonio Zarcone e qualche volta mi ha fatto leggere le sue struggenti poesie. Cinzia è una persona solare che accoglie gli amici con allegria. Ama la vita in tutti i suoi aspetti. Ogni attimo, ogni esperienza positiva o negativa, ogni cambiamento sono stati e continueranno ad essere, comunque, delle opportunità, tappe del suo viaggio meraviglioso, della sua crescita… Se fosse un fiore, probabilmente, sarebbe una ginestra, alla ginestra l’accomuna la forza, la resilienza e il giallo, il colore del sole e della gioia. Cinzia crede fermamente che il sorriso sia la sua arma vincente, l’espressione della sua emotività che più di tutte ha condiviso con gli altri. Ama molto cucinare anche se ha poco tempo da dedicare ai fornelli. Sta leggendo il libro di Haruki Murakami “il mestiere dello scrittore”. L’ultimo film che ha visto al cinema è un lavoro di Paola Cortellesi dal titolo: “C’è ancora domani”. Il suo mese preferito è maggio, mentre la sua stagione preferita è l’autunno, forse è per questo che in quel periodo riesce a scrivere la maggior parte delle sue poesie. Ama molto viaggiare e fotografare le meraviglie che va scoprendo: da un semplice fiore ad un panorama, soffermando la sua attenzione sui dettagli. Il suo colore preferito è il giallo. Ma a questo punto andiamo a conoscerla più da vicino.

-Quando inizia il tuo percorso con la poesia?

Ho scritto la mia prima poesia a dieci anni, stimolata dalla maestra che aveva notato una spiccata creatività nei miei temi, ma è nel periodo dell’adolescenza che ho avvertito la necessità di confidare le mie emozioni, i miei pensieri, le mie riflessioni, i miei sogni ad un foglio bianco. Scrivendo ho sciolto i nodi della mente e del cuore. Ho trasformato la mia fragilità in poesia. La poesia mi ha aiutato e mi aiuta ancora a essere più forte nell’affrontare le difficoltà della vita.

-Cos’è la poesia, a chi e a cosa serve, nel “folle” mondo in cui viviamo?

La poesia è un mistero, nessuno riesce a dare una risposta universale è valida per tutti e in ogni tempo. Per me è uno sfogo dell’anima, un’esigenza, la cristallizzazione delle mie emozioni più profonde, un dono che ho ricevuto dall’alto e che condivido con gioia con gli altri.

-C’era qualcuno nella tua infanzia che ti cantava la ninna nanna e ti raccontava dei cunti?

Mia madre mi cantava sempre una dolce melodia, mentre mi stringeva tra le braccia per farmi addormentare. Ancora la ricordo e, se chiudo gli occhi, mi calmo e mi rassereno. I miei nonni mi raccontavano i cunti. Erano lunghe storie fantastiche che ascoltavo con piacere e, anche se ripetute tante volte, non mi annoiavano.

-Chi sono i tuoi poeti di riferimento?

Sono diversi: Gianni Rodari, Emily Dickinson, Federico Garcia Lorca, Masaoka Shiki ed altri…

-Secondo il poeta di Bagheria Ignazio Buttitta il dialetto siciliano è come una chitarra che perde una corda al giorno… Le cose stanno proprio così o c’è ancora qualche speranza per il dialetto?

Penso, che in questi ultimi anni sia cresciuto sempre più l’interesse a preservare la lingua siciliana. Per anni è stata quasi messa da parte. Oggi, il siciliano, la lingua della nostra tradizione, della nostra cultura, della nostra storia, col suo forte potere evocativo, con la sua straordinaria ricchezza lessicale, è più viva che mai. Noi siciliani siamo orgogliosi della nostra lingua. Questa cosa mi fa ben sperare.

Cosa pensi della bellezza, riuscirà a salvare il mondo?

Nonostante la realtà mi lasci molto perplessa, sono una sognatrice. Credo molto nel potere dell’arte e, in particolare, della musica e della poesia. L’essere umano sarà sempre capace di emozionarsi. È nella sua natura. L’emozione è bellezza, nobiltà d’animo e questa ci predispone all’ascolto dell’altro, al rispetto, alla compassione. Si, credo che la bellezza riuscirà a salvare il nostro mondo, anche perché senza di essa il mondo sarebbe già andato alla deriva.

-Puoi commentare questa frase: “La bellezza è un dono di Dio e bisogna farne buon uso”!

La bellezza è un dono di Dio e noi abbiamo il dovere di custodirla, apprezzarla, coltivarla, diffonderla. La bellezza genera bellezza. Il bene genera il bene. La diffusione del bene, dell’amore, della gentilezza può mitigare o, addirittura, cancellare il male del mondo. Bisogna crederci.

-Se ai bambini si insegnasse la bellezza avremmo un mondo meno violento?

Si, certo. Bisogna insistere su questo. I bambini devono essere educati alla bellezza, all’ascolto, all’attenzione, all’osservazione… Solo così possono migliorare il loro spirito critico, sviluppare la loro intelligenza emotiva, l’empatia e, di conseguenza, il rispetto per sé stessi e per gli altri. Solo così potremmo avere un mondo migliore.

-Puoi spiegare ai lettori di Ripost cosa si intende con il termine Haiku?

Lo haiku è una breve composizione poetica di origine giapponese che segue alcune regole precise: è formato da tre versi costituiti in totale da 17 more secondo lo schema 5-7-5 (Una mora, nella metrica classica, era l’unità di misura della durata delle sillabe). Legato al pensiero e al modo orientale di vivere la vita, ogni haiku è la cristallizzazione di un attimo. Non racconta, ma mostra un momento vissuto senza che questo venga modificato dal pensiero. Lo haiku, d’altra parte, è un percorso di vita, un viaggio interiore che richiede studio, approfondimento…

-La vita e il tempo sono due degli argomenti principali della tua poetica, cosa c’è dopo?

Gli altri temi, in realtà, non vengono dopo, sono intimamente connessi: l’amore per la mia famiglia, mia ragione di vita, e per la mia terra, si consolida, si intensifica nel tempo. I temi sociali che tratto, soprattutto, nelle poesie in dialetto siciliano e nelle filastrocche, riguardano vari ambiti e riflettono la vita di ieri e di oggi.

-Tu e i bambini: cosa dai loro e loro cosa ti danno?

Mi piace ascoltarli, condividere i miei versi e il mio tempo. In cambio ricevo un dono prezioso: il loro sorriso.

-Cosa contiene il libro “Remi di rime”?

“Remi di rime” contiene poesie e filastrocche che, attraverso la semplicità e la leggerezza delle rime, facilitano l’apprendimento di concetti essenziali, educano all’ascolto e al silenzio, portano i bambini a riflettere su alcuni problemi sociali o ambientali, a familiarizzare sempre più col mondo delle emozioni, per conoscere meglio sé stessi e gli altri. Uno dei suoi punti di forza è la grafica curata con sapienza dalla Casa Editrice Smasher, in ogni particolare.

-Sali zuccaru e feli, quando l’hai scritto e a chi l’hai dedicato?

Sali, zùccaru e feli è una raccolta di poesie in dialetto siciliano che ho pubblicato nel 2022. L’ho dedicato alla Sicilia, ai miei affetti, alle mie radici…

-Hai scritto molti libri e hai ricevuto tanti premi, a quale libro sei più legata e a quale premio sei più affezionata?

Il libro a cui sono più legata è “Remi di rime” e i premi a cui sono affezionata sono proprio quelli che riguardano questa raccolta. Conservo un bellissimo ricordo del Premio “Terra d’Agavi” di Gela del 2023 e del Premio “Caffè delle Arti” ricevuto a Roma, sempre nello stesso anno. Gli elogi della giuria mi hanno davvero commossa.

-So che le tue poesie sono diventate splendide canzoni grazie alla maestria e alle doti artistiche di Antonio Zarcone. Quali poesie ha musicato?

Antonio Zarcone ha apprezzato tanto le mie poesie in siciliano al punto da decidere di musicarne alcune. Così Lu passatu ntô cori, Fimmina, Cantu d’amuri, Nun lu chiamati omu, Pirchì nun m’arrispunni? Sono, magicamente, diventate canzoni. Antonio è un grande. Considero la sua iniziativa, il tempo che ha dedicato ai miei versi, un dono. Gliene sono profondamente grata.

-Cosa provi nell’ascoltare una tua poesia che vola con le ali della musica?

Provo un’immensa emozione. Non riesco a descriverla. Ripeto, sono molto grata al musicista Antonio Zarcone per aver apprezzato i miei versi, per averli impreziositi con la sua bellissima musica. Ha messo davvero le ali ad alcune mie poesie. La musica ha un potere immenso: amplifica le emozioni e i messaggi, può portarli lontano…

-Donne e guai non mancano mai, ma si può dire anche, uomini e guai sono raddoppiati. Perché le coppie moderne ed emancipate arrivano spesso al corto circuito?

Forse perché, ormai, la tenerezza, l’altruismo, il rispetto, sono rari. Viviamo in una società in cui predomina l’egoismo, la competizione, l’interesse personale. Spesso manca anche la capacità di comunicare, di comprendere e perdonare…

-Cosa pensi della violenza sulle donne?

È un gravissimo problema in tutte le sue forme. Uno dei mali più grandi della nostra società. Mi fa paura.

-Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Continuare a scrivere. Tra qualche mese sarà pubblicata la mia seconda raccolta di poesie e filastrocche e, intanto, sto lavorando alla pubblicazione di una silloge di poesia e haiku. Mi piace giocare con le parole, sorprendermi e sorprendere. Ho tante idee che spero, pian piano, di realizzare.

Biografia

Cinzia Pitingaro, nata a Hückeswagen, in Germania, vive a Castelbuono (PA), scrive poesie in verso libero e in metrica, in Italiano,in Vernacolo e Haiku. Ha partecipato, con le sue opere, a diversi Concorsi Letterari Nazionali e Internazionali,conseguendo, negli anni, vari riconoscimenti in tutta Italia.

La vita e il tempo sono i temi attorno ai quali si svilupperà la sua poetica che, vissuta,dapprima come un momento intimo, un luogo sicuro in cui rifugiarsi, ha trovato, negli anni, varie forme espressive in cui incanalarsi. Nascono così le poesie in lingua italiana raccolte nel libro “Come cristalli di sale”(Il Convivio-2019), e, parallelamente, la silloge di haiku “L’odore delle rose” (Accademia Barbanera), frutto del Primo Premio assoluto al Concorso Internazionale d’Arte di Milano “La couleur d’un poème”(IV ed., 2019).

Dedica due raccolte al suo paese“‘U respiru dû paisi”(Le Madonie, 2016), “Castelbuono nel cuore e…nnâ memoria”(Le Madonie, 2018), e una silloge alla Sicilia “Sali, zùccaru e feli”(Del Poggio, 2022).I suoi versi in Lingua siciliana sono apprezzati dalle giurie di prestigiosi concorsi letterari. In particolare, nel 2017,“‘U respiru dû paisi”è finalista al Premio Nazionale “Arenella- Città di Palermo”.

Nel 2023 “Sali, zùccaru e feli”, finalista al “Premio Internazionale “Città di Marineo”, ottiene il Primo Posto al “Premio Antonio Veneziano” di Palermo.Un anno dopo si classifica al Primo Posto al Premio di Arte e Cultura e Siciliana “Ignazio Buttitta”. Cinzia scrive, inoltre, filastrocche, poesie e racconti per l’infanzia. Crede nella Poesia e nel suo potere “magico” di veicolare emozioni e di spargere bellezza. Sa che la filastrocca,nella sua semplicità, può aiutare i bambini ad affrontare meglio le piccole e grandi difficoltà della vita, a conoscere meglio sé stessi e il mondo che li circonda. Cinzia vince il Primo Premio a Roma nel concorso letterario “Speciale infanzia 2020”che ha come Presidente Onoraria di Giuria Dacia Maraini, e, l’anno successivo, pubblica con la Texmat di Roma, nella collana Marel, la sua prima raccolta di filastrocche “Tempi di…versi”premiata, nel 2022, con un primo posto al Premio Internazionale di Poesia “Tropea: onde mediterranee”Grande appassionata di questo genere letterario e vicina al mondo dei bambini, ha continuato ad esprimere, in questo modo, la propria creatività. Nel 2022 pubblica con Edizioni Smasher il suo secondo libro di poesie e filastrocche “Remi di Rime”.

Entrambe le raccolte dedicate ai bambini e alle bambine in età scolare, attenzionate da “La Tecnica Della Scuola”, sono state inserite in diversi progetti scolastici, alcuni dei quali curati da lei stessa. Apprezzato e adottato da vari Istituti Scolastici in Italia, candidato al Premio Rodari 2023, “Remi di Rime”riceve nello stesso anno il Premio Speciale al Concorso “Terra d’Agavi” di Gela e il Premio Unico “Cesarina Gallini” al Premio “Caffè delle Arti” di Roma. La visione della Poesia come soffio di vita, unita al fascino della cultura orientale, soprattutto giapponese, la portano a guardarsi intorno con un nuovo sguardo, a interpretare la natura e il tempo in maniera più profonda, riconoscendo il valore di ogni particolare e di ogni istante. Sperimenta, così, una forma poetica brevissima, essenziale, ma intensa: lo haiku. Un vero e proprio percorso di vita che le permette, nel corso degli anni, di ampliare le conoscenze e di confrontarsi con scrittori (Haijin)ed esperti del genere italiani e stranieri. Significativo, in tal senso, un ciclo di video-conversazioni dal titolo “Haiku: il valore di un istante”, da lei stessa organizzato durante la pandemia, per conto dell’Associazione “Amici del Museo Civico di Castelbuono”, del cui direttivo, per qualche anno,ha fatto parte. Oggi i suoi haiku sono pubblicati, insieme a quelli di altri autori italiani e stranieri, su diversi blog, antologie e riviste nazionali e internazionali. Grazie alle sue competenze socio-educative e culturali, organizza e collabora attivamente all’organizzazione di eventi culturali coinvolgendo autori ed esperti in vari campi dell’arte. Presiede le giurie, per la sez. Haiku, di tre concorsi organizzati dalla RDP eventi di Messina. Presiede e Coordinale giurie del Premio Nazionale di Poesia Naturalistica “Città di Castelbuono” e del Premio Letterario “Passi di Donne” ed è giurata in vari Concorsi Letterari Nazionali per poesia ed haiku. Cura prefazioni e recensioni di libri di poesie e romanzi che pubblica anche su riviste letterarie.

Si ringrazia Filippo Morabito per le foto.