Si è concluso nei giorni scorsi l’ultimo degli incontri del laboratorio per genitori di adolescenti organizzato da RiberaLab. L’esperienza ha visto la partecipazione di un gruppo interessato, curioso, aperto al confronto e al dialogo, e soprattutto desideroso di incontrarsi per condividere e mettere in circolo esperienze, desideri, paure, preoccupazioni, speranze.
“L’idea del laboratorio – scrive il presidente Giuseppe Ruvolo – nasce dal desiderio di diffondere informazione, conoscenze e competenze relazionali circa l’adolescenza di oggi, spesso terreno di scontri aspri, di conflitti insanabili, di incomunicabilità e irraggiungibilità. Abbiamo così scelto di partire da noi adulti, dagli occhi attraverso cui guardiamo questa specifica fase della crescita, avendo sempre uno sguardo aperto alla complessità del mondo e del vivere contemporaneo.
Nei 5 incontri abbiamo ripercorso le questioni simbolo di questa fase evolutiva, provando a fare chiarezza fra comportamenti fisiologici, dunque da aspettarsi, e comportamenti patologici o atipici che invece potrebbero rappresentare un campanello d’allarme, un segnale di malessere e sofferenza.
Ci siamo domandati quali strumenti e competenze l’adulto possa imparare a maneggiare per rimanere una guida salda e autorevole senza l’utilizzo di modelli educativi punitivi che oggi non funzionano più, e che anzi rischiano di rompere la relazione e lasciare il figlio da solo. Autonomia, responsabilità e fiducia i capisaldi di una educazione fatta di presenza rispettosa ma solida.
Nel corso degli incontri si è creato un clima di condivisione generosa e priva di giudizio, dove ciascuno ha potuto sentire la presenza dell’altro e l’universalità di alcune fatiche che talvolta, nascoste dietro le nostre patinate pagine social, appaiono solo nostre e non piuttosto soltanto “umane”.
Lo abbiamo fatto attraverso la specificità del lavoro gruppale, dove ogni partecipante è parte attiva di un processo di acquisizioni di nuove consapevolezze a partire dalla possibilità di risuonare e rispecchiarsi nell’esperienza dell’altro – conclude il prof. Ruvolo – Incontrarsi dunque anche per sentirsi parte di una comunità verso cui guardare ed essere guardati, in una reciprocità di sguardi curanti e solidali. Un particolare e doveroso ringraziamento va alle dott.sse Glenda Pontillo e Carla Di Fratello che hanno condotto con passione e professionalità gli incontri”.