Ribera: Domani il Cav organizza la “Giornata per la Vita” con l’offerta delle piantine di primule

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Il Centro di Aiuto alla Vita di Ribera, che si trova allocato presso la chiesa di San Francesco d’Assisi, in via Imbornone, 25, organizza per la giornata di domani, come del resto tutti i Cav d’Italia, la “Giornata per la Vita” nel corso della quale saranno offerte delle piantine di primule i cui proventi saranno un aiuto destinato ai bambini nascituri, ai neonati e alle loro famiglie.

A Ribera i bambini nati con l’aiuto concreto del Cav sono stati 22 nel 2021 e 19 nell’anno da poco finito. E’ iniziata quotidianamente l’attività per il 2023. A coordinare i lavori e le iniziative sono Lina Sottile e una dozzina di donne volontarie che accolgono e aiutano le famiglie nei giorni di apertura del centro: il lunedì e il giovedì dalle 10 alle 12.

Il Centro di Aiuto alla Vita San Francesco di Ribera, costituito nel 2011, opera nel territorio dei comuni limitrofo (le primule saranno presenti domani anche a Calamonaci, Burgio e Cattolica Eraclea), accogliendo a braccia aperte tante mamme che si trovano in difficoltà, sia attraverso aiuti in natura sia attraverso il prtogetto “Gemma” con cui si può adottare una mamma e il suo bambino, consentendole di portare a termine con serenità il periodo della gravidanza e aiutandola nel primo anno di vita del piccolo.

I riberesi hanno un grande cuore, sono stati protagonisti, e continuano ad esserlo, di significativi gesti di beneficenza e di solidarietà.

Il Cav di Ribera per la 45esima “Giornata per La Vita, sottolinea il messaggio della CEI che così recita:

“La morte non è mai una soluzione”. Il nuovo messaggio della CEI per la Giornata Per la Vita 2023 potrebbe sembrare tetro. In realtà, dietro la giusta scomodità che genera la riflessione su questi temi, il contenuto è molto più luminoso di quanto non si possa pensare. Non è banale infatti ricordare che la Giornata è stata voluta dai Vescovi per dare un annuncio di forte Speranza a fronte della cultura dello scarto che, con l’approvazione della normativa sull’aborto, entrava legalmente nella società italiana.

Nel promuovere una “cultura di vita”, i vescovi fanno riferimento a tre categorie di persone, le più indifese nella società attuale: la donna con suo figlio in grembo, in primis, il malato o l’anziano che affrontano difficoltà legate alla malattia, i migranti che scappano dalla guerra. Per tutti loro, dice il messaggio, spesso prevalgono le scorciatoie, veloci e apparentemente semplici, che portano a “risolvere” le difficoltà eliminando le persone concepite, malate, sofferenti, in fuga dalla guerra, dalla fame o dalla miseria”.