Ribera: Interessante scoperta da una ricerca sul tumore del colon effettuata dal dott. Domenico Macaluso

34444

Si aprono nuovi spiragli sulla ricerca del tumore al colon grazie ad una certosina indagine medica condotta presso l’ospedale di Ribera dal dott. Domenico Macaluso che, in collaborazione con il dott. Giorgio Bianciardi dell’università di Siena, getta nuove luci di speranza sulla ricerca oncologica e sulle cure da praticare sul tessuto tumorale.
Lo studio approfondito è stato condotto dagli operatori dell’azienda sanitaria provinciale di Agrigento e dall’università di Siena dove operano i due medici ricercatori. Durante l’indagine scientifica, i due professionisti si sono confrontati periodicamente su un caso clinico sul quale è stato rinvenuto un frammento di adenoma del colon, un tumore benigno, che, dopo essersi staccato dalla lesione principale, è riuscito a colonizzare la mucosa del colon e a sopravvivere a distanza con meccanismi tali che finora sono stati considerati esclusivi e da addebitare ai tumori maligni.


La scoperta scientifica è venuta fuori nel corso di un intervento di colonscopia effettuato dal dott. Macaluso su un paziente agrigentino di 63 anni che era risultato positivo all’indagine del Fecal Occult Bloon Test (fobt). Così spiega il medico ricercatore riberese: “Un frammento di un tumore benigno, staccatosi per effetto dei movimenti intestinali (peristalsi) o per attrito con il materiale fecale, può sopravvivere e attecchire a distanza. E’ lo stesso fenomeno di neo angiogenesi che consente ad una metastasi di diffondersi a distanza e dare origine ad un tumore maligno secondario, ossia per la mancanza di ossigeno”.
Il dott. Macaluso spiega ancora che “alla base della crescita dei vasi sanguigni in queste neoplasie, c’è un fattore di trascrizione che in presenza di ossigeno viene degradato, mentre in condizioni di ipossia stimola le cellule della mucosa intestinale a formare vasi sanguigni che avvolgono e nutrono sia i tessuti dei tumori maligni che le metastasi. Nei tessuti normali e nei tumori benigni questo non avviene, data la presenza dell’ossigeno. Nel colon la situazione è diversa, data la scarsa presenza di ossigeno”.
I dati finali dell’indagine trovano riscontro in altri cinque casi in fase avanzata di studio e confermano le ipotesi fatte dai medici: il Macaluso, responsabile di endoscopia digestiva dell’ospedale di Ribera, e il Bianciardi, docente di patologia generale presso il dipartimento di biotecnologie mediche dell’università di Siena.
Questa singolare e importante scoperta scientifica oggi mette in discussione il concetti di malignità ai tumori ai quali è stata attribuita sino ad oggi la capacità di diffondersi oltre i limiti del tessuto dove sono stati originati e di sopravvivere. Con i nuovi dati clinici, si renderebbe necessaria una modifica degli attuali metodi diagnostico-terapeutici dell’adenoma al colon.
La notizia è stata pubblicata ieri mattina con grande risalto su una pagina speciale del giornale nazionale “Il Sole 24 ore” che ha parlato della scoperta del medico riberese e delle eccellenze dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento di Agrigentocome alcuni servizi offerti dall’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca e dall’ospedale “San Giovanni Di Dio”.