Agrigento: Ridotte di un terzo le sorgenti e i pozzi che danno l’acqua potabile a tutti i Comuni

2004

Per la mancanza di piogge, si è ridotta di almeno un terzo la portata delle sorgenti e dei pozzi che alimentano i serbatoi di tutti i comuni della provincia di Agrigento. La notizia non è ancora ufficiale per non destare preoccupazione ed allarme tra la popolazione, ma già filtra dagli uffici di Girgenti Acque, distribuitrice dell’acqua in due terzi dei Comuni agrigentini, che le sorgenti oggi producono dal 30 al 40 per cento in meno del prezioso liquido.
Così, dopo la crisi idrica scoppiata già da qualche giorno in agricoltura perché, non piovendo da circa quattro mesi, le dighe sono quasi vuote, ecco che l’attenzione è concentrata sui pozzi dell’area dei Monti Sicani, sul territorio di Santo Stefano Quisquina, da cui viene emunta in buona parte l’acqua per i centri agrigentini, specie quelli del settore orientale della provincia, una ventina di comuni.
Sul territorio di Santo Stefano Quisquina, i pozzi delle contrade Pantano e le sorgenti di San Matteo, Castelluzzo, Capofavara, Gragotta, Ficogranella che alimentano il sistema Voltano (ben 11 Comuni tra cui Agrigento, Raffadali, Favara, Porto Empedocle, Aragona, Santa Elisabetta, San Biagio Platani), già mostrano segni di corposi assottigliamenti nella produzione idrica. Lo stesso dicasi per i pozzi dell’acquedotto Tre Sorgenti che rifornisce sei Comuni tra cui Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa e Grotte.
Lo stesso potabilizzatore di Santo Stefano Quisquina potrebbe rallentare il ritmo perché nella diga Castello di Bivona l’acqua diminuisce a vista d’occhio, oggi poco meno di 5 milioni di metri cubi utili per usi agricoli e civili, e perché l’invaso Leone, a nord del centro stefanese, ha poco più di un milione di metri cubi da potabilizzare.


Mancano le precipitazioni atmosferiche, le sorgenti non si ricaricano, la portata dell’acqua diminuisce rispetto a quella ottimale degli anni scorsi e già si comincia ad ipotizzare un eventuale razionamento. Girgenti Acque, per la verità, da mesi ormai ha dato vita ad una vera e propria campagna di informazione diretta a tutti gli utenti della provincia, con l’invito a risparmiare l’acqua e a farne uso parsimonioso in previsione di siccità. La società agrigentina ultimamente ha attivato i diversi centri della provincia, da Caltabellotta a Montallegro, da Calamonaci ad Aragona, da Porto Empedocle a Camastra e Grotte, l’interruzione momentanea di almeno 24 ore di erogazione per permettere la riparazione urgente delle reti idriche urbane extracittadine che presentavano delle perdite. I dirigenti della società agrigentina parteciperanno nei prossimi giorni ad una riunione in programma a Palermo alla Regione Siciliana per esaminare i possibili rimedi per fronteggiare la penuria d’acqua potabile e l’emergenza, specie se non pioverà nelle prossime settimane.