Sport Sambuca di Sicilia: Daniela Bonavia intervista il campione di tiro con la carabina Fino Amodeo

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Abbiamo intervistato Fino Amodeo, sambucese di 46 anni, che l’11 dicembre si è classificato al terzo posto nel campionato di tiro a segno, svoltosi a Ribera. Fino Amodeo è un collaboratore scolastico che, nonostante una deficienza motoria, conseguenza di un incidente, ha raggiunto in poco tempo dagli esordi in questa disciplina eccellenti risultati.
• Sei contento della medaglia di bronzo appena conseguita?
Certamente, anche se sarei ipocrita a non dire che speravo in un risultato ancora migliore, mi ritengo comunque molto soddisfatto per l’ottimo traguardo.
• Da quanto tempo pratichi questo sport?
Ho comprato la mia carabina Diana 36 nel 2007 dopo tre anni di attesa perché inizialmente non ero sicuro di potermi cimentare in questa disciplina a causa dei miei problemi di equilibrio. Poi un mio collega mi ha letteralmente trascinato in armeria e così è iniziata questa avventura.
• Da dove nasce la tua passione?
Ho sempre praticato il tiro. Ho preso il porto d’armi per praticare il tiro a volo. Andavo prima a Mazara e poi a Marsala per praticare quella disciplina. Poi ho preferito orientarmi sul tiro a bersaglio, una disciplina diversa ma comunque molto bella.

Amodeo Fino primo-classificato
• Quali sono le tappe più importanti della tua avventura in questo sport?
Ogni gara ha il suo fascino e ti dà belle emozioni. E’ uno sport basato su una competizione pura, divertente, elettrizzante. Ci si confronta con competitor anche di una certa età che riescono a dare filo da torcere anche ai più giovani. Uno dei momenti per me più emozionanti è stata sicuramente la gara che nel 2014 si è svolta a Santa Margherita di Belice, in occasione della quale sono stato proclamato miglior tiratore dell’anno, dopo aver sbaragliato due amici di un certo calibro.
• Quali premi hai conseguito?
Vari trofei e coppe che, per la gioia di mia moglie, vanno spolverate. Ma il premio più importante è stare con amici con cui si condivide la stessa passione.
• Quante volte e dove ti alleni?
Come in ogni sport, anche in questo, l’allenamento costante fa la differenza. Solitamente la settimana precedente una gara mi alleno, se possibile, 3 o 4 giorni. Occorre conoscere l’attrezzo ma confrontarsi anche con il proprio corpo, i propri pensieri, le fatiche e l’ansia. Occorre molta concentrazione, calibrando attentamente ogni movimento, visto che occorre puntare ad un cartellino di 0.5 mm. a 10 metri di distanza. Solitamente mi alleno a casa mia, in giardino o in balcone.

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• Che valore educativo pensi abbia questo sport?
Si tratta di uno sport che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha alcunchè di aggressivo o negativo. Certo hai un’arma in mano, ma noi la consideriamo solo un attrezzo come un altro con cui ci divertiamo e misuriamo la nostra precisione e concentrazione.
• Quali sono i tuoi progetti sportivi per il futuro?
Mi sto attrezzando per praticare un’altra disciplina chiamata Bech Rest nella quale si tira da seduto a 25 m. con armi sempre depotenziate. La difficoltà maggiore è la distanza e in ambienti all’aperto influiscono molti fattori che determinano il tiro, soprattutto il vento.
• Cosa rappresenta per te questa disciplina? Cosa ne hai tratto?
All’inzio pensavo non fosse uno sport adatto a me. Poterlo praticare è già stata una sfida ed una vittoria. E’ una disciplina che mi permette di confrontarmi non solo con gli altri, ma anche con me stesso e la consiglierei a chiunque. Attraverso il tiro a segno ho scoperto potenzialità del mio corpo che sottovalutavo…e non solo, perché, come recita un vecchio proverbio, “Mens sana in corpore sano”!