Ribera: Il castello Poggiodiana ancora depredato

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Il castello di Poggiodiana è stato aperto alla fruizione pubblica appena da poche settimane e già si registrano furti di reperti e di materiale architettonico conservato all’interno della torre quadrata. Ecco la testimonianza di Mimmo Macaluso, ispettore onorario dei Beni Culturali della Regione Siciliana, che aveva preannunciato da tempo il rischio di furti.
“Mai come in questo caso, il detto siciliano “dopu ca l’arruubaru, a S. Agata ci misiru li grati” è più attuale: l’avevo predicato in tutte le lingue, anche dal punto di vista ufficiale, di Ispettore Onorario dell’Assessorato Regionale ai Beni culturali: la porta in ferro della torre quadrata- colombario del castello di Poggio Diana, sfondata da ignoti molti mesi fa, doveva essere risistemata. La torre accoglie infatti gli elementi architettonici dello straordinario peristilio che abbelliva il cortile interno del castello, un colonnato con tanto di plinti e capitelli decorati dagli intagliatori di pietra a motivi geometrici e floreali! L’appello nasceva dalla consapevolezza che gli splendidi manufatti cinquecenteschi, potessero essere oggetto di depredazione e così è avvenuto! Ieri ho accompagnato a visitare il castello, una delle più famose giornaliste francesi, responsabile della redazione cultura di “LIberation”, Katya Moraux e suo marito Didier, uno dei più noti architetti parigini, interessati a visitare lo splendido maniero da poco restaurato e da poco fruibile. Interessava loro vedere il nostro castello, che probabilmente è quello che ha ispirato l’autore del libretto del Trovatore, di Giuseppe Verdi, Salvatore Cammarano, che ha ambientato la famosissima opera lirica nel castello del Conte Luna (vedi storia del castello di Poggiodiana che allego).

castello Poggiodiana mura
Ma la mia sorpresa, mista a rabbia è stata notevole: dalla torre quadrata sono spariti molti capitelli decorati con foglie di acanto e molti “peducci” in pietra bianca, dai quali si dipartivano le volte dei piani nobili del castello.
Il trafugamento è stato reso possibile anche per il fatto che dopo l’apertura del castello al pubblico, in occasione del convegno organizzato dal Rotary club di Ribera, lo scorso 6 settembre, la spranga che bloccava l’accesso agli autoveicoli, è rimasta aperta, per cui se prima era difficile trasportare a piedi per oltre 400 metri, i pesanti elementi litici, oggi è facilissimo farlo, in auto o furgone: è come per andare al supermercato!
Urge dunque, per salvare il salvabile, chiudere immediatamente la porta in ferro della torre, anzi saldarla e rimettere a posto la spranga, chiudendola con una chiave che deve essere conservata al Comune e che solo in caso di un evento culturale, debba essere riaperta. Inoltre; ho potuto costatare che anche alcuni dei numerosi e costosi fari ad alogeni, già istallati per una prossima (ma quando?) illuminazione del maniero, sono stati rotti a colpi di pietra!
Ancora una volta, incuria, teppismo, diseducazione ed il non amore per il bene comune”.